Io sto con Uber
Forse questa è la volta che la pagano per tutte.
I tassisti, corporazione tra le più temute e potenti (e odiose) del nostro Paese, devono affrontare un problema serio: la faccenda Uber.
Uber infatti, come il car sharing che pure gli fa meno paura, non si può fermare con scioperi selvaggi né ricattando il potere politico. Siamo di fronte alla rivolta del mercato che ha finalmente trovato il modo per rimettere al loro posto questa gente che crede ancora di poter imporre il proprio volere a tutti quelli che la pensano diversamente.
La corporazione dei tassisti è notoriamente di chiaro stampo medioevale e da sempre rifiuta con ostinazione qualsiasi seria liberalizzazione. Pure moderata. Pure diluita nel tempo. Gli scienziati che la governano non si sono mai fatti troppi scrupoli nel prendere in ostaggio inermi cittadini impedendo loro di muoversi nelle città bloccate dalle loro proteste. In tutto questo hanno sempre poi irriso il buon senso sostenendo di guadagnare spudoratamente pochi spiccioli e confessando allo stesso tempo di aver acquistato la licenza per mezzo milione di euro.
Negli anni hanno messo sotto assedio Roma e Milano su tutte, ma anche nei piccoli centri hanno fatto danni enormi. Immagino che non si stupiranno se adesso una larga maggioranza di persone che è obbligata ogni giorno a essere competitiva in un regime di concorrenza in quasi tutti i rami delle attività economiche se la ride per il fatto che anche costoro saranno costretti alla stessa sorte.
Una piccola meravigliosa App, UBER, ha cinto di assedio la loro cittadella medioevale. Né alte spesse mura, né ponti levatoi – subito alzati a difesa – li potrà tenere al riparo dall’era moderna.
Eppure la politica sta provando a salvarli di nuovo. Il ministro dei Trasporti Lupi assieme a Maroni governatore della Lombardia hanno dichiarato il servizio Uberpop, che permette a privati cittadini di dare passaggi a pagamento ad altre persone, “illegale”. L’attività principale di Uber, le chiamate via app ad autisti Ncc (noleggio con conducente), sarà invece oggetto di ulteriori verifiche.
Il buonsenso lascerebbe capire che Uber non infrange alcuna legge perché è “soltanto” un’applicazione. Agisce come piattaforma tecnologica per mettere in contatto clienti con autisti. Nulla ha a che fare con il trasporto in sé per sé.
Una sorta di social network.
I noleggiatori che utilizzano Uber invece sono sul filo del rasoio.
Le differenza tra essere un tassista e un NCC infatti sono labili e non ben identificate (dopo mille variazioni si è arrivati al compromesso all’italiana che esso si riduca all’imposizione del rientro in rimessa alla fine di ogni corsa per attendere la chiamata del cliente successivo e di non sostare su vie e piazze.)
Gli Ncc non possono usare un tassametro che in realtà non viene utilizzato con Uber dove il costo della corsa si pattuisce prima e non si dà aggio al tassista di fregarti facendoti fare il giro delle sette chiese per gabbare qualche euro all’ignaro turista.
Cari tassisti, ci avete stancato con le vostre manie di persecuzione e la vostra violenza e, per questo, io sto con Uber.