Un Faro sul mare luccica
Quanno sponta la luna a Marechiare,
Pure li pisce nce fanno a ll’ammore.
Se revotano ll’onne de lu mare,
Pe’ la priezza cagnano culore.
Quanno sponta la luna a Marechiare.
A Marechiaro ci sta una finestrella che guarda il mare, famosa in tutto il mondo, resa celebre dai versi di Salvatore di Giacomo e dalla musica di F. Paolo Tosti; molti vanno a cercarla per scambiarsi lì parole d’amore, o per ammirare il mare. Ancora pochi sanno che vista dal mare quella finestra e quella parte di Posillipo sono ancora più ammalianti. Uno dei locali più belli della zona, uno di quelli storici nato nel ’67, si è inventato un’iniziativa veramente deliziosa: un piccolo tour in barca e un pranzo o cena, a scelta del cliente, sulla splendida terrazza del ristorante “Al Faro”.
Atmosfera romantica affacciata su uno dei borghi di pescatori più incantevoli d’Italia, gentilezza e disponibilità del personale, mi hanno accompagnata nella degustazione di zuppetta di cozze, paccheri zucca e gamberi, spigola con patate e un fantastico babà. Tutti i prodotti del mare vengono quotidianamente da un peschereccio dedicato al ristorante. Agostino, maître di sala, accoglie con calore gli ospiti e li accompagna per l’occasione giù al borgo per il tour in barca: una mezz’ora piena di luce della meraviglia della Gaiola, la baia di Trentaremi e le case che si affacciano sullo specchio d’acqua salata. Pendii di tufo giallo e spruzzate di verde degradano verso il mare.
Tutto il percorso è allietato dalla simpatia dei due traghettatori, in particolare da Salvatore, che racconta con semplicità e passione storie belle, qualcuna anche a sfondo noir, sul tratto di costa che andiamo a visitare e i palazzi che sembrano abitati da spiriti.
E’ più che bella la mia città vista da qui, un cambio di prospettiva poco offerto e non troppo diffuso anche ai turisti stranieri, purtroppo. Felice che qualcuno dalla sensibilità imprenditoriale come il titolare de “Al Faro”, Alessandro Tramontano, abbia saputo cogliere e proporre nel periodo caldo offrendo tour e buona cucina. Del resto è dalle sue stesse parole che emerge la volontà di condividere la bellezza del posto con tanti e di non farne un luogo per pochi eletti: “Marechiaro deve essere per tutti”, ci dice mentre il mare luccica solcato da gabbiani.
Il tavolo accanto al mio è animato da una comitiva di ragazzi che mangiano pizza e parlano delle cose della vita illuminati dalla luce accecante che inonda la terrazza del ristorante. Al Faro non solo grandi cene per persone impegnate o coppie innamorate, ma atmosfera per giovani che hanno diritto di godere della propria città a pieni polmoni, perché il futuro è loro.
Mentre assaporo l’ultimo boccone di uno squisito babà, tolgo gli occhiali scuri per avere il calore della luce del sole e il riverbero del mare sul viso; sono sazia nello stomaco e nell’animo come quel gabbiano lì, nel cielo azzurro di Napoli, con un boccone di pesce nel becco. A Marechiaro anche li pisci son felici.
Si ringrazia il ristorante Al Faro con il titolare Alessandro Tramontano, il maître di sala Agostino Carotenuto e la sua gentilezza, il personale di servizio, il responsabile della cucina Maurizio Fari, lo chef Ciro Capasso, la simpatia dei barcaioli Salvatore e Ciro, i gabbiani, il sole e il mare. Ma soprattutto lo splendore del borgo di Marechiaro, il parco della Gaiola, la baia di Trentaremi, il palazzo degli Spiriti (e gli spiriti stessi…), la grotta di Coroglio, il tempio di Pollione. Perché niente è più magico della mia città, quanno sponta la luna a Marechiare…
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Foto di Ferdinando Avallone