Il Mondiale e le solite proteste dei pezzenti
Não Vai Ter Copa. Eccoli ancora, ad ogni evento di rilievo internazionale, puntuali come la sfiga, spuntano gli oppositori.
Fate il G8? Vi rompiamo i coglioni, e se possibile vi scassiamo la città. Ancora ricordo Genova, messa a ferro e fuoco da quelle mezze calzette di delinquenti sinistroidi radicalchic, figli di papà non ancora cresciuti, che se chiedevi a uno a caso perché fosse lì nemmeno te lo sapeva dire.
Fate una rete ferroviaria ad alta velocità? Orrore, not in my name! E si mobilita una valle intera, massa informe di capelloni e punkabbestia, a sabotare un cantiere per non far scavare le gallerie, che nemmeno se si fossero messi in mente di costruire una centrale nucleare a cielo aperto.
E orde di pezzenti scalzi e scalpitanti si precipitano a protestare, gli occhi del mondo su di loro, proprio su loro che il mondo non l’hanno mai cagato
Questa dei Mondiali, poi, è ancora più insopportabile. Come fa questa gente a non cogliere la grande opportunità che l’evento gli para davanti? Come fa a non rendersi conto di quanto questa attenzione sul Brasile possa finire con l’essere gravida di positivi effetti, se solo si sapessero mettere a buon frutto le circostanze favorevoli?
No, questa gente lo sa benissimo. Il fatto, che si vuol negare, è molto più banale, e risiede tutto nello spettro che si materializza intorno a questa gente: abituata a non fare niente per vivere, è grande il timore che si presenti l’occasione per lavorare, invece di continuare a star da mignatte sulle spalle dei ricchi. Così si protesta, prendendo a pretesto gli investimenti miliardari che avrebbero potuto piuttosto esser diretti a migliorare le loro condizioni di vita. Così, qualche miliarduccio destinato a loro, tanto per gradire. In effetti se lo meritano. Che dire!? Una pretesina da niente.
Sgombrateli tutti, quindi, e senza remora alcuna, queste immonde popolazioni delle favelas, che s’accorgono solo adesso del mondo e smettono di farsi di colla, di prostituirsi e di trafficare in stupefacenti esclusivamente in occasione del Mondiale di calcio. Sgombratele tutte, e sia questa l’occasione per rendere il Brasile un luogo più civile, e non mi si parli di pulizia etnica: a qualsiasi latitudine è ora che tutti lavorino, per faticare tutti di meno, e che i Governi si facciano sentire, approfittando di questi eventi per fare i compiti a casa.
E adesso, lasciatemi vedere in santa pace la partita.
Ti sembro stronzo? Scusa, sto provando solo a mettermi in un punto di vista diverso dal mio, magari mi convinco. Non ti sembro stronzo? Spiegami perché nei commenti. E se vuoi approfondire, vai a leggere quaggiù la presentazione di questa mia rubrica.