Ecco perché dovreste convertirvi tutte alla coppetta mestruale
La prima volta che ho sentito parlare di una coppetta mestruale, credo sia stato qualche anno fa in uno di quei monologhi informativi di Beppe Grillo nella sua fase pre-politica. Non so nemmeno perché lo stessi guardando, ma ricordo bene di essermi incuriosita nell’ascoltare di questa innovazione fighissima che spopolava all’estero.
Poi me ne sono dimenticata, e un paio d’anni e decine di scatole di assorbenti dopo, eccola di nuovo! La mia bacheca facebook ne è infestata, ne leggo sui blog, scorcio pubblicità: la coppetta è in auge, la coppetta è cool, la coppetta is the new black, la coppetta è ovunque. Decido quindi di dare un’occhiata più attenta.
Come funziona di preciso? Di che materiale è fatta? Quanto dentro va messa? Quanto costa? E soprattutto, che vantaggi ha, effettivamente, rispetto a tamponi e assorbenti esterni? Purtroppo non avevo nessuna testimonianza in carne ed ossa da far sedere al mio sofà e sommergere di domande concrete; ogni volta che avevo provato a sondare il terreno delle mie conoscenze femminili davanti un caffè (hey, avete sentito di quella cosa, quella…coppetta mestruale?) sguardi corrucciati di falsa nonchalance e labbra disgustate avevano accompagnato risposte elusive.
L’argomento sembrava essere ancora tabù e tutto quello che avevo erano pagine e pagine di forum on-line. Tantissime la usavano da anni e si dicevano entusiaste; pochissime si dicevano infastidite al sol pensiero. Ma potevo veramente fidarmi di quello che leggevo? L’altro giorno mi sono imbattuta in uno “studio super scientifico” su quanto le pillole al carciofo facessero dimagrire, e a fine pagina decine di commenti falsi e il prevedibile link per comprare il miracoloso prodotto. È risaputo che internet sia un pozzo senza fondo d’informazioni eccezionali e cazzate sconcertanti. L’unico modo per sapere se la coppetta fosse veramente così meravigliosa come leggevo, era di provarla in prima persona. Ora posso dirvi tutto quello che io avrei voluto sapere e spiegarvi perché dovreste passare anche voi al lato oscuro.
Avete mai pensato alla taglia della vostra vagina? Ecco, io pensavo di conoscerla bene la mia, ma non l’avevo mai sottoposta allo stress delle taglie. Tranquille, sappiate che non necessiterete di grandi conoscenze al momento dell’acquisto. Le taglie normalmente in commercio sono solo tre: S, M e L. Eventuali parti naturali precedenti e portata media del flusso sono parametri chiave per la scelta. E incrociate le dita perché prima di andare alla cassa non potrete passare al camerino. I prezzi partono da 10€ per le più economiche, fino a 20, 30 €. Potrete comprarla on-line e farvela mandare a casa nel pratico sacchettino di cotone, oppure trovarla in alcune farmacie più all’avanguardia, ma immagino la reperibilità dipenda dall’altezza dello stivale dove vi trovate. Io l’ho trovata facilmente all’estero, ma come mi disse Grillo tanto tempo fa, l’Italia è un paio di scalini indietro in quanto a innovazioni ecologiche, e forse anche in altro. Oltre alla taglia (alcune case hanno cominciato a produrla anche in formato XS o XL), c’è da scegliere il modello, la capienza in millilitri, la lunghezza in millimetri, lo stelo piatto, pieno o ad anello e sì, anche la nuance, perché ovviamente siamo donne e il rosa ci garba di più, lapalissiano!
Come succede poi per le tonalità di rossetti, anche alla rosa di sfumature diverse della coppetta alcune case hanno affibbiato nomi improbabilmente più allettanti. Vedi foto. Mi chiedo sempre se le persone che per lavoro hanno il compito di scegliere i nomi dei colori si facciano grasse risate nel farlo, o se prendano la questione sul serio. Una volta ho comprato un lucidalabbra color “Meet me in Paris”. Lo giuro. Ritornando alla coppetta, vi sembrerà tutto molto complicato, lo so, e capisco la tentazione di mollare il mouse e ritornare a sbirciare stizzite la home di facebook; ma vi assicuro che non lo è, tenete duro e partecipate alla rivoluzione con la vostra goccia nell’oceano. Perché sì, per me è stata una vera rivoluzione, e ora vi racconto il perché.
