Notte interminabile
Questa notte è una di quelle interminabili.
Mi giro e mi rigiro nel letto, ma non c’è verso di addormentami. Provo a contare le pecorelle, a pensare qualcosa di rilassante, ma niente da fare. Ci si mettono anche i rumori esterni a peggiorare la situazione: un simpatico camion dell’immondizia che fa il suo rumoroso dovere; un cretino che passa con l’autoradio a tutto volume con l’ultima hit neomelodica che rimbomba nella strada; il cane del dirimpettaio che sente di dover avvisare il mondo intero, a piena ragione, che la hit precedente non è poi così gradevole per le sue e nostre orecchie; il mio fidanzato che purtroppo parla nel sonno molto spesso e non sempre sussurrando parole dolci.
Allora provo a verificare se in televisione c’è qualcosa che possa avere un effetto soporifero. Facendo zapping mi rendo conto che ce ne sarebbero di scelte noiose al punto tale da conciliarmi il sonno, ma mi ipnotizza il canale dello shopping. Si va da un attrezzo ginnico da utilizzare in posizioni assurde, per rassodare i glutei e gli addominali di ragazze che nulla hanno bisogno di rassodare, al coltello multifunzione per sminuzzare, triturare, affettare qualsiasi cosa ti capiti a tiro, anche il fidanzato di cui sopra.
Ecco, forse gli occhi stanno cominciando a capire che dovrebbero arrendersi all’evidenza dell’orologio che segna le tre e mezza. Cominciano a bruciarmi al punto giusto. Spengo la tv e mi concentro per dormire.
Cerco la mia posizione abituale, e provo a rilassarmi.
Sì, ci sono riuscita, addirittura sto sognando, dunque è fatta. Ma dove mi trovo, che posto strano. Tutto è molto poco illuminato. Sembrerebbe una strada isolata di campagna. Non c’è anima viva. Io sto camminando dirigendomi chissà dove e per quale motivo, quando improvvisamente precipito in una buca profondissima. Nel buio di questa oscura cavità, scorgo due occhi che mi puntano. Strillo, con tutto il fiato che mi ritrovo, provo a scappare, ma tutto è inutile. Qualcosa o qualcuno mi afferra e mi stringe il collo strattonandomi. L’angoscia mi assale, non so come scappare. Cosa sta succedendo, cos’è quest’essere mostruoso che mi ha catturato?
Mi sveglio di soprassalto, tutta sudata e tremate. É stato davvero un bruttissimo sogno, fin troppo realistico.
Gli incubi sono spesso rappresentati dagli artisti nelle loro opere, forse perché molte volte inspiegabili e affascinanti.
Mi viene in mente l’opera di Johann Heinrich Füssli, pittore e letterato svizzero del secondo Settecento, intitolata proprio L’incubo. Il quadro ha una sfumatura onirica che ci conduce nella dimensione del sogno agitato della giovane donna dormiente in preda all’incubo, riversa sul suo letto con le braccia e la testa inclinate all’indietro, in una posa volutamente innaturale per simboleggiare il dolore e la sofferenza che si delineano con chiarezza sul viso dolente e passionale della fanciulla. Sul petto della ragazza preme, quasi fosse concreto, l’incubo: una creatura scimmiesca, ghignante, che sembra ricordare i gargoyles delle cattedrali gotiche. L’ambiente, in cui è rappresentata la scena, è una semplice stanza in penombra tipicamente borghese con un mobile per profumi, il portagioie e lo specchio in cui non si riflette l’immagine inquietante del mostro che tormenta il sonno della ragazza, chiara dimostrazione che esso non è una realtà materiale e concreta. Nello sfondo scuro si può notare una giumenta, come voleva l’immaginario tradizionale inglese della leggenda dell’incubo – nightmare, incubo, è infatti una parola inglese composta da “night” notte e “mare” cavallina – che si diceva cavalcasse nella notte per andare a tormentare il sonno delle fanciulle.
La rappresentazione di Füssli è un viaggio nella dimensione onirica del sogno, e dell’incubo in particolare. Attraverso una trasposizione su tela dell’inconscio umano, l’artista riesce a descrivere tutto ciò che Freud solo in seguito teorizzerà. Le passioni, le pulsioni, gli istinti animaleschi che l’uomo deve saper controllare. La riproduzione dell’inconscio attraverso il simbolismo di un mondo irreale popolato da esseri magici, fiabeschi o anche satanici. L’artista fa ciò forse per distaccarsi dal pensiero razionale e illuminista del tempo, anticipando il nuovo pensiero filosofico e artistico dello Sturm und Drang tedesco (tempesta e impeto), motivo per cui Füssli viene considerato precursore del Romanticismo.
Tornando al mio incubo, chissà perché questa notte è stata così agitata. Questo brutto sogno mi ha così infastidita e innervosita da farmi nuovamente passare il sonno. Tanta fatica per farmelo venire e poi, devo ricominciare tutto di nuovo. Ancora zapping, ancora shopping televisivo, ancora pecorelle.