L’arroganza di Napoleone
Napoleone: un nome decisamente importante per un pesce! Chissà perché lo chiamano così . Ha un carattere docile e schivo, nonostante le sue notevoli dimensioni. Solo la gola lo tradisce, ma io ancora non lo sapevo.
Saint John Reef, Egitto.
L’acqua è calda, quasi stantia, nel sistema di canyons scavato dalla marea nella barriera corallina. I coralli molli crescono rigogliosi, gonfi e turgidi d’acqua, ospitano piccoli esserini, come crostacei o gobidi dalle dimensioni minuscole.
Non sono interessata alla fotografia d’ambiente, oggi. Ho bisogno di concentrarmi, di focalizzare l’attenzione su di un punto. Tutta questa luce sommersa mi abbaglia, volto le spalle al sole, e mi metto a cercare tra le fronde coralline.
(…) con l’agilità d’una ginnasta, rimbalzo all’indietro gridando per lo spavento nell’erogatore (…)
Uno strattone al braccio, come se qualcuno volesse richiamare la mia attenzione. Non mi volto nemmeno, non mi interessa! Presa da un esasperato egoismo, nemmeno penso che qualcuno potrebbe aver bisogno d’aiuto.
Proseguo nella mia ricerca, e tutto torna immobile come prima. Un’altro richiamo: questa volta mi bussano sulla spalla. “Dannazione“, sono infastidita, continuo a ignorare il subacqueo, e lo mando letteralmente a “dar via le bolle” con un gestaccio.
Finalmente trovo ciò che cerco: uno splendido granchio decoratore dei coralli. Il momento è topico, sto per scattare, ma una manata in pieno viso mi stordisce.
Mi volto infuriata, pronta ad azzannare il “rompi bolle” alla gola ma, con l’agilità d’una ginnasta, rimbalzo all’indietro gridando per lo spavento nell’erogatore. Due enormi labbra a pochi centimetri dalla mia maschera, ecco ciò che ho visto!
Come rimbalzo io all’indietro lo fa anche l’enorme creatura. Siamo a circa un metro l’una dall’altra, ci guardiamo con il cuore, il mio di sicuro, che batte all’impazzata.
Pochi minuti paiono un’eternità sott’acqua. Il gigantesco pesce Napoleone muove i suoi occhi circolari e prominenti, mi scruta, vuole qualcosa da me, questo è sicuro.
Non mi piace l’idea, mi sposto verso un anfratto e lui mi segue: sì ce l’ha proprio con me! Lo ignoro, mi volto e gli do le spalle.
Nemmeno il tempo di pensare: “errore“, che me lo ritrovo addosso, e con il muso cerca di rimuovere un porta boccaglio dell’erogatore dal mio jacket.
“Adesso che faccio“, non so se essere terrorizzata o divertita, di sicuro mi sento a disagio, lo allontano dolcemente con entrambe le mani, ma lui imperterrito ritorna.
L’unica cosa che viene in mente nel trambusto, è che, se dovessi raccontarlo, nessuno mi crederebbe mai. E perché mai sforzarsi di raccontarlo! Il gruppo dei sub si sta già godendo la scena, e Dio solo sa da quanto!
Pinneggio verso la superficie, il Napoleone si ferma, siamo alla frontiera, lui non può andare oltre.
In barca sono alla mercè dello sfottò generale, la “donna di Napoleone“, così mi chiamano!
la guida mi confida che il pesce Napoleone é ghiotto di uova sode
La guida, immancabile figura dalla personalità bivalente (severo guardiano/ cicerone) si pone come terapista per giovani fotografi subacquei depressi. Inizia la sua terapia confidandomi che il pesce Napoleone é ghiotto di uova sode.
Da molto tempo è stato vietato dalla legge il “Napoleon feeling“, ma loro, i giganti buoni, oramai si sono assuefatti, sopra tutto quelli in età avanzata, che di solito sono abbastanza stanziali.
Per la felicità dei subacquei, le guide hanno iniziato a portare le uova sott’acqua per far avvicinare il più possibile questi mastodonti del mare. Ed ora come spiegare ad un pesce determinato a ricevere l’obolo, che quello che lui vuole è solo plastica? D’altra parte stiamo parlando di un pesce che si chiama “Napoleone”. Determinazione, audacia, sfrontatezza, senza dubbio, ha tutte le carte in regola per essere l‘imperatore dei mari.