Ma prima, tocchiamo velocemente la parte più scottante –nel vero senso della parola‒ : bisogna bollire la vostra coppetta per sterilizzarla (cinque minuti bastano) prima e dopo ogni ciclo, quindi orientativamente due volte al mese (le opinioni circa la frequenza del bollito sono discordanti, ma la più accreditata è questa). Riservate un pentolino a lady C., non ve ne pentirete. Esistono anche altri modi per sterilizzarla, il microonde per esempio, oppure a freddo, con pastiglie dissolvibili e spray. Se scegliete la bollitura, il mio consiglio è: visto che non è appetitosa e che di solito siamo solite fare più cose allo stesso tempo, ricordatevene dopo averla messa in pentola, o vi ritroverete ‒come è già successo a molte‒una coppetta brûlée. Se condividete casa con altre persone e non avete voglia di ricevere domande indiscrete, mi verrebbe da consigliarvi di sgattaiolare in cucina nelle ore notturne, ma per esperienza personale pare l’idea non vada a braccetto con coinquilini festaioli e spuntini delle 3 del mattino. Finite le noie, passiamo alle cose fighe.
La domanda che dovreste porvi è “perché dovrei aver voglia di inserire dentro di me questa campana di silicone se uso da anni assorbenti normali e non ho problemi?”. Bene, inizio con quella che per me è la motivazione più figa: per il rispetto all’ambiente! La maggior parte degli assorbenti normali contiene una speciale polvere composta da granuli di molecole di poliacrilato di sodio (SAP, super absorbent powder), la cui funzione è assorbire i liquidi organici. Poi ci sono le colle, gli strati di felti a base di resina sintetica, il topsheet ‒la parte a diretto contatto con la pelle‒ composto di prolipropilene, e tutto questo senza considerare i colorati packaging. Se la chimica non era il vostro forte al liceo ‒high five‒ sappiate che questi paroloni vogliono dire solo una cosa: schifezze difficili da riciclare. Una coppetta in silicone può durare anche più di 10 anni. Dieci! Pensateci un attimo: quanta plastica, e cartone, e strati di stoffa, e materiali sintetici e profumato packaging con i fiorellini risparmierete al pianeta Terra? Non riesco nemmeno a immaginarlo. Potrete contribuire sensibilmente alla riduzione della fabbricazione, del trasporto e del duro smaltimento di tanti, tantissimi rifiuti evitabili. Inoltre il contenuto della coppetta è –ne siamo certe– organico e può essere buttato in qualsiasi scarico senza generare inquinamento. Non è roba da poco; e se ciò non basta a intenerire il vostro cuore da ecologiste, sappiate che i vantaggi non finiscono qui.
Risparmierete un sacco di soldi; il ciclo mestruale è una costante per gran parte della vita di una donna, e costante è la spesa che –vuoi o non vuoi– accettiamo di sostenere con gli assorbenti, di marca o sottomarca. Il prezzo di una coppetta è superabbordabile, e col passare dei mesi e degli anni vi renderete conto di aver fatto un gran favore all’ambiente e al portafogli (dove finiscano esattamente i soldi risparmiati, questo non ve lo so dire; si tratta di quei risparmi fantasma della serie“se passo a rollare tabacco o smetto proprio di fumare mi troverò con decine di banconote in più a fine mese” che siamo certi esistano, anche se non sappiamo bene che fine facciano). Circa la coppetta, Wikipedia recita : “Oltre alla economicità e all’ecologia di questo sistema esistono vantaggi per la salute della donna, infatti la caratteristica principale consiste nel fatto di non assorbire il flusso mestruale ma di raccoglierlo. La funzione di assorbimento dei tradizionali sistemi non si limita al solo flusso mestruale ma anche al muco cervicale che come funzione primaria ha quella di essere un anti-batterico, infatti esso va a creare una barriera tra la vagina e l’utero (all’interno del canale cervicale) impedendo così ai batteri (ed altri organismi estranei) di entrare nella cavità uterina.”
Quoto; la coppetta, una volta inserita in vagina, raccoglie il sangue mestruale, dopo alcune ore (4-5 nei giorni di flusso intenso, 8-12 o anche più nei giorni di flusso lieve) si estrae, si butta il liquido mestruale nello scarico (una scena degna dei migliori splatter), si sciacqua o si pulisce con della carta igienica o una salvietta, e si inserisce di nuovo; credo che la grande innovazione sia proprio quella di contenere invece che assorbire. E aggiungo: nessun tipo di assorbente in commercio permette alle nostre parti intime di evitare il contatto prolungato con il sangue assorbito. Solo la coppetta, contenendolo, ci può risparmiare irritazioni e secchezza. Una volta inserita potrete tenerla per un tempo che varia a seconda del vostro flusso, ma comunque più lungo di quello di un normale assorbente interno o esterno, e ciò è dovuto alla sua capacità di contenere, cioè alla sua vera e propria capienza in millilitri. La maggior parte delle coppette presenta poi una scala graduata stampata sulle sue pareti e, contando quante volte vi troverete a svuotarla, potrete misurare l’entità esatta del vostro flusso. Vi sorprenderete a scoprire di non avere proprio idea di quale sia la vostra perdita mensile in millilitri. Azzardate un numero prima di iniziare la misurazione, tanto lo sbaglierete.
Dire che con la coppetta vi sembrerà di non avere il ciclo significa spararla grossa, lo so, ma ci andrete vicino. Sentitevi libere di fare sport e andare al mare, grazie all’effetto ventosa lady C. rimarrà lì ferma ad aspettarvi come una buona amica. Potrete passare le notti insieme (!) e, facendo quello che (forse) nemmeno la vostra migliore amica farebbe, sarà lì con voi tutto il tempo se deciderete di avere rapporti che non prevedano la penetrazione. Se siete allergiche al lattice, assicuratevi di scegliere quelle composte esclusivamente da silicone medicale. Se siete vergini, penso sia scontato, evitatela.
Anche voi spesso dimenticate le cose? Bene, un punto extra per il vostro ingresso nel club della coppetta: all’uscita da casa non dovrete ricordarvi di la fare scorta di assorbenti calcolata in base al tempo che prevedete stare fuori, alla portata del flusso di quel giorno, alla capienza della borsa, o all’eventuale possibilità di dormire fuori casa, perché –sorpresa sorpresa– la coppetta sarà già dentro di voi!
Leggendo le varie testimonianze, ho notato una buona fetta di timorose aspiranti sperimentatrici manifestare la paura che la coppetta venisse risucchiata e la titubanza circa un sistema che preveda l’inserimento in vagina di un corpo estraneo. Con una conoscenza anatomica di base ci si tranquillizza: il canale vaginale termina con il collo dell’utero (muso di tinca) che ha un’apertura di pochi millimetri, quindi è davvero difficile ‒leggi impossibile‒ che la coppetta possa salire oltre il canale vaginale. Se poi questa ipotesi si verificasse, sorridete: questo significa che la vostra vagina ha dei superpoteri e, qualora non ne foste già a conoscenza, potrete sfruttarli per diventare ricche e avere una vita di successi.
Circa la questione del corpo estraneo, mi vien da commentare: ok, ok, ok, capisco che l’idea di strizzare in 2 o 4 (esistono differenti modi per l’inserimento) una campanellina di silicone dentro di voi non sembra proprio la cosa più allettante del mondo, ma pensate ai vantaggi, pensate ai prati ridondanti di fiorellini bianchi che salvaguarderete con quella semplice mossa, e pensate che ‒comunque‒ l’idea che da lì ci entrino o escano delle cose non è poi così balzana; no?
Quindi, considerando anche che a differenza dei tamponi interni con la coppetta non c’è rischio di insorgenza della Sindrome da shock Tossico (TSS), siete pronte a entrare nel club?
Siete pronte ad avere la possibilità di andare in giro nude anche in quei giorni?
Siete pronte a risparmiare alle prossime generazioni un po’ di nostra spazzatura?
Siete pronte a regalarvi un viaggio con i soldi risparmiati (se riuscite ad acciuffarli)?
Siete pronte a mettere da parte remore, vergogna e indugi e ad abbracciare l’idea che ‒forse‒ questa soluzione che non vi hanno proposto le vostre mamme possa essere, sotto tutti i punti di vista, una risposta geniale?
Ah, e la prossima volta che busserete con le nocche alla porta di un bagno pubblico con fare seccato, ricordatevi che dall’altra parte potrebbe esserci una donna alle prese con la sua coppetta mestruale e la salvaguardia del pianeta.