Nella Casa del Ghiro, vent’anni di suggestioni
veniamo accolti con la cifra d’una ospitalità perduta la cui persistenza, di tanto in tanto, fa gran piacere riscontrare ancora.
Della fattoria non possiamo rendere adeguata testimonianza, ma c’è: c’è la mucca, c’è l’asinello, c’è lo stagno delle anatre e l’orto e tutto quanto ci si aspetta di trovare in un agriturismo che si rispetti. Si fa ora di pranzo, inizia la festa, e facciamo brevemente conoscenza con Paola: veniamo accolti come s’accoglie invero l’amico e non l’amico dell’amico, con la cifra d’una ospitalità perduta la cui persistenza, di tanto in tanto, fa gran piacere riscontrare ancora.
Il cibo è di par suo adeguato alle premesse e alle aspettative: un trionfo di sapori e d’abbondanza, che affonda radici profonde nel dirsi della tradizione contadina che, malgrado ogni anelito di rinnovamento in direzione dell’hotelling più avanguardista, tuttora si respira ovunque in fattoria, e che ne è tratto e pregio indiscusso.
Non abbiamo avuto in questa breve incursione che qualche suggestione di cosa possa offrire un soggiorno alla Casa del Ghiro. La lasciamo con la promessa di ritornarci per parlarvene ancora e più compiutamente.
Ad maiora, Paola! Possano i vent’anni moltiplicarsi e farsi, con le medesime soddisfazioni (non troppo presto), duecento e anche più!