Il Brasile secondo i TwoBoysOneTrip
Ultima tappa del Sud America è il Brasile.
Ramon c’era già stato e forse era quello più interessato a vivere questo paese, io ero curioso ma ho sempre visto questo stato troppo violento per i miei gusti. Le nostre rotte saranno Porto Alegre, Foz do Iguazu, Florianopolis, Paraty, Sao Paulo e finiremo poi a Rio de Janeiro. Forse vi avevamo giù parlato di Porto Alegre, sicuramente non è una meta turistica, forse meglio un punto di partenza per visitare il sud del Brasile, il caldo afoso peggiora ancora la situazione.
Avevamo una gran voglia di spiaggia e qua non l’avevamo trovata, siamo degli sfigati! Dediciamo quindi di lasciare Porto Alegre e dirigerci verso le paradisiache spiagge di Florianopolis verso i primi di gennaio. Florianopolis era una delle nostre mete per capodanno ma i prezzi per queste date erano troppo alte e quindi abbiamo preferito visitarla una settimana dopo.. .non è stata una decisione fortunata, sembrerebbe che il sole ci eviti… due giorni (per ventiquattro ore) di pioggia!
Che facciamo? Ma il Brasile senza sole che Brasile è? E non siamo nemmeno nella stagione umida. Ok, io e Ramon decidiamo di spostarci verso la penisola di Florianopolis, prendiamo uno dei bus più scassati visti fino adesso e partiamo. Dopo una camminata di un’ora (con bagagli annessi) arriviamo al nostro Green Hostel, moltissima gente, una piscina e un’ambiente rustico: perfetto!E’ quello che volevamo.
In quest’ostello riscopriamo il divertimento e la vita sociale, ci serviva un po’. Conosciamo due ragazze cilene Paloma e Costanza che ci faranno compagnia tra una birra e un chupito tutta la serata, per poi finire in spiaggia ballando e scherzando con gente sconosciuta.
Sicuramente una delle serate più belle passate in America del Sud. Anche qua il tempo si fa desiderare, non siamo fortunati, e pure tra di noi la cosa è tesa; non è la vacanza sogno che ci aspettavamo, ci sono momenti bellissimi ma anche litigi. Forse non avevamo calcolato che passando ventiquattro ore insieme per vari mesi avremmo potuto esserci un po’ “saturati”, secondo voi è normale no?
Forse è meglio prenderci una pausa, nel senso, due o tre giorni passarli separati, penso io, ma questa opzione viene bocciata. Continuiamo il nostro viaggio verso Paraty, un bel po’ più a nord, e d’improvviso… il sole e il caldo!Non ci crediamo! In meno di un secondo parcheggiamo i nostri bagagli e andiamo in spiaggia, mi dimentico pure l’asciugamano ma vabbè l’entusiasmo era a mille.
Il panorama e la location erano stupende, questo è il Brasile che vedevo nelle cartoline. Decidiamo di rimanere più giorni, stiamo bene qui, riusciamo ad entrare nel budget (mangiando tutte quelle fritture tipiche brasiliane) e abbiamo riscoperto che un po’ di relax fa bene (il nostro ritmo di viaggio stile maratona ci sta distruggendo).
Purtroppo come tutte le cose… finiscono. E’ ora di partire per la megalopoli di Sao Paolo, non distante da Paraty. L’impatto all’arrivo non è dei migliori, zone in degrado, si respira un po’ di insicurezza e tantissima gente ovunque. Stasera ci troviamo con Samir un amico di Ramon, che ci farà da Cicerone.
Arriviamo all’ostello, conosciamo un peruviano nel nostro dormitorio che ci dice di stare attenti a dove e quando uscire in questa città poiché il giorno precedente avevano derubato quattro persone dell’ostello.
Ramon è un po’ impaurito, io forse faccio finta di sentirmi sicuro. Continuiamo la visita alla città, l’Avenida Paulista è il centro economico della città con palazzi lussureggianti e musei, visitiamo quello di Arte Moderna (siamo fan dell’arte moderna), poi ci dirigiamo verso l’antica stazione dei treni: ha il suo fascino ma la zona di certo è una delle più pericolose (a quanto detto).
E’ sera, incontriamo Samir in un bar di Caipirinha, ne proviamo di tutti i gusti (ormai neanche guardiamo il budget in Brasile, siamo totalmente fuori) una buonissima, ma erano tutte con frutta mai vista prima. Il Brasile ha una gamma enorme di frutta. Andiamo poi a mangiare i soliti cibi fritti brasiliani (soliti non proprio, volevo dire i piú economici) e dopo tre birrette (di quelle congelate) andiamo in un club. La serata finisce nel club, molto carino, gente forse troppo snob per i miei gusti ma ci divertiamo con Samir e una sua amica.
E’ ora di tornare in ostello, domani dobbiamo prendere il bus per Rio de Janeiro, ultima tappa, addio America Latina, da qua la faccenda sarà più complicata, ora si parlerà sempre in inglese, in Africa sarà dura un po’ per tutto e non so se noi due siamo preparati per affrontarla. Ve lo diremo nelle prossime settimane.
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