Si riparte soli per la Corea del Sud
Anche questa volta si riparte, ma con un po’ di tristezza, è inutile dirlo ma in questi giorni mi sono divertito un sacco con i miei nuovi compagni di viaggio Ivano e Phout, dovrei essere contento di andare in Corea del Sud ma non lo sono al cento per cento.
Ebbene sì, quando si lascia un paese come la Thailandia, e degli amici, è sempre dura ripartire da zero (come mi era già capitato in Sri Lanka con l’addio di Ramon). In ogni caso bisogna godersi questo viaggio, no?
Arrivo a Seoul. Questa città turisticamente parlando non offre molto rispetto le altre capitali asiatiche, a me ricorda solo una cosa: Samsung – eheheh…
Per la prima volta decido di fare couchsurfing, ovvero essere ospite in case di persone comuni (generalmente molto gentili). A me capita Inre, un ragazzo indiano. Tutta la sera discutiamo della Corea, dell’India, dell’Italia e del nostro futuro, una chiacchierata che riprenderà anche durante la colazione. Ammetto che questa è stata un’opzione per risparmiare soldi, ma anche per conoscere nuove persone (e rimanerci in contatto). Il mio problema è che a volte ho bisogno del mio spazio, quindi per il giorno dopo mi sono prenotato un ostello per rilassarmi e visitare la città.
Cosa offre Seoul?
Ci sono almeno due palazzi reali, vicini tra loro, forse i monumenti principali. Sono realmente grandi, circa due ore per visitarne uno, non per la complessità della struttura ma perché racchiude altri mini palazzi, giardini e musei. I turisti europei sono pochissimi, direi solo americani e coreani, forse siamo anche in bassa stagione.
La città, oltre queste attrattive, mi sembra un po’ grigia, palazzoni giganteschi con tremila scritte ovunque. La zona universitaria di Hongkik è forse la più viva, con molti localini e sopratutto ristoranti che offrono il famoso barbecue coreano. Questa sera mi troverò con Umberto, un ragazzo italiano che studia a Seoul, e ceneremo proprio qui.
Niente da dire, il barbecue è buonissimo. E pure le birre… Viene servito sullo stesso tavolo dove si mangia, come un piccolo fornello dove ti cucinano la carne al momento.
Passeggiamo un po’ per queste vie, è mercoledì ma c’è tantissima gente, piccoli concerti all’aperto e loro, i coreani, gente simpatica che spesso ti ferma per chiederti di dove sei o anche solo per conoscerti, gente molto curata e, a mio parere, molto vintage e insieme moderna.
La prima impressione della Corea?
Mi piace molto come si vive. Sembra un po’ la Spagna asiatica, anche se mi danno l’idea di essere un po’ troppo alienati dal lavoro, quindi rimango un po’ indeciso sulla precedente affermazione.
Ora mi preparo ché andrò a Jeju Island, ovvero l’isola tra Corea e Giappone, con panorami mozzafiato.
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