Morgan e Russo coppia vincente in Arancia Meccanica
Grande successo ieri sera al Bellini di Napoli per lo spettacolo Arancia Meccanica, diretto da Gabriele Russo e musicato da Morgan. Mi aspettavo tanto da questo evento teatrale e l’attesa ha avuto il suo meritato regalo. Arancia Meccanica non è uno spettacolo facile, né per chi lo plasma per adattarlo al proscenio, né per chi lo vive seduto in poltrona. Anzi, in un primo momento lo spettatore fa una fatica immensa. Vuoi per una sorta di musica techno sparata ad altissimo volume, vuoi per il Nadsat gridato su questi suoni, dai tre Drughi protagonisti. Ma una volta presa confidenza con il ritmo e il linguaggio, diventa molto naturale seguire le vicende di Alex De Large e dei suoi due amici. Avevo letto, qualche giorno fa, che a causa di motivi di salute di Daniele Russo (Alex De Large, Alessandro il Grande) subentrati appena dopo la prima, l’appuntamento serale, infrasettimanale all’insegna del LATTEPIÙ sarebbe stato rinviato. Dopo quello che ho avuto modo di vedere ieri, non posso che confermare la fatica e lo stress fisico e mentale a cui è sottoposto il protagonista. Non si risparmia su nulla, non lesina la voce e non i movimenti, fossero anche solo conati di vomito. Ma interpretare Alex non é impresa facile, a Malcolm McDowell è capitato di avere le cornee abrase durante le riprese nel celebre film diretto da Kubrik.
La violenza è vomitevole e tu stai vomitando
Inizia a vibrare dentro la riflessione su cosa sia meglio, o meno peggio: un violento che fa ciò che vuole ma in totale autonomia, in quanto libero di scegliere, o la violenza dalla quale verrà suo malgrado soggiogato proprio da chi invece dovrebbe tutelarlo, ovvero politica, medici, famiglia. Reietto e sfruttato da tutti. La libertà di scelta è così importante? Si è davvero liberi di scegliere? Siamo davvero sicuri di essere non violenti per libero arbitrio e non per un condizionamento socio-culturale?
Sarà molto bello essere buoni
Nota caratterizzante e distintiva di tutto l’arrangiamento è ovviamente la musica. Ludovico Van, così viene chiamato, è il mentore di Alex. A lui è affidata la sua vita ed è presente nei suoi sogni. Ogni gesto malefico esplode sulle note del musicista. Ma proprio come dice lo stesso Morgan, quello che ascolta Alex non è Beethoven ma la sua idea deformata di Beethoven. Ed è proprio dall’impossibilità di non poterlo più ascoltare che Alex realizza di essere diventato un’ARANCIA MECCANICA, uno splendido, colorato e succoso frutto, ma totalmente inutile poiché al suo interno si nascondono degli ingranaggi, come quelli di un orologio che lo rendono automa.
Un applauso va a Roberto Crea, autore delle scenografie, assolutamente straordinarie, in molti tratti psichedeliche che sono decisamente un valore aggiunto all’intero spettacolo, basti pensare alle immense gocce di Latte Più che scendono dal cielo, o alla casa dello scrittore Alexander, che sembra galleggiante e sospesa in una dimensione onirica.
Molto interessanti i costumi, un misto di modernità e brutalità, smoking e pellicce.
Quindi, caro mio bratty, lokka dobby questo choodessny malcikko, usa un po’ di gulliver e facciunsalto .