Io sto col Minotauro
C’era una volta una bellissima principessa che viveva su un’isolotto sperso nel Mar Mediterraneo. La fanciulla passava i giorni a far di uncinetto, ad ascoltare le maledizioni che il padre lanciava alla moglie adultera e a sospirare nell’attesa che un misterioso avventuriero attraccasse la nave al porto, la rapisse in segreto e se la portasse appresso nei suoi mille e uno viaggi negli angoli più remoti del pianeta Terra.
Sennonché un bel giorno il prode avventuriero al porto ci attraccò per davvero. La principessa, che di nome faceva Arianna, s’adornò i capelli di fiori, indossò la tunica più bella e scese alla baia per accogliere con grida di giubilo l’intrepido eroe. Che oltre che di ardore, coraggio e caparbia era dotato di un fisico niente male. Anzi, davvero niente male. Le fonti antiche lo definiscono un tripudio di bicipiti, un trionfo di addominali, un set di dorsali che per tensione e turgore farebbero schiattare d’invidia Mr. Stallone e compagnia bella. Insomma, un uomo tutto d’un pezzo e che non deve chiedere mai. Di quelli che quando passano di lì lasciano nell’aria un sentore di dopobarba per venti minuti buoni.
Figuriamoci come reagì la principessina che non aveva mai messo il naso fuori dal palazzo. Se ne innamorò all’istante. Tanto più che il baldo giovanotto si presentò al cospetto del re offrendosi di entrare nel labirinto per uccidere l’orrendo Minotauro.
Ora, a chi la mitologia greca a scuola non l’avesse studiata ricordo che il Minotauro altri non era che il figlio disgraziato di quel cornuto di Minosse, la cui moglie Pasifae aveva avuto la brillante idea di unirsi – e non in matrimonio – nientepopodimenoché con un toro che Poseidone aveva inviato a Minosse stesso affinché fosse sacrificato in suo onore. Il mito suggerisce che Poseidone non fece il tirchio ed inviò a Minosse un toro di prima scelta, ed il fatto che quella zozza di Pasifae invece che farci – che so – un banchetto, ci fece ben altro, beh, quello è un’altra storia, e lascia un po’ a desiderare. Ma tant’è, ché i ricchi sono strani e su questo non ci piove.
Ma torniamo ad Arianna. Pazza di amore per il muscoloso Teseo si scervellò notte e giorno per escogitare un modo di salvargli la vita. Pensa e ripensa, tra un punto croce e un punto pieno si rese conto che la soluzione ce l’aveva in mano: il gomitolo di filo che usava per i suoi lavori di ricamo.
Teseo apprezzò. Entrò nel labirinto, uccise il Minotauro (disse che il fauno non se ne accorse nemmeno, ma vai te a credere ai racconti degli eroi) e uscì campione assoluto dell’intera vicenda. Quindi sposò Arianna e vissero insieme felici e contenti per tutta l’eternità.
Come, non ci credete? E fate bene, ché la storia non finisce così!
Quell’arrogante di Teseo era proprio il classico maschio alpha. Player, narcisista, maschilista e chi più ne ha più ne metta. Figurarsi se si fosse sognato anche lontanamente di invischiarsi in una relazione, tanto più in un matrimonio. E così partì di notte, mentre quella sprovveduta di Arianna – che non aveva guardato aldilà dei muscoli e ora ne pagava le conseguenze – dormiva un principesco sonno profondo.
Ingiusto? Spietato? Nossignori, realistico. I greci la sapevano lunga e d’altronde le fiabe dei fratelli Grimm e i cartoni animati firmati Walt Disney non avevano ancora iniziato a plagiare la mente di migliaia di giovani e ingenue fanciulle.
La povera Arianna la pagò cara. Secondo alcune fonti si suicidò, secondo altre si sposò con Dioniso. Ossia si diede al vino. E a nulla servì che il marito nonché sovrano assoluto dei cin-cin le regalasse uno strepitoso diadema d’oro che lanciato in cielo andò a formare la costellazione della Corona Boreale. Per Arianna fu un brutto colpo dal quale non si riprese mai più.
Alla luce di quanto riportato, mi sento ora di avanzare un’ipotesi che a me pare alquanto ragionevole. Non sarebbe stato molto meglio se Arianna si fosse sistemata col Minotauro? Che il fauno possa non esser stato un campione di bellezza lo si può anche immaginare, ma con due botte di ceretta e cento colpi di spazzola prima di andare a dormire sarebbe diventato presentabile pure lui. Con un po’ di impegno avrebbe smussato gli angoli di quel mitologico caratteraccio che si ritrovava e, poveraccio, avrebbe iniziato a godersi la vita almeno un po’. Niente sangue sparso, niente cuori infranti. Tanto più che il Minotauro, a ben analizzare la situazione, era fratellastro della principessa e, come recita il proverbio, “moglie e buoi dei paesi tuoi”. Teseo, per contro, preso com’era dal suo ego vanesio e vanaglorioso, si sarebbe divertito con qualche signora dell’osteria giù al porto e sarebbe salpato di nuovo senza sguainare la spada nemmeno una volta.
Lancio quindi un messaggio a tutte le Arianne disperate che passano le giornate a fare la maglia nell’attesa che il Teseo di turno torni al porto. Lasciate perdere. Piuttosto tirate fuori l’istinto da crocerossina che – sono certa – c’è in ognuna di voi e toglietevi lo sfizio di dare una chance ad uno dei tanti Minotauri che ci sono in circolazione. Non sia mai che con qualche lettura illuminata e un po’ di fitness non diventi pure lui un partito da considerare. E vedrete che, come per magia, anche i vari Teseo abbasseranno le ali, ed il prezzo della carne di prima scelta scenderà ai minimi storici, per la gioia di tutte le signore!