L’inizio
Gli inizi mi piacciono. In un inizio c’è sempre tanto di bello. E’ il primo giorno di scuola, il primo bacio. La prima volta che ti trucchi, che fai l’amore, che guidi un motorino. L’inizio è brezza mattutina che rinfresca e rasserena lo sguardo. E’ il caffè del giorno, da gustare quando il resto deve mettersi in moto. E’ la carta del giornale ancora liscia, che la carezzi come se fosse pelle da amare, zeppa di inchiostro e di parole. L’attacco di un disco, che gracchia nervoso, sotto la puntina. E’ l’inno da cantare allo stadio, prima del fischio iniziale dell’arbitro, quando c’è adrenalina da consumare che ti tieni dentro, per farla esplodere alla prima rete insaccata. E’ il fiore che sboccia ad ogni aprile sul mio terrazzo, a ricordarmi che c’è sempre una stagione nuova da vivere anche quando credi che le primavere siano solo anni che passano. E’ Scirocco che alza sabbia e aria luccicante. Briciole d’oro polverose. Un ciclone che tutto passa e porta via, senza guardarti in faccia. L’inizio non ti chiede il permesso. Sbatte la porta. Spalanca finestre. Ti lascia davanti orizzonti nitidi. Una meta. E due gambe per raggiungerla. L’inizio sei tu che mi guardi e non dici niente. E’ una parola ancora tra le labbra, stretta tra i denti. E’ quel pensiero che parte ora. Adesso. Conta i secondi perché poi, oltre quelli, non conta nient’altro. In fondo, questo, è solo l’inizio.