Oh Uomo Dove Sei?
Il commento migliore che ho avuto occasione di sentire dopo la vittoria agli Oscar di La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino è stato: speriamo che la vittoria di questo film serva da incentivo a rilanciare il valore della GRANDE BELLEZZA in Italia e sul pianeta Terra.
Nel mondo contemporaneo, dove a tutti i livelli – dalla politica alla cultura, dal cinema alle nostre stesse vite – assistiamo ad una folle corsa dietro ciò che consideriamo importante solo perché prepotentemente più brillante e sotto gli occhi di tutti (vedi likes su facebook, o false dichiarazioni non supportate dai fatti), uno sguardo verso ciò che ha sempre accompagnato il nostro percorso di uomini senza voler a tutti i costi stare in prima pagina, meriterebbe forse più attenzione.
Meriterebbe; ma il condizionale è un prospettiva tutta da realizzarsi, che esiste per ora solo in potenziale, ed ecco allora che noi restiamo tutti presi dai nostri obbiettivi futuri, dalle nostre opinioni, dal lamentarci spesso e volentieri di cose inesistenti (o a lamentarci comunque di tutto, perché fa snob, anticonformista, o quello che vi pare), per poterci accorgere di quella bellezza sottile e nascosta che si deve sussurrare a bassa voce altrimenti si sciuperebbe, quella che sta sotto tutto il bla bla bla e il chiacchiericcio privo di senso di cui parla Jep Gambardella nel film.
Eppure basterebbe molto poco. A tutti noi sono stati forniti in dotazione cinque sensi ed un certo tipo di sensibilità, che potrà essere più o meno sviluppata a seconda degli individui, ma che lascia una traccia consistente di sé in ciascuno di noi. E quindi mi chiedo com’è possibile che ci si sia potuti dimenticare di lei, della bellezza, della profondità delle cose, dell’emozione che si prova a guardare due innamorati abbracciati su una spiaggia mentre l’ultimo falò di agosto li riscalda da dietro scoppiettando, o del tocco leggero del vento che increspa le acque di un laghetto in un parco cittadino dove le papere fanno il bagno rilassate. Mi chiedo come ci si sia potuti far attirare dal rumore delle tastiere elettroniche e degli smart-phones, tagliando fuori dalla memoria il silenzio che l’alba e il tramonto lasciano sui nostri visi, con i loro infiniti passaggi sempre uguali eppure ogni volta diversi.
Silenzio, una parola importante ma troppo spesso sopravalutata o sottovalutata. Ci circondiamo di silenzio oppure vogliamo reprimerlo del tutto sotto il peso delle nostre azioni. Ma il silenzio, quello vero, è qualcosa dietro cui non ci si può nascondere, che non accetta la menzogna nemmeno se innocua o virtuale. E’ qualcosa che ci costringe a dimenticarci degli obbiettivi, dei vuoti che stanno in superficie, per ricordarci dei singoli giorni e delle ore, di quello che abbiamo provato l’ultima volta che ci siamo distratti a guardare un vecchio correre lentamente dietro al suo cane, di chi eravamo la volta in in cui ci siamo sentiti spaventati, delusi, felici, ubriachi.
Abbiamo disimparato che cosa significa tremare di fronte ad una prova concreta e difficile che ci aspetta, ad ascoltare la voce di una mamma che racconta una favola al suo bambino prima che lui dorma. Ci hanno insegnato a collegarci con tutto e tutti istantaneamente, ma non ci hanno detto come staccare la spina nel caso volessimo restare a guardare un eclissi di sole un po’ più a lungo del previsto, o se volessimo accogliere a braccia aperte un amico che ritorna a casa e ha paura che i suoi cari lo abbiano dimenticato, così come si sono dimenticati di farsi gli auguri a Natale, perché troppo presi dai pacchetti regalo e dalle apps di ultima generazione che un qualche giovane avulso dalla realtà ha pensato bene di creare per poi vendergli.
LA GRANDE BELLEZZA si trova laggiù, sepolta da qualche parte in mezzo agli alberi fitti di questa giungla amorale che avanza sempre di più, illudendo, confondendo e non concedendoci il silenzio necessario per ascoltare il battito del nostro cuore che pulsa, che s’impregna di tutto ciò che ha vissuto, costruito e contribuito ad amare.
LA GRANDE BELLEZZA, quella che ormai si è costretti a raschiare sul fondo incrostato della società e del nostro animo ingiallito come paglia bruciata al sole.
LA GRANDE BELLEZZA, quella che continua, nonostante tutto, a parlarci e a emozionarci, anche se la sua voce viene da lontano, come un brusio indistinto che si sente la notte quando si guarda alle stelle, ma che noi tutti sappiamo esistere, in quanto tutto il resto è solo un trucco… Sì, è solo un trucco.