L’albero di Pinocchio
La mancanza di quattrini di questi tempi impone il riciclo di cose e idee. Per Pasquetta ho deciso allora di portare le bambine di nuovo all’albero di Pinocchio. La scusa è stata che è diventato da poco monumento nazionale.
Sillabo un Brutta Puttana alla nonna che va a 15 all’ora
La possente quercia vanta una età approssimativa di 600 anni. Un’altezza di 24 metri, un tronco dalla circonferenza di quasi 5 e una chioma di oltre 40 di diametro. La Pro Loco s’è inventata la storiella che l’espansione della chioma in senso orizzontale sia dovuta al fatto che un gruppo di streghe solesse tenere i loro sabba sui rami dell’albero, da cui il nome “Quercia delle streghe” e che questo abbia causato tale insolito sviluppo dei rami. E visto che non bastava ad attrarre turisti adesso vanno raccontando che ai suoi piedi Carlo Lorenzini, il Collodi, avesse fatto in modo che Pinocchio seppellisse i denari assieme al gatto e alla volpe.
Solo che è un momento difficile. Sono nervoso. Troppo. E nel viaggio per raggiungere il parco a Gragnano mi lascio prendere un po’ la mano. Sillabo un Brutta Puttana alla nonna che va a 15 all’ora impedendomi di sorpassare, sussurro un Grandissimo Stronzo al vigile che mi fa l’autovelox nel momento in cui cerco di recuperare un minuto premendo sul gas, dopo chilometri e chilometri dietro a un trattore prima e alla nonna troia dopo. Spero non compaia un fumetto sulla mia testa, mentre, una volta a destinazione sorrido a un’anziano che ha la nostra stessa meta pensando “Ma brutta merda muovi quelle cazzo di gambe e non mi alitare in faccia se hai fatto colazione al cimitero”.
Penso che prima o poi istituirò la giornata del Coglione Pride e ne sarò gran cerimoniere.
Una volta arrivato oltre alla meraviglia della natura trovo una marea di gente che come me che ha avuto la stessa idea di passare alcune ore all’aria aperta ma in economia, cercando di non spendere patrimoni in viaggi fuori porta. E, tuttavia trovi sempre in mezzo alla plebe anche la ricca signora che se da un lato cerca di darsi un tono di progressismo, dall’altro dopo un po’ si stanca e comincia a blandire la figlia che si annoia mortalmente. Le dice così che se sarà brava per il prossimo Natale le comprerà la bambola che lei continua a chiederle. E che se sarà molto brava le comprerà anche la crociera e il vestito di seta e che avrebbe poi visto quanto le sarebbe piaciuto. E se fosse passata a scuola le avrebbe comprato anche il corso di inglese a Oxford per l’Estate.
E mi è venuto da pensare che è tutta colpa di quella merda di sogno americano e di tutto quello che ne consegue. Ecco. Tu stai sotto. A volte stai molto sotto. E guardi su. E chi va in ferie in crociera. Che poi fa anche cacare la crociera diciamocelo. E ti dicono, ma guarda che ci puoi arrivare anche tu la sopra. Basta che sei bravo, basta che sgomiti. Il fatto è che non è vero. Ci vuole il culo. In tutti i sensi. Avere successo. Ti intortano sin da bambino. Se ti comporti bene avrai quella bambola, anzi ne avrai due, tre, dieci, perché possedere è un piacere effimero, e mentre stringi la tua bellissima bambola nuova. Tu ne vorrai un’altra. E un’altra ancora. E fa fatica sgomitare. Fa una cazzo di fatica sgomitare. E vivere sgomitando è una merda di vita. E chi ti mostra bei vestiti e che ti dice che li puoi avere spesso manco ti chiede se è quello che vuoi davvero.
Il Paese dei Balocchi è un posto immaginario.
La vita reale è cosa ben diversa.