Clerici o Baby Jane?
A me questi ragazzini che cantano dalla Clerici, fanno impressione.
Mi sembrano geneticamente modificati. No, la parola giusta è “ammuricati” che però bisogna spiegare bene cosa significa. Ammuricati erano i biscotti della Doria che la zia Lillina conservava nelle scatole e che offriva ai nipotini dimenticando che erano passati anni da quando li aveva riposti lì. Ne lascio immaginare il sapore.
Forse “stagionati” rende meglio l’idea.
Ieri sera dalla Clerici vedo un ragazzino che canta una canzone veramente adatta alla sua età: Estate, di Bruno Martino. Una canzone che a definirla tristissima ci si avvicina appena al suo contenuto. Fa così:
Odio l’estate,
che ha dato il suo profumo ad ogni fiore,
l’estate che ha creato il nostro amore
per farmi poi morire di dolor.
Il ragazzino vestiva una giacca bianca da cameriere, il cravattino a farfalla. Si sforzava di sembrare Sergio Endrigo ma anche Marco Masini, insomma, gli avevano detto “pensa un po’ di avere davanti il tuo cane che è stato appena spalmato da un caterpillar”. E che dire di una ragazzina vestita come un pacchetto di confetti sottosopra, con scarpettine basse e calzini merlettati, che cantava una cosa troppo vecchia pure per me? (Le vestono così le ragazzine, sembrano le bambole di porcellana con gli abiti a gonna larga che ancora si possono vedere in certi salotti di casucce borghesi.)
Cerchiamo di capire il fenomeno: il sabato sera gli unici che rimangono a casa a guardare la televisione siamo io e tutti gli italiani over settanta, gli altri sono in giro per rave party, orgie, pizza e patatine. Essendo io uno e gli over settanta una decina di milioni, RAI uno si rivolge a loro. Ecco da cosa dipende la scelta delle canzoni. Ma tutto questo lo avevamo capito dalla prima comparsa di Paolo Limiti sugli schermi: non vintage ma proposizione di cantanti dimenticati da tutti tranne che dal geriatrico. Sarebbe più giusto riesumare i soliti Peppino Di Capri e Rosanna Fratello (Nilla Pizzi no, è morta) ma la RAI rischierebbe di passare per un’emittente che non si rinnova.
Meglio prendere ragazzini e per adeguarli al ruolo, il costumista li veste come Bette Davis in Che fine ha fatto Baby Jane? – che però questo era un bel film. A me invece tocca guardare la Clerici (che pure lei pare un po’ Bette Davis in quel film).
Tornerà un altro inverno,
cadranno mille petali di rose,
la neve coprirà tutte le cose
e il cuore un po’ di pace troverà.
Odio l’estate.
Che poi è una bellissima canzone che al ragazzino potrebbe piacere veramente tanto, non dico comprenderla sino in fondo, ma il potere della parola poetica è creare fascinazione, Estate è poesia. Situazione ben diversa quando spunta il cantante ospite, idolo degli spettatori over settanta ma non dei ragazzini che, dopo la violenza dell’abito piumino-da-cipria, si ritrovano a cantare con Al Bano (che non è esattamente un loro idolo) una canzone dal testo osceno e dal motivetto idiota:
Liberta’
Quanto hai fatto piangere
senza te
Quanta solitudine.
Fino a che avra’ un senso vivere
io vivro’
per avere te.
I ragazzini – per me – avrebbero vomitato sporcando merlettini, tulle e cravattini con i resti del loro ultimo pasto.
I ragazzini chissà quanto saranno sfottuti dai compagni di classe dopo essere stati visti in televisione. Forse. Perché davanti la televisione c’eravamo solo io e gli over settanta, tutti gli altri per rave party, orgie, pizze e patatine. I ragazzini tireranno un sospiro di sollievo, alla fine nessuno si sarà accorto di loro.
Ma questi che cantano dalla Clerici, sono davvero ragazzini? Non saranno nuove trovate della Findus?