Dove la scrivo nel curriculum la felicità?
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Hey Lè, si riprende a scrivere.
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Hey Lè, sei dei nostri!
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Lè, sei dei nostri?
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Lè?
“Io sono snob perché un progetto che parte da zero mi sembra una cosa troppo impegnativa ed io prima di impegnarmici ci ho dovuto riflettere, prima di lasciarmi prendere quando mi si è detto che si sarebbe parlato di sensazioni emozioni pensieri, tutto in prima persona, mi sono chiusa a riccio perché no, le emozioni sono fine a se stesse, le sensazioni sono soggettive e le provano tutti e mi sembra stupido che tutti debbano scriverlo sui blog, urlarlo, suggerirsi cose, questo continuo vociare mi dà alla testa, questo continuo vociare fa confusione, un brusio disturbante, e io non voglio essere disturbata, io voglio scrivere e sapere che avrò i miei lettori e che potrò parlare di cose impegnate o cose apparentemente stupide che per fare l’intellettuale mi divertirò a definire diversamente impegnate e con questo lessico politically correct costruirò castelli sul nulla di finte elucubrazioni pseudo-sensate.
Io sono snob e lo ammetto come lo faceva la Woolf e quindi ditemi se questo non vuol dire essere snob che già il citare la Woolf fa snob a priori. Io sono snob perché ve lo dico sin d’ora che mi sono impuntata perché qui su facciunsalto volevo riportare in auge la mia rubrica La Grasse Matinée, sono snob e con la puzza sotto il naso perché ho perso tempo a cercare la caratteristica unica che soltanto facciunsalto aveva, l’ho cercata e non l’ho trovata, perché di blog del genere ce ne sono mille, di piccoli portali con notizie diverse, con una focalizzazione interna, che puntano all’intimo, al familiare, al semplice, alla riscoperta di sé; blog di consigli personali, di piccole iniziative, suggerimenti buttati lì a chi li vuol sentire.
Ma chi oggi può davvero definirsi unico – oggi che siamo tutti copie, omonimi su Facebook, numeri di matricola, telefoni di cellulare, codici fiscali, profili di Twitter replicati, identità rubate, idee decentrate di cui non si capisce la genealogia precisa, chi veniva prima e chi è nato dopo, chi ha fondato e chi seguito, chi c’era già e chi è arrivato – chi può definirsi il Solo?
Noi qui si scrive un po’, si danno certi consigli, si raccontano Altri viaggi, i nostri, se ne tacciono taluni, si bisbigliano segreti selezionati ai quattro venti.
Chi vuole salire sulla barca, fidarsi di noi sapendo che nulla abbiamo di speciale, di unico, che siamo un altro blog, un’altra realtà, forse una qualunque ma che siamo noi, siamo tutte le faccine che si vedono sulla pagina staff, le nostre strampalate biografie, siamo le nostre quotidianità e ci si può affezionare – noi a voi, voi a noi – , chi vuole salire salga a bordo, chi vuole farci un salto, ci venga a trovare!
“E io invece sono snob perché ho capito, penso di aver capito che la rete è fin troppo piena di teste vuote che scrivono e dissertano di notizie prese di seconda, sentendosi giornalisti e levaglielo dalla testa, ché una volta per fare il giornalista dovevi andare sui posti, fare telefonate, vivere come un cane randagio, mentre oggi con la rete si può fare tutto, la rete è la verità, e le fonti primarie nessuno più si prende la briga d’andarle a cercare. Così la Siria, Siria sì Siria no, e il Governo, Governo sì Governo no Governo nì, e Lampedusa e la Costa Concordia e il comandante Schettino, che lì siamo tutti d’accordo, vigliacco e codardo. Le notizie, ho capito, non le possiamo raccontare, perché raccontar le notizie è roba da veri professionisti, e già tra quelli in pochissimi lo sanno fare. Mentre invece esiste una verità assoluta, incontrovertibile, in ognuno di noi. E sono le nostre sensazioni, la nostra intimità, come viviamo dentro, e sfido chiunque a contestarlo. Ecco, questa è l’idea distintiva di facciunsalto. Sarà un piacere raccontare del buon bicchiere di vino rosso bevuto in osteria, o del puzzo delle scrofe viste in agriturismo, ma senza stelline e senza classifiche: soltanto riferendo intorno a cosa quell’esperienza ci ha lasciato dentro. Vedi Lè, volevi il manifesto? Questo è il manifesto. A chi interesserà? A tutti quelli che si perdono nelle notizie, e poi faticano a costruirsi la loro personale verità, che poi è sempre mediata dalle loro convinzioni più profonde e inattaccabili. E poi, si vede, la gente è affamata di sensazioni, di narrazioni; vuol scrutare dentro le teste, fossero anche le teste vuote di persone come me, e te. Perché è vero: le emozioni tutti le provano, ma in pochi s’azzardano a raccontarle, e ancora in meno lo sanno fare, trasferendole in concetti e poi in pixel neri su fondo bianco. Per questo credo che qualche matto disposto a seguirci lo troveremo, e se così non fosse avremo comunque avuto modo di continuare a divertirci, oltre la notizia e lungo la strada dell’introspezione leggera.”Io sono snob, ma magari fa anche radical spersonalizzarsi, rinunciare alla propria singolarità e a quella delle realtà a cui si prende parte e buttarsi in mare, nel mare anonimo perché grande, sconfinato, nel mare che non è l’idromassaggio comodo in cui mi sarebbe forse piaciuto rimanere a far finta di nuotare. Nuoto in mare, ma con una boa che rimanga a galla e con cui potrete seguire il mio peregrinare.”
Clicco “invio”, mando tutto a Massimiliano. Che mi risponde.
Massimiliano mi fa sta tirata che lì per lì presa alla sprovvista penso che non gli si può dire di no e penso che se i blog sono una piazza in piazza non si parla di politica e massimi sistemi ma di sensazioni, pane quotidiano, i prezzi che aumentano e l’entusiasmo che scende. Poi torno snob e penso che non è vero che le sensazioni saranno distribuite soltanto dal nostro umile blog e poi mi dico che per fortuna però non è così che altrimenti sarebbe un onere troppo grande e me la darei a gambe levate perché distributore unico di sensazioni e emozioni è una roba da tirannia dei sentimenti e fa molto 1984, la vocina snob mormora che in fin dei conti però se di plebe in piazza si parla è pur vero che la plebe fa discorsi che non sempre mi interessano, poi divento studiosa analitica e con la lente d’ingrandimento questa plebaglia mi inizia ad interessare, un piede dentro e un piede fuori, sentiamo le frasi cliché di oggi, poi mi dico che dietro i cliché ci sono le sensazioni, le paure che spingono a temere la scomparsa delle mezze stagioni e i crolli del governo e l’avvento dei mostri, poi ritrovo le mie emozioni e vedo che nella plebaglia -toh!- ci sono in mezzo anche io, poi torno snob e dico ma chi me lo fa fare ché scrivere su facciunsalto è una roba neanche da mettere nel curriculum e ormai se non è CV non è nulla, e dove la scrivo la serenità nel curriculum, dove la scrivo la felicità nel curriculum, dove gli scrivo gli amici gli incontri gli amori le sensazioni nel curriculum?