Tornare in onda e il Fantasma di Orlando
E’ arrivato il momento, trascinato dal forte desiderio, dalla nostalgia e dal legame che abbiamo mantenuto con quel tempo magico della nostra gioventù: torniamo in onda. RADIO ROSA LIVORNO, rosa come la Pantera che l’aveva ispirata, torna a vivere e a trasmettere. Introdotta dall’inconfondibile tema di Henry Mancini, la nostra Pink Panther incede con passi felpati e un po’ sornioni non più sulle modulazioni di frequenza ma attraverso il web.
Tutto è cambiato, e non necessariamente in meglio. Gli adolescenti di allora sono almeno cinquantenni. La nostra città, negli anni settanta ancora luogo di trasformazioni ideologiche e di una libertà di spirito che rendeva partecipi e visibili categorie sociali altrove silenti, è oggi una provincia svuotata di riferimenti. I ragazzi allora erano stati capaci di inventarsi piccoli mondi popolati da gente comune eppure speciale. Ma il fervore creativo di un disincantato porto di mare sembra ora spento. La città tace. L’unica cosa che sembra ancora parlare della sua bellezza, della sua apertura, è forse la Terrazza Mascagni. Immaginatevi una stupenda scacchiera bianca e nera che accoglie i passeggiatori e spalanca loro davanti il mare, esponendoli a tramonti e mareggiate come dal ponte di una nave. E come il ponte di una nave si lascia lavare dalle onde che entrano ed escono passando tra le colonnine panciute della balaustra che la delimita. Così i passi degli uomini si mescolano alle rotte dei naviganti.
E’ cambiato il mondo. Lo sentivamo dire ai grandi, e ora, che siamo grandi, ci ritroviamo a dirlo noi. Sono cambiati gli strumenti per fare radio, è cambiato secolo e persino millennio; è cambiata musica. Ma per noi la musica, non è cambiata, è rimasta la stessa. Ed è proprio lei che ci permette di rivivere, oggi. Perché noi che siamo cresciuti con quella, tra la fine degli anni 60 e i primi anni 80, non potevamo sostituire i leitmotiv della nostra straordinaria gioventù con quello che è venuto dopo.
La nostra radio trasmise per un periodo breve, tra il ’77 e l’81: per la musica fu un periodo essenziale. Non c’è bisogno di farne la storia, tutti la conoscono. E non c’è bisogno di dire se era pop, rock (e quanto rock), se era country funky blues or whatsoever…. era tutto. Tutto il meglio era già qui (per dirla con Paolo Conte).
Sei in onda, iniziava così. Entravi, ti mettevi la cuffia. Sei in onda. E sentivi l’onda. L’ onda del mare, come un grande cavallone che ti trascina, e tutte le onde confluire in quel momento: l’onda di un sentimento che ti sopraffa’, l’onda di un momento positivo che cogli. Le onde che trasportano la voce attraverso l’etere come un galoppo di cavalli liberi. Non potevi non amarla la radio, non poteva non diventare parte di te.
La radio era una vocazione, ti scoprivi radiofonico e lo restavi per sempre.
A questo link dall’estate Radio Rosa sarà in onda con programmi dal vivo, mentre per ora a questo indirizzo si possono ascoltare 24 ore su 24 i brani classici che fecero la storia di questa emittente.
A quei tempi eravamo adolescenti, studenti di scuole superiori e qualcuno di noi, contemporaneamente, del conservatorio cittadino.
Abbiamo ritrovato quasi tutto. Gli ascoltatori fedeli, che si dividevano in gruppi e portavano buffi nickname che non ci siamo dimenticati. La memoria di ore passate ad un telefono componendo lo stesso numero per richiedere brani e dedicarli a qualche coetaneo che ti infiammava i pensieri. Brani d’avanguardia che si rivelavano attraverso la modulazione di frequenza e facevano un effetto più stupefacente di una droga.
I moderatori e DJ, tutti molto legati quell’esperienza. Anche Marcella Vecchia, speaker mai esistita se non nello sdoppiamento vocale del dj Marco detto Vecchio, appunto, per essere il più anziano dei tre o quattro Marco che si alternavano al microfoni. Qualcuno ha creduto sin qui che esistesse veramente. Contenitori dedicati a giochi e radiosceneggiate di stampo demenzial-genialoide per quei tempi completamente atipici, e tanti altri personaggi di contorno importanti per caratterizzare l’ambiente di quella radio.
C’è anche il ricordo di una piantina di geranio, che mancando la toilette, ne faceva le veci.
Siamo riusciti a riunire quasi tutti proprio intorno alla data di un compleanno. Domenica 17 aprile 1977 vennero diffuse le prime note della nostra radio. Il 18 aprile di quest’anno verrà dato l’annuncio della ripresa delle trasmissioni. Il raduno è a Livorno, la città dove siamo nati. Qualcuno adesso è lontano, ma non abbastanza per non tornare.
Qualcuno, a dire il vero, manca. Manca da allora: sparito, inghiottito dal tempo senza lasciare traccia. E’ Orlando Pompa, il dj dalla voce sinuosa come le curve di Marilyn. Il conduttore di un programma serale tra i più amati. Lui, insieme a Raffaele, per motivi diversi così unici da essere di fatto l’impronta digitale “vocale”di Radio Rosa.
Ma di Orlando, nessuno sa niente. Nemmeno i social ci hanno permesso di rintracciarlo.
Orlando The Voice, faceva impazzire schiere di ascoltatrici con brani azzeccati e citazioni in Francese, tanto che molte di loro erano convinte che al microfono ci fosse una versione autoctona di Alain Delon. Invece, Orlando era solo un ragazzetto mingherlino e peloso che celava uno sguardo insignificante nel migliore dei casi, oppure strabico, sotto enormi Ray-Ban a specchio.
Con lo spegnersi delle frequenze Orlando era diventato ufficialmente Il fantasma di Orlando.
Non ci rimaneva che trattarlo come tale.
Andando a ripescare una teoria sull’apparizione dei fantasmi ho cercato di rincorrerlo in giro per il mondo. La storiella dei fantasmi me l’ha venduta Elina, una sensitiva di Budapest. Lei dice che un buon fantasma, un fantasma che viene dalla memoria e continua ad essere positivo per te, e ad essere parte del vissuto, lo puoi incontrare al massimo cinque volte. Compare per rimanere vivo e piacevole nel tuo ricordo. Può succedere che tu lo ritrovi dove e quando meno te lo aspetti, e non è detto che ripassi di là dove tu lo hai incontrato. Ma se la quinta volta torna “a casa”, per così dire, smetterà di essere un fantasma e tornerà reale.
Se però il fantasma torna a casa la sesta volta che lo incontri, questo significa che non è più un buon fantasma. Qualcosa di negativo deve essere successo, e certamente, la sesta volta è anche l’ultima che compare. Quella che segna la sua sparizione definitiva, dalla memoria e dal tuo vissuto.
Penso che riappropriarsi di Orlando sia un valore per la nostra radio così dopo essermi accorta di averlo già incontrato quattro volte adesso aspetto pazientemente di vedere se il nostro comparirà dalle nostre parti prima del raduno della radio ( e il tempo già stringe! ). Per ora siamo sempre in tempo a congelarlo in modo che resti con noi.
Io ho un’idea di come andrà a finire questa storia, ma è solo la mia conclusione ovviamente. Intanto, devo aspettare il raduno.
Prima o poi, vi dirò come e se ce l’ho fatta a far ricomparire Orlando in tempo per completare tutto il quadro, e ricominciare in bellezza le trasmissioni.
Ma voi, se siete intanto diventati curiosi, andate sul link che vi ho indicato. Vi potrete far rapire dal suono di quegli anni e forse, prima o poi, vi accorgerete che anche il programma di Orlando, è pronto a passare via etere in trasmissione. Buon ascolto.