Sedotto e indagato
Lo scandalo è stato repentino e inaspettato.
Si è scoperto, e la magistratura indaga, che il concorso per eleggere una Miss nazionale è stato truccato. Truccato non è il termine giusto, è stato sedotto.
La vincitrice ha candidamente ammesso di avere avuto una liason con il presidente della giuria; liason breve ma intensa, unica ma sufficiente. Ricordate le vallette del bianco e nero, con i capelli raccolti sulla nuca e gli abiti scampanati? Chi ha mai saputo quanto fosse il loro stacco di coscia sotto quelle gonne e sottogonne ampie e per di più lunghe fin quasi alla caviglia? Oggi la società vuole approfondire, nessun presidente scrupoloso premierebbe senza un minimo di accertamento.
nessun presidente scrupoloso premierebbe senza un minimo di accertamento
Eppure questo suscita critiche e inchieste con addebiti tipo estorsione, distorcendo così in reato un consenziente sinallagma cognitivo. Per di più nell’estorsione c’è la minaccia di un danno, mentre nel caso in specie c’è solo un vantaggio comune, come si suol dire non è una operazione a somma zero, uno vince uno perde, ma positiva. Tutti vincono, anche se ciascuno a suo modo e per il piacere che più gli aggrada. Questo è l’argomento che potrebbe ostentare il presidente, il quale nega, non il fatto in sè ma l’intenzione fuorviante. Dice di avere ceduto alla tentazione, ma di essere rimasto sereno al momento della decisione; non c’è causa e effetto ma solo una casuale consequenzialità temporale, senza strascichi valutativi.
La moglie lo difende, accusa la giovanottona di averlo circuito approfittando della solitudine del momento.
Ma lei, Teresa Fignon, la vincitrice veneta dotata di gran cuore, non accusa nessuno. Il fattaccio è stato scoperto dal solito “paparazzo da strapazzo” pronto con le foto. Ora lei afferma con candore la sua verità. Nessuna estorsione, solo un timore reverenziale, espressione suggeritale peraltro dal legale procacciato dalla mamma, un vecchio amico di famiglia. Un po’ come la Gradisca di Fellini.
Ma il magistrato non apprezza, e si incaponisce su particolari insignificanti: chi ha fatto la proposta, in che termini, se ci sono precedenti, chi altri è coinvolto e così via.
Da noi la carne non è debole, è solo tenera, frollata, come dal macellaio
Questa terra adora certe storie che le permettono di indignarsi con moderazione: non siamo calvinisti, solo cattolici, ci confessiamo con convinzione e spesso, e il per dono non ci viene negato. Da noi la carne non è debole, è solo tenera, frollata, come dal macellaio.
In questa gran confusione molte domande vengono rivolte alla seconda classificata, una stangona napoletana mora, rotonda, con gli occhi neri e lampeggianti come un tizzone.
Maria Carmela Russo non risponde, mostra timidezza, si limita a dire che aspetta le decisioni degli organizzatori. Dentro di sé sorride e ripensa alla bocciatura tributatale dal quel cretino di presidente che le ha preferito la Fignon. Non sarà merito di San Gennaro, ma un po’ di giustizia c’è pure su questa terra!