Zia, vieni al saggio di danza classica?
Giugno. Mese di comunioni, matrimoni e … saggi di danza. Sì, saggi di danza. Perché quando sei l’ultima di quattro figli, ti capiterà facilmente di avere almeno una delle nipotine che studia questa disciplina. E tu dovrai andare al saggio, senza fiatare, perché altrimenti la dolcissima figlia di tuo fratello non ti rivolgerà mai più la parola. Tu che sei una zia modello, potresti mai deludere una così preziosa creatura? No, giammai. E allora armati di pazienza, e seppure la danza classica potrebbe risultarti n’anticchia noiosetta, taci. Non hai possibilità di fuga.
Devi sederti in platea alle 20.30 ed uscire almeno alle 23.30. Sì perché tu, come l’80% della gente in quella sala, avresti voluto magari fare altro quella sera. Anche guardare con occhio cadente un film già visto in tv o, più semplicemente, cenare e andare a nanna perché hai trascorso l’intera giornata a preparare il prossimo esame di Archeologia classica (e ho detto tutto). No. Non puoi. Devi stare lì, in quel teatro, con accanto a te la nonna della bimba in sovrappeso col tutù rosa, dotata di grande senso del ritmo, che applaude come se stesse ballando Carla Fracci.
E vabbè, è pure giusto dai. I nipoti so piezz’e core. Non sbadigliare e mantieni alta l’attenzione per quei pochissimi minuti in cui tua nipote calcherà il palcoscenico due o tre volte e darà modo al tuo orgoglio di lievitare notevolmente. Gli occhi si riempiranno di lacrimucce ziesche e batterai le mani fino a farle bruciare, come la nonna suddetta. Finiti gli attimi di celebrità della tua piccina, potrai attendere con occhi socchiusi il finale trionfante di tutti i settecentomilacinquecentocinquanta gruppi esibitisi, dove ancora per pochissimi istanti avrai da scorticarti le mani violentemente, e gridare a squarciagola: “Brave, belle e brave!”. Se quest’ultima cosa l’avesse fatta la nonna di prima in qualsiasi momento dello spettacolo, avresti sogghignato un tantinello. Ma l’hai urlato tu. Tua nipote ti ha sentita ed è grata di avere una zia pazza come te, che non manca mai ad un suo spettacolo, con un bel mazzolin di fiori da regalarle.
Che poi a me la danza è sempre piaciuta, in tutte le sue forme. Certo, quella classica è portatrice sana di poesia ed eleganza. Del resto si tratta di un’arte in cui si esprime al meglio la grazia del corpo in movimento. Lo sa bene Edgar Degas che, intorno agli anni sessanta dell’Ottocento, comincia a frequentare l’Opéra parigino e viene catturato dal mondo della musica e del balletto: l’orchestra, le ballerine, le luci della ribalta diventano soggetti ricorrenti di vari dipinti realizzati dal 1866-1867 in poi.
La sua appartenenza al gruppo degli Impressionisti sarà determinata dal modo originale di inquadrare i suoi soggetti: riprese di sottinsù o dall’alto, contenuti decentrati, deformazioni prospettiche. Tutti espedienti che conferiranno alle immagini un forte senso di immediatezza, quasi fotografica. Ed è proprio l’irruzione del suo occhio che è dentro la scena a dare la sensazione di movimento ed essere capace di fornire una verità di visione al di fuori delle convenzioni. Le ballerine, in particolare, saranno riprese in diverse pose e con diverse tecniche, dalla pittura ad olio al pastello, fino alla scultura in cera e in bronzo.
E sarà proprio la Ballerina di quattordici anni (Bronzo e stoffa. 1879-1881. San Paolo. Brasile. Museo d’Arte), realizzata in cera dipinta, ma con abiti, scarpe e fiocco veri, a permettergli di dare una svolta alla storia della scultura moderna ed un nuovo fondamento al concetto di realismo. Dunque, tirando le somme, non ho fatto poi così male ad accettare l’invito al saggio di danza anche quest’anno. Mi sono resa conto di quanti progressi mia nipote abbia fatto. Ho sorriso per l’innocenza di tutte quelle povere stelle ( o étoiles) che hanno reso fieri i loro cari indipendentemente dalla effettiva bravura. Ho ascoltato delle splendide musiche, sia classiche che contemporanee.
Quest’occasione ha fatto sì che potesse venirmi alla mente l’arte di Degas. Ma la cosa principale è che anche quest’anno ho reso felice mia nipote, che è sempre la più bella ballerina del mondo per me. Non dirò mai più che la danza classica è noiosa!