Elogio della lentezza
L’altro giorno, mentre sorseggiavo una nera artigianale in un bar nei pressi di casa, ho ascoltato, come mio solito, la conversazione di due persone sedute al tavolino accanto al mio. Avranno avuto una quarantina di anni all’incirca. Stile casual e capelli rasati il primo, ciuffo contemporaneo e abbigliamento da manichino della grande distribuzione il secondo. Il tipo casual intavola un discorso sui libri. Niente di trascendentale: bestseller recenti e qualche classico che “non si può non aver letto, Jimmy, cazzo”. E’ allora, se non ricordo male ( il libro galeotto era Cent’anni di solitudine ) che tale Jimmy sciorina la frase da cui partono le mie elucubrazioni mentali: “C’hai ragione Filo. Dai, mi hai fatto venir voglia. Stasera lo compro su Amazon.” E Filo ribatte “Guarda pure su IBS, a volte hanno ottime offerte.” Ma Jimmy è un seguace di Bezos duro e puro e non accetta il consiglio “No guarda Filo, come Amazon non c’è niente.”
Ora, Cent’anni di solitudine è un libro che si trova in edizione tascabile, economica, lussuosa, numerata, usata, biodegradabile. E’ possibile trovare il titolo in qualsiasi libreria, edicola, autogrill, cantina, bancarella o anfratto dell’universo. Cosa spinge dunque Jimmy a preferire Amazon ad un qualsiasi negozio della sua città? Il prezzo, direte voi. Ci può stare, ma si da il caso che la differenza (per scrupolo ho controllato) tra lo shop online e la libreria è minima, in alcuni casi addirittura la spunta il negozio locale. Quindi? La pigrizia. Si, può essere. Fuochino. Jimmy è pigro, trascorre gran parte della giornata in ufficio, quando stacca va in palestra e poi le librerie sono tutte in centro (falso) e in macchina non si può arrivare. Invece con Amazon tra una fattura e l’altra click! ed in un paio di giorni al massimo il libro è a casa. Non rimane che leggerlo.
Altro esempio. Un amico tempo addietro mi parla della sua intenzione di acquistare un articolo per l’auto. Dice di aver passato in rivista diversi siti specializzati, di aver consultato forum online ed essere alfine giunto alla conclusione che il pezzo migliore era X della marca Y. Non intendendomi di auto e non essendo, tra l’altro, avvinto all’argomento, ho buttato lì un: “Ma i negozi di accessori per auto li hai visitati?” L’amico mi guarda torvo e quindi mi fa un “No” che pare essere la risposta più ovvia di questo mondo.
Sono quindi la mancanza di tempo e la pigrizia a spingere Jimmy e l’amico tra le braccia di Bezos e compari?
Sono quindi la mancanza di tempo e la pigrizia a spingere Jimmy e l’amico tra le braccia di Bezos e compari? Certamente. A ben guardare, però, Jimmy, l’amico e tutti gli altri hanno una cosa in comune: quello che vogliono lo vogliono subito. Le loro frasi terminano con un “e poi ti arriva a casa subito” che è la chiave del loro pensiero. Magari non c’è fretta, però prima lo possiedo e meglio sto.
Ora, io tutta questa fretta non la capisco. Non pigliatemi per apocalittico, non sia mai: talvolta ho acquistato su Internet titoli altrimenti introvabili. Però tutta questa smania di fare alla svelta, mah. Ricordo che da bambino volevo un paio di scarpe di una certa marca e un certo tipo. Si da il caso che nella mia città, non chiedetemi il motivo, queste erano introvabili. Il commerciante disse di attendere, una settimana e sarebbero arrivate. La mia smania era tanta, ogni giorno chiedevo a mia madre se avesse notizie. Passò una, due settimane e delle scarpe niente. Dopo un mese circa, ricordo che era un sabato, tornai a casa da scuola e trovai le scarpe appoggiate sul letto. Non c’è bisogno che aggiunga che se mia madre le avesse acquistate il giorno stesso con un click certe vette di felicità mi sarebbero ora sconosciute. Lo stesso è con i libri: vedo la recensione, mi appassiono, lo cerco in libreria e non lo trovo. Deluso? Macché: l’attesa rinsalderà il mio desiderio di leggerlo. E se avessi ceduto alla velocità dell’online non avrei visto quell’altro titolo che… ma non lo acquisterò. Attenderò di aver letto i libri sul comodino. Non c’è fretta. Attenderò che sia il momento di quel libro e rifuggirò l’ingordigia del tutto e subito.
E’ un mondo liquido, dice Baumann, e tutto scorre velocemente. E se il liquido incontra un sasso, la corrente aumenta finché non sarà rimosso. Ma se tutto scorre più veloce, le emozioni non sono da meno. Schegge e niente più. Giornali e blog sono colmi di opinionisti che, seppur inconsapevolmente, tendono a farmi credere che i cambiamenti repentini sono alla base del piacere nella società contemporanea. Un morso alla mela, uno alla pera e poi via nell’organico. Ma i soloni del lifestyle odierno dimenticano come il boccone del prete, la parte più succulenta, sia vicino al torsolo. Prendersi delle pause, agire con lentezza, significa assaporare le cose. La velocità, che talvolta è un bene intendiamoci, è come un morso e una masticata rapida, poi uno sputo e via. La lentezza, al contrario, è l’utilizzo della lingua.
Caro amico e caro Jimmy, date retta al sottoscritto: fatevi un giro nel negozio. Tra una commessa sottopagata e un tirocinante frustrato (si, ma manco Bezos tratta bene i suoi dipendenti di Amazon) troverete anche gente appassionata e un mondo che scorre piano. Tirate un respiro lungo e spegnete whatsapp. Chi va piano va sano e va lontano, ricordate.