Ti piace la domenica? No
Oggi è domenica. Fidatevi. E fidatevi anche di questo: non c’è niente di più avvilente della domenica pomeriggio. Come dice Paolo Sorrentino – con la voce di Toni Servillo nell’audiolibro Hanno tutti ragione – “Sulla morte della domenica pomeriggio non se ne parlerà mai abbastanza” ed io – oltre ad essere totalmente d’accordo su questo -non trovo parole migliori delle sue per parlarne:
Da un po’ di tempo la domenica è il mio unico “giorno libero”. Lo metto tra virgolette perché tralasciando il fatto che non vado a seguire i corsi, né a lavorare, più che un giorno di libertà assomiglia ad una condanna senza possibilità di appello. La aspetto con ansia per tutta la settimana, bramando quelle due-tre ore di sonno in più come se per tutta la settimana avessi lavorato nei campi fin dalle prime ore dell’alba, e quando finalmente arriva, ecco che questi due minuti e mezzo di saggezza si concretizzano come fossero la parola esatta di Dio.
A proposito di Dio, non è vero che il settimo giorno si è riposato, si è depresso. Non è vero che s’è goduto il frutto del lavoro dei sei giorni precedenti, se n’è stato lì a pensare “Mah, potrei creare qualche nuovo animale… ancora animali… forse qualche montagna in più… ma che se ne fanno poi di tutte ‘ste montagne… Forse potrei perfezionare l’uomo! Effettivamente c’è margine di miglioramento… no, no. Oggi non ho proprio voglia di fare niente, sai che ti dico, caro me? Ti ho appena inventato la saudade, saluti e baci!”.
Come tutte le domeniche anche stamattina mi sono svegliato col mal di testa; non ho voglia manco di sputarmi in faccia da solo ma sarei ben pronto a sputare in faccia a chiunque mi rivolga la parola; come sempre perderò quel paio di euro sulla Serie A, senza fare una piega, come se non fosse niente di diverso dal prendere il caffè la mattina e mi sentirò come quei vecchi che da vent’anni giocano sempre gli stessi numeri al superenalotto, tutti i santi martedì, sognando cascate di milioni dal momento in cui vanno al tabacchino a giocarli fino alle ore 20, momento della schiacciante verità: l’ora dell’estrazione e dei sogni infranti.
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E allora corriamo, scappiamo via, si salvi chi può! Si salvino i tossici di Sorrentino che “danno i numeri” e quelli dei bassifondi newyorkesi di Lou Reed e compagni in corsa verso l’eroina. “Take a drag or two”, un tiro o due per alleviare il tragitto e l’astinenza, qualcosa che faccia svanire per un po’ questo nulla appiattito. E cosa mi traghetterà sano e salvo verso il lunedì? Come scamperò a questa “prova generale della fine del mondo”? Per fortuna nonostante la mia innata tendenza ad attirare le catastrofi mi basta ancora un buon sano pezzo rock come questo!
(And a drag or two…)