Beppe Fiorello: “Penso che un sogno così non sia mai stato raccontato”
Oggi il Teatro Diana di Napoli era pieno. Come ad ogni prima di un importante spettacolo l’ingresso in sala si trasforma in un Red Carpet con il susseguirsi di personalità e personaggi diversi. Ho osservato, dalla mia poltroncina rossa, gente vestita di tutto punto, ragazzini che in comitiva prendevano rumorosamente posto, e loro, i Negramaro. Giuliano con la sua band che cercava di sedersi tra l’accalcarsi di alcune fans che chiedevano un autografo. Un inizio piuttosto movimentato insomma. Ma quando le luci si sono spente, tutti sono corsi ad occupare il loro posto.
“Penso che un sogno così…” ecco come Beppe Fiorello comincia la sua storia. Nello stesso modo Domenico Modugno iniziava la sua più celebre canzone diventata poi la canzone italiana più famosa al mondo: Nel blu dipinto di blu (Volare). Un caso? Certo che no!
Dopo aver interpretato il cantante pugliese nella mini fiction “Volare”, appunto, andata in onda su Rai1, oggi porta a teatro questo spettacolo, un avventuroso gioco di specchi tra la vita di Domenico e la sua. Un’intrecciarsi di storie che appartengono ai suoi ricordi di bambino, ai ricordi del padre e a quelli di Mimì. Una fotografia di un’Italia uscita dal dopoguerra, nel pieno del boom economico, un paese che guardava avanti e che non smetteva di sognare. Una panoramica sull’infanzia di Fiorello, quel bambino timido, tanto timido, che è proprio lì, al suo fianco nel raccontare queste storie. Storie buffe, dolorose, altre nostalgiche, alcune addirittura incredibili. Tutto questo legato da un unico filo conduttore: la straordinaria musica di Modugno.
Nello spettacolo Giuseppe ci racconta di quanto il padre fosse simile al cantante, non solo per la sua straordinaria voce e la forte somiglianza fisica. I due, ricorda, avevano lo stesso coraggio. Quel coraggio che aveva portato uno ad andare via dal suo paese per trovare il successo, e l’altro a rimanere in una Sicilia difficile e creare una famiglia.
Le due ore di spettacolo passano velocemente. Ti porta a vivere e ricordare momenti che non appartengono solo alla sua storia personale ma anche alla nostra, quella di tutte le famiglie italiane. Lunghe tavolate con i parenti, la festa del paese, interminabili viaggi in auto per andare in vacanza. Chi non ha mai vissuto tutto questo?
E tu sei li sulla tua poltrona ma in realtà ti senti con loro, a mangiare e ridere con cugini e zii, nella piazza durante la processione del santo patrono, e stretto in auto tra fratelli e bagagli.
Ma questo non è semplicemente uno spettacolo autobiografico è qualcosa di più. Ci racconta della sua vita, della vita del padre, della vita di Domenico, della vita in quegl’anni, delle raffinerie, dello sfruttamento dei lavoratori ed anche della costruzione dell’Ilva di Taranto. Allo stesso modo non ci canta semplicemente le canzoni di Modugno, ma la vive, è parte integrante del suo ricordo, è parte viva del discorso. Loro diventano una cosa sola!
A fine spettacolo rivela che le compagnie a Napoli hanno timore ad esibirsi. I napoletani sono un popolo di forti tradizioni teatrali, un popolo esigente, ed anche lui, ha confessato, di averne avuto. Continua però dicendo che dopo il primo applauso scoppiato già nei primi cinque minuti, si è sciolto, la tensione è crollata via ed ha lasciato spazio solo al divertimento nel recitare per noi. E noi, ugualmente, dall’altro lato del palcoscenico ci siamo divertiti ad ascoltare. Un’intera platea che non smetteva di alternare sorrisi ad applausi, tutti cantavamo con lui i grandi classici di Modugno, da “Volare” a “Ciao ciao bambina” , da “Meraviglioso” a “Tu si na cosa grande”. Uno spettacolo che ti lascia dentro riflessioni e nostalgia, divertimento e ilarità. Uno spettacolo che ti fa sentire a casa, ti fa sentire in famiglia.
Tutto questo è “Penso che un sogno così…” di Giuseppe Fiorello e Vittorio Morroni con la regia di Giampiero Solari e le musiche eseguite dal vivo da Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma, a Napoli fino al 15 dicembre 2013 al teatro Diana.
Il tour, cominciato a Civitavecchia a novembre, toccherà moltissimi teatri italiani, finendo con due date ad aprile oltre oceano, una ad Atlantic City e un’altra Foxwood. Noi auguriamo a Fiorello tutto il successo che questo stupendo spettacolo merita, e gli auguriamo di terminare il tour come stasera ha terminato lo spettacolo qui a Napoli: con una lunga e calorosa standing ovation.