Un rimedio contro l’insonnia
Piove da un giorno intero. E la pioggia la chiamano per tutta la settimana. La chiamano, quelli del meteo, come dicono i vecchi. Che poi chissà se arriva, la pioggia. Mia nonna mi diceva sempre che il tempo non si è mai sposato con nessuno “per non essere comandato”. Fa quel che vuole. Un po’ come il sonno. E oggi il sonno per me s’è fermato alle tre, o alle tre e mezza. Mi son svegliato anche alle due e ventidue, precise (lì ho controllato l’ora sul telefono). Sarà stata la salsiccia da spalmare mangiata alle dieci e venti che ho assaggiato per la prima volta in 26 anni, complici le mie due nuove coinquiline abruzzesi. Mah.
Quest’anno ho avuto un altro periodo di insonnia: era a febbraio, abitavo sempre a Padova ma in un altro appartamento e condividevo la stanza con un ragazzo. Per non disturbarlo con i miei giramenti di corpo (e di coglioni) mi andavo a gettare nel divano del salotto. Poi ho imparato che se il corpo ha deciso di girare non necessariamente deve girare qualcos’altro: si deve cercare di rimetterlo in sintonia con la mente, rifar passeggiare questi due alla stessa velocità. Quindi se il corpo vuole muoversi, che si muova anche la mente! Chissenefrega dell’ora!
Quando non dormo mi metto a fare qualcosa. Stanotte, per esempio, avrei potuto iniziare a montare le mensole della camera nuova, oppure portare in garage il letto (da domani sera voglio provare a dormire col materasso per terra). Ciò mi avrebbe portato alle armi con chi dorme: ho lasciato perdere. Cucina. Caffè. Aperto il Mac. Scrivo. Con le cuffie, cosa che non faccio mai. Sarà la mente che vuole essere svegliata.
iTunes mi passa canzoni simpatiche. La prima è anche intelligente, quella di Jannacci. La seconda è della Mannoia, una sua rilettura di “E’ la pioggia che va”. Mi mette di buonumore e mi riempie di speranza. Se anche la terza mi garba, benvenuta insonnia. E la terza è “Abbiamo vinto la guerra” de Lo Stato Sociale.
Nel frattempo mi arrivano messaggi su Facebook: “che ci fai sveglio a quest’ora?”. Come fosse la cosa più strana del mondo. “Ascolto musica” dico. Rispondo così anche al secondo messaggio. Così anche al terzo (tutti in chat, stanotte?). Intanto la musica corre, i miei piedi si scatenano sotto la tavola e influenzano le mie gambe. Anche la mia testa piena zeppa di capelli dondola a ritmo.
Pian pianino, intanto, vedo la luce bussare dalla porta a vetri. Sono felice. Mi sono scatenato silenziosamente.
Anche l’insonnia va compresa e se ci si capisce, in questo mondo, si va d’accordo.