Lettura n.3 – L’incantamento del vuoto
Ricordo quando ero bambina, ogni ombra un’entità misteriosa, ogni anfratto un mondo sconosciuto da esplorare, ogni oggetto un segreto da scoprire. E le parole anche, quelle strane, quelle insolite mai sentite mai comprese, inventate di sana pianta per definire oggetti non ben identificati. Una vecchia reflex del nonno diventava un macinino del caffè e un lenzuolo sgualcito una tenda di tribù indiane che decidevano le sorti di due bambole dagli occhi spalancati. Quel mondo sconfinato credo che sia dentro di noi per sempre, basta evocarlo con un ricordo, un profumo, un nome. Basta anche leggere un libro in cui le pagine ti aprono allo spazio di un appartamento dove le pareti sembrano dilatarsi e tu, come dopo aver mangiato un pezzetto di biscotto di Alice, diventi piccolo piccolo insieme ad Edo, il protagonista. Risucchiato in un vuoto immenso.
Non c’è più alcuna certezza nella tua vita, i tuoi genitori scomparsi, morti, spariti, e l’unica cosa che sai è che non puoi varcare la porta del tuo appartamento dove tuttavia lasci entrare i personaggi più singolari che potresti mai incontrare nella tua vita da adolescente. Le risatine non del tutto innocenti delle attivissime gemelline vicine di casa, o dell’amico Enea che diversamente dal tredicenne protagonista che non esce mai non varca la porta di casa per entrare, o del rappresentante di aspirapolveri ossessionato dalla presenza dei microbi negli spazi più reconditi.
Gli zii vorrebbero strappare Edo alla sua solitudine e portarlo in un mondo protetto fatto di adulti e di cose sensate, ma questo tredicenne sembra essere attaccato a quelle mura come un naufrago alla zattera. E come un naufrago resisterà nel suo microcosmo strampalato e fluido su di un materasso nel vuoto di una casa ricoperta di cellophane come un piccolo cuore che continua a battere sott’acqua senza respiro ma deciso a vivere ad oltranza.
Leggero Edo scivola via nelle pagine e ti fa venire voglia di passare un attimo da casa così per fargli un saluto, portargli da bere o sedere con lui in salotto a chiacchierare. Poi ti ricordi quanti anni hai e capisci che in quella casa difficilmente ti faranno stare Edo e i suoi personaggi stralunati. Per qualche minuto però, leggendo di lui, ti sei sentita come quella volta in cui nascosta nel giardino del nonno spiavi i momenti di tutti i grandi che preoccupati si affannavano a cercarti.
Leggendo “Strategie per arredare il vuoto” Paolo Marino – Mondadori editore