La signora senza il cagnolino e l’arte del gesto gentile
Ognuno ha la sua ossessione, la signora pare essere ossessionata dalla ricerca dell’arte della gentilezza, e quando è più stanca, e ben capisce il valore di una carezza, ritorna a parlarne.
Bon ton, etichetta o galateo, di certo vi sovviene alla mente Monsignor Della Casa e il suo Il Galateo overo de’ costumi ma potrebbe venirvi in mente anche il vostro vicino di casa o vostro cognato o il collega di lavoro con cui avete condiviso la stanza negli ultimi mesi. La signora sa che oggi fa figo essere borderline, alternativi, avere la battuta tagliente e sembrare cattivelli. Sì il cattivo attrae, dissacra, ridicolizza e si fa un baffo della buona educazione e della gentilezza. Se sei furbo in un mondo di squali allora non sei gentile, no di certo. Avete voluto la parità donne? E beccatevi i cafoni, nessun accompagnatore vi aprirà più la portiera dell’auto o vi offrirà l’aperitivo. Tuttavia non se ne faccia un discorso di genere perché la gentilezza non dovrebbe avere frontiere o etichette – pur talvolta rispondendo all’etichetta. La gentilezza è un concetto ampio, può abbracciare tanti ambiti, s’incrocia con il senso di civiltà, il rispetto per l’altro, la delicatezza d’animo, ma anche l’empatia. Non ha bisogno di dimostrare al mondo il muscolo, la persona gentile sembra essere dietro di te al momento giusto, con le mani tese al gesto d’aiuto che si materializza dal nulla. Il gentile non va troppo di fretta, non usa tante parole ma fatti. Sa fermarsi sulle strisce pedonali perché oltre al senso civico è gentile e sa cedere il passo perché non solo è giusto ma è bello farlo con un sorriso. Sa dire “grazie” e “prego non c’è di che” non solo per cortesia formale ma per squisito animo gentile, ché cortesia e gentilezza non sono mica la stessa cosa! Il gentile è un eroe antimaleducato che si riconosce subito anche negli allegri convivi dove si dibatte e ci si scontra con opinioni diverse, lui il gentile – o la gentile – non ha la necessità di sopraffarti, non alza la voce né s’infervora perché la sua opinione sia più credibile della tua. La gentilezza non umilia, non piega e non acquista. Piuttosto conquista perché non chiede nulla in cambio. La gentilezza è un atto rivoluzionario in questo mondo di urla antigentili. Come vi difendete voi dall’antigentile? Quante volte avete sofferto la supponenza, la prevaricazione e la violenza anche del linguaggio corporeo dell’antigentile di turno in attacco? La signora senza il cagnolino sa per esperienza diretta che quando inizia una giornata con un atto gentile tutto a catena andrà per il meglio, diversamente, quando è il piede sbagliato a posare a terra, tutto sembrerà e andrà per il peggio. Meno siamo disposti a dare attenzione agli altri e meno saremo preposti alla gentilezza, perché l’io ipertrofico che a dismisura cresce come un palloncino sarà l’unico pensiero che occuperà le nostre energie e il nostro impegno. E presto o tardi ci scoppierà in faccia. Quanti ne conosciamo di falsi gentili che poi raccontano di aver fatto opere di bene ma non sentiranno mai il dolore di una scarpa troppo stretta indossata da qualcun altro? È stata istituita pure una giornata mondiale della gentilezza, il primo congresso del World Kindness Movement si svolse a Tokyo nel Novembre del 1998, poi arrivò anche in Italia, anche nel marketing hanno intuito l’importanza della gentilezza, così molte pubblicità si son sbizzarrite, insomma come dire che non è una roba esclusiva per santi ma è praticabile dall’uomo della strada e non dà assuefazione. Praticata sul luogo di lavoro rende le giornate più colorate, nella strada e negli uffici a contatto col pubblico ci rende tutti più vicini e risolve problemi, con chi è più debole, fragile, malato, sfortunato fa sbocciare una speranza di vita migliore. Gentilezza verso gli sconosciuti, gentilezza verso coloro che per abitudine crediamo erroneamente non ne abbiano più bisogno, piccoli gesti, atti di gentilezza illuminanti non solo per chi li riceve ma soprattutto per chi li dona. La signora dondola il guinzaglio nell’aria e si chiede a quando risale l’ultimo atto di gentilezza praticato? E per voi?
Quando la misura e la gentilezza si aggiungono alla forza, quest’ultima diventa irresistibile. Gandhi