“I’m not a Penguin” – John Peter Sloan un inglese dal fascino italiano
Non ho mai avuto un bel rapporto con l’inglese. Alle scuole superiori provavo una forte ostilità nei confronti del mio professore. Per carità, ero una ragazzina con un carattere a dir poco difficile e nonostante la sua bravura e la sua dedizione all’insegnamento, io proprio non lo sopportavo. Le ore sembravano giorni, mesi. Spesso addirittura anni. Insomma colpa mia o colpa sua, fatto sta che sono una frana.
Ma stasera a teatro mi è venuto da pensare che forse, se a scuola avessi avuto un professore come lui, oggi probabilmente non sarei così impedita. Di chi sto parlando? Ma di John Peter Sloan. Il più simpatico docente d’oltremanica arrivato in Italia. Oggi a teatro con un nuovo esilarante spettacolo: “I’m not a Penguin”. Lo ricorderete sicuramente per le sue apparizioni televisive a Zelig o a Quelli del calcio. E come non citare i suoi libri di successo “Speak Now”? Un inglese che ci ha conquistati con il suo carisma e la sua spiccata comicità. Ed è proprio il suo humor, adattato adeguatamente ai gusti italiani, il protagonista indiscusso dell’ultimo spettacolo teatrale, messo in scena al Teatro Bellini di Napoli. Un tipico “british stand-up comedy”, pochi elementi scenografici sul palco, un solo comico, un solo microfono. Mentre i precedenti spettacoli (Culture Shock, Full Moon, Instant English) prendevano di mira le differenze culturali tra Inghilterra e Italia disegnando situazioni comiche partendo ad esempio dall’osservazione dei luoghi comuni, “I’m not a Penguin” sviluppa una visione più ampia e complessa, in cui il racconto biografico apre continuamente a digressioni, paradossi, esempi e dimostrazioni.
John, magnetico showman, passa da un argomento all’altro con incredibile facilità, strappando ad ogni battuta più di una risata. Ci racconta della grande differenza culturale, di come per un inglese approdato in Italia sia difficile non solo la lingua, ma tutto quello che l’accompagna. Gesti, modi di dire fino ad arrivare all’incomprensibile linguaggio delle donne in cui un “dobbiamo parlare”, “cosa?” o “niente” possono nascondere significati diametralmente opposti al senso vergine delle parole stesse.
John, ormai esperto, non si limita ad insegnare l’inglese agli italiani, ma si ritrova spesso ad insegnare l’italiano con tutte le sue sfumature agli inglesi, spiazzati dal nostro modo di esprimerci fuori dal normale. Ma Sloan ormai è più italiano di quanto egli stesso possa ammettere, l’accento tipicamente anglosassone non riesce a nascondere il suo bisogno di comunicare, così energico ed efficace sul palco, come solo la passione italiana sa trasmettere.
E’ lui stesso a svelare che fin da piccoli i bambini inglesi vengono educati alla repressione emotiva, raccontando che una volta, a 5 anni, piangendo per un ginocchio sbucciato, venne ripreso dallo zio militare: “un vero uomo non piange mai!”. Fortunatamente il nonno gli insegnò invece, che un uomo coraggioso è colui che piange, che riesce a buttare fuori tutte le emozioni. Forse sta proprio in quest’aneddoto la chiave di volta per comprendere il grande amore di John per l’Italia, paese in cui le emozioni vengono vissute a pieno delle loro potenzialità. Ed ecco lo scacco matto di “I’m not a Penguin”, in cui nel confronto tra la nostra cultura e quella anglosassone per una volta non ci troviamo a ridere amaramente dei nostri vizi o coloriture, anzi, con leggerezza, alla fine, ne usciamo perfino vincitori. E se è un inglese a dirlo…
Insomma, uno spettacolo che propone un interessante confronto interculturale facendoci riscoprire l’Italia e quelle che sono le nostre più dolci caratteristiche che a volte sfuggono persino a noi che qui ci siamo nati. Che altro aggiungere se non un :
THANK YOU MR SLOAN FOR YOUR HILARIOUS PERFORMANCE! I CAN’T WAIT TO SEE YOU IN YOUR NEXT SHOW!