La zucchina d’oro
Il mercatino ha la piccola folla di sempre. Quasi tutte donne con molte primavere, come si diceva un tempo, ma vivaci, socievoli e sempre in movimento e con la lingua lunga. Gli ortolani non sono da meno: vendono ortaggi mentre le battute, gli scherzi e i complimenti e la sfacciataggine sono gratis. E’ la dialettica del mercato, in senso letterale non solo economico.
“Ma queste zucchine son quelle di ieri, che crede che non me ne accorga? Sono qui tutti i giorni. Queste sono qui da tanto che potremmo dare ormai un nome a ognuna”, si lamenta una signora.
“Come no” – risponde l’ortolano – “e ringrazi che non sono rosicchiate. Comunque sono qui, se le vuole gliele vendo, altrimenti può tornare domani a fargli visita”.
La signora cambia banco e si rivolge a quello accanto: “O Artemio, ma quest’uva è italiana o viene dalla Spagna o dal Cile? Perché lo spagnolo non lo parlo…”
“O signora, che mi dice? Di questa stagione l’uva la si piglia dal sud, dalla Puglia. Se la cava meglio col pugliese?”
“E già, ma costa come se venisse dalla Cina a piedi”
“Colpa del petrolio”
“Perché non l’annaffiano più con l’acqua?”
“Come no, è per quello che è nera…”
La signora si rivolge a una conoscente, compagna di spesa e di inflazione: “Ma questi prezzi chi li ferma? Il governo fa solo discorsi. I commercianti piangono ma tanto loro aumentano i prezzi, vendono le zucchine come se fosse oro e noi stiamo qui a guardare il borsellino che si svuota sempre più in fretta”
“Non me ne parli, con la pensione che mi ha lasciato il mio povero marito ce la faccio a stento. Eppure mi pareva fino a poco tempo fa di potercela fare bene”
La prima signora, che incidentalmente porta il nome di Aida Carnesecchi, si rivolge di nuovo all’ortolano Artemio: “Facile per voi, se vi vendono la merce più cara, voi alzate i prezzi ma a noi casalinghe e pensionati i quattrini non corrono mai, stanno fermi come pali della luce, prima c’era la scala mobile ora c’è il palo fisso”
Ma no signora, a noi non conviene mai alzare i prezzi, si perdono clienti e quelli che restano spendono meno
“A me poco” – replica pronta la signora Aida – “E quel che è peggio è che mi pare di andare sempre in discesa, mentre i prezzi salgono. Sono sul lato sbagliato della scala. Vabbé, mi dica quanto le devo”
“Allora, l’uva, le zucchine, le cipolle, gli odori, ah anche la lattuga, il tutto solo nove euro e trentacinque centesimi. Facciamo nove euro”.
E allunga alla signora il sacchetto di plastica, infilandoci dentro anche un foglietto a quadretti con il conto. La signora lo guarda, dà i nove euro e si allontana scuotendo la testa, con lo scontino ma senza lo scontrino.