Murena la comare
Tutto il mondo è paese, sia che si tratti di terraferma o sommersa.
Ogni paese o piccolo borgo che sia, ha la sua. Quella che sa tutto di tutti , quella che sempre vede ogni cosa . Appoggiata con i gomiti al davanzale, accalappia il primo passante per attaccar bottone. La loro vita scorre lì: affacciata alla finestra.
La figura della comare di paese mi ha sempre inquietato, forse perché me la immagino sola nella propria casa, in cui non entra mai nessuno.
Da bambina giocavo come un cagnolino scappato da casa, bighellonando con gli amici per i cortili: urla, risate, canzoni gridate al vento. Poi c’era lei: “Lina“, che nelle calde giornate estive ci chiamava a raccolta per mangiare l’anguria.
Una donna piccola di statura e minuta, questa era Lina, portava sempre un foulard sulla testa. Non siamo mai arrivati alla sua finestra, lei non ce lo ha mai chiesto e noi pure.
Siam diventati grandi, e lei se n’è andata, come il suo ricordo. Tutto ha un inizio e una fine, che gran banalità, ma è quello che sta nel mezzo che non finisce mai di stupire.
Ero in immersione nelle calde acque di Sharm El Sheik, un capannello di ciarlieri subacquei si agitava e ” bolleggiava” rumorosamente; sentivo le loro risate.
Mi avvicinai, e con orrore mi ritrovai davanti ad una murena gigante , imbellettata con un foulard rosso, rimasi di stucco, e non tanto per quello che la disgraziata murena stava passando. Bocca aperta, denti ben distanziati, un ghigno che non si riesce mai a capire se di buon auspicio o minaccia; avevo davanti ai miei occhi la caricatura di Lina.
Mi allontanai , non volevo esser partecipe di quello scempio ecologico, ma soprattutto non volevo che nessuno mi vedesse ridere.
Ridevo di gusto, di cuore, come quando la nostra comare ci chiamava all’adunata, con la bocca sdentata e la voce stridula!
Da quell’immersione egiziana, ogni qual volta che incontro una murena, me la immagino così: una comare alla finestra!
Se ne stanno anche loro sempre mezze fuori dalla tana, almeno durante il giorno, con la testa che ammicca dentro e fuori: ti vedo, mi hai visto o forse no, questo è il loro gioco.
Con la bocca che si apre e chiude per respirare, parlano una lingua silente che alle volte risulta anche minacciosa .
Eppure, nonostante l’aria di cipiglio, è curiosa come pochi. Se abituata a ricevere visite si dimostra anche piuttosto confidente, però con me non attacca: della comare all’uscio non mi sono mai fidata! Soprattutto di questa! Di notte si trasforma: elegante e sinuosa va a caccia, implacabile, una vera dea della notte dalla pelle di seta.
Di murene ne ho incontrate tante in immersione: può cambiare il colore del manto, le dimensioni, ma l’atteggiamento è sempre lo stesso! Eh sì , tutto il mondo è paese!