Io sto con mamma (orsa)
Io sto con la mia mamma. Sono ancora piccolo, è normale, ma non è solo per questo motivo che resto con lei.
In questo periodo la mia mamma è arrabbiata. Lo so, la vedo aggirarsi nel bosco dondolando inquieta e non perde mai di vista me e mio fratello Howk (io mi chiamo Grunch). Credo sia solo preoccupata, ma lei è fatta così, quando qualcosa la preoccupa tira fuori le zanne e sembra feroce. In realtà la mia mamma è buonissima, ci vuole un sacco di bene. Ma è che mamma è un’orsa, e tutti noi orsi siamo fatti così. Abbiamo un aspetto che certe volte è proprio cattivo, ma altre in fondo è quasi buffo.
Mamma si diverte a vedere noi cuccioli giocare a rincorrerci nel sottobosco, saltare sui tronchi di albero abbattuti, inseguire qualche piccola preda o farsi pungere il naso da un’ape mentre le rubiamo il miele. A modo suo ride mentre ci osserva, ma non dimentica di tenere d’occhio noi e tutto quello che ci circonda e che può essere un pericolo.
Io non lo so cosa può essere un pericolo, nemmeno Howk lo sa. Secondo me un’ape che ci punge sul naso è molto pericolosa, e tuttavia forse non abbastanza. Mamma dice che ci sono creature dall’apparenza fragile che basta mostrare i denti e grugnire forte per spaventarle. Cioè, lo deve fare lei, mica noi cuccioli, che siamo troppo piccoli per spaventare qualcuno (come ho detto, nemmeno un’ape ha paura di noi). E però queste creature non è che scappano e basta, poi tornano. E magari tornano con qualcosa che potrebbe farci male, qualcosa che fa fuoco e brucia se ci colpisce. Mamma dice che potrebbe addirittura farci morire.
Non che ci creda molto. Mamma è grandissima e fortissima, e non teme nessuno. Quale creatura potrebbe avere la meglio su di lei?
Ecco, appunto, è per questo che mamma è nervosa. Perché queste creature, insiste, ci sono, e sono vicine. Ne abbiamo incontrata una qualche giorno fa.
La mamma è stata categorica: andiamocene, quella creatura è cattiva e ritornerà.
Mamma si è prima arrabbiata con noi, poi preoccupata e mentre studiava come fare per venire a prenderci l’abbiamo vista voltarsi di colpo e mostrare i denti a qualcosa dietro le sue spalle. Devo dire la verità, era spaventosa a vederla così, anche noi ci siamo messi a piangere. Figuriamoci come deve essere apparsa alla creatura misteriosa che, l’abbiamo vista dopo, era nascosta dietro ad un altro albero là vicino. Non ha fatto nemmeno in tempo a scappare, quello strano essere senza pelliccia, dritto su due zampette esili, se non dopo aver assaggiato gli artigli di mamma. E dopo sì, oh, che veloce che è stato! Gli è andata bene che mamma è buona, non voleva fargli male, voleva solo proteggere noi. Alla fine siamo scesi, in qualche modo, incoraggiati dalla mamma, poi ci siamo allontanati tutti insieme. La mamma è stata categorica: andiamocene, quella creatura è cattiva e ritornerà.
E così da qualche giorno mamma è irrequieta, e non facciamo che muoverci fra boschi e prati, ma soprattutto boschi, al riparo degli alberi. Abbiamo fatto così tanta strada e sono un po’ stanco.
Quello che ci racconta mamma ogni volta che ci fermiamo non mi piace molto, mi fa paura. Dice che quella creatura che lei ha ferito potrebbe vendicarsi, e noi potremmo restare soli. Siamo grandi, dice, dobbiamo cominciare a vivere come se lei non ci fosse. In realtà ci vorrebbe ancora del tempo, io mi sento ancora piccolo e mio fratello pure, vorremmo solo giocare, rincorrere le farfalle e fare le capriole sull’erba, c’è tempo per crescere e diventare orsi grandi e forti.
Così noi ci mettiamo di nuovo a piangere e lei allora ci stringe in un abbraccio possente con quelle sue grosse zampe pelose e solo così, contro il suo pancione, riusciamo ad addormentarci.
Anche se da giorni la mamma cerca di convincerci ad andare per i fatti nostri, perché dice che ce l’hanno con lei, non con noi, questa volta non posso proprio obbedirle.
Se fino ad ora ci ha difeso da ogni pericolo, adesso tocca a noi fare qualcosa per lei. Muoio dalla fifa, e anche Howk, ma ci troviamo d’accordo sulla mia idea. Se la creatura non vuole fare del male a noi, ma solo alla mamma, forse se noi le stiamo tanto vicini riusciremo a difenderla, nostra madre. Non so come potremo fare, spero basti la nostra sola presenza. Ma se serve sia io che mio fratello abbiamo dentini piuttosto aguzzi e anche le unghie non sono poi così delicate: arrivare a quelle zampette esili che ho intravisto non dovrebbe essere difficile. Certo, sulla voce non possiamo farci niente, il nostro bramito non è molto profondo, cioè, non lo è affatto. Possiamo solo sperare che essendo in due faremo il doppio di baccano ottenendo lo stesso effetto del verso di un solo adulto.
È questo che significa diventare grandi? Avere paura? Essere costretti a pensare di ferire qualcuno per sopravvivere senza aver bisogno di mangiarlo?
Mi batte forte il cuoricino se ci penso, e abbracciato a Howk sento battere forte anche il suo. È questo che significa diventare grandi? Avere paura? Essere costretti a pensare di ferire qualcuno per sopravvivere senza aver bisogno di mangiarlo? Ma non si potrebbe solo giocare, mangiare miele e dormire tranquilli quando viene il freddo? Va bene, la mamma dice che il solo miele non basta a farci crescere, ci vuole anche un po’ di carne, e anche questo non va bene alla magra creatura senza pelliccia, è una ragione di più per avercela con lei. Ma io mi chiedo: cosa mangia questa creatura? Solo erba, come il capriolo? Se i suoi piccoli avessero bisogno, che ne so, di mangiare una farfalla, non gliela procurerebbe?
Ci sono cose che ancora non capisco.
Una cosa è certa: io non me ne vado. Io sto con mamma.
Una delle tante petizioni per non abbattere l’orsa Daniza, qui sotto. Noi stiamo con mamma orsa. Firma anche tu!