Uruguay, un Natale alcolico in solitudine
Vi avevamo lasciati con la nostra delusione per Buenos Aires, decidiamo di abbandonare questa megalopoli caliente per dirigerci verso l’Uruguay.
L’Uruguay è invece una sorpresa per noi, Colonia del Sacramento (UNESCO) unisce arte a spiagge, Montevideo, una capitale pulita, tranquilla e spiagge bellissime, Punta del Este, una zona lussuosa sull’oceano ed infine Punta del Diablo, la nostra meta natalizia.
E’ il 25 di Dicembre, il bus ci lascia in the middle of nowhere, sapevamo che Punta del Diablo era un paesino disperso nel nulla ma non così tanto. Vediamo da lontano un camioncino parcheggiato e un cane che viene verso di noi, ad un certo punto ci chiamano per nome… è il gestore dell’ostello!
Partiamo bene, ottima accoglienza. L’ostello era fantastico, un salone enorme, cucina ampia, un giardino e soprattutto una piscina con barbecue. Chiediamo se avevano pianificato qualcosa per festeggiare il Natale, loro ci dicono che c’era una festa natalizia, per circa venti euro si mangiava e si beveva all’infinito (adoro i piani all inclusive). E’ un fuori budget ma lo paghiamo in meno di un minuto.
Ormai erano mesi che non uscivamo la sera o bevevamo qualcosa (forse da Lima), che bello, la prima sbronza del viaggio!
L’ostello stranamente era pieno, non pensavamo che tanta gente fosse dispersa in questo paesino a Natale.
Decidiamo di andare un paio di ore in spiaggia, giusto per prendere il sole e fare qualche foto da pubblicare, per far rosicare un po’ le persone.
Sono le ore 19, siamo nel momento “preparativi”, iniziamo con due birrette, oggi decidiamo di non calcolare le spese, iniziamo a conoscere un po’ di gente, quasi tutti messicani (di solito sono i primi che iniziano a bere), dopo inizia la cena, tanta carne ma mai abbastanza, il bicchiere sempre pieno e comincia la nostra (magra) vita sociale notturna.
Ne avevamo realmente bisogno, era Natale, Ramon era homesick (sentiva la mancanza di casa) e io un po’ stanco di viaggiare. Conosciamo una coppia di australiani ed inglesi, ci scambiamo alcune informazioni del nostro e del loro viaggio (tipico tra backpackers), dopo due caipiriña decidiamo di uscire a prendere un po’ d’aria e proseguire le chiacchierate.
Accendono un falò, non so perché, ma fa sempre figo farlo, da qua un po’ tutto degenera, c’è chi va a letto perché è stanco, chi va a letto per fare sesso e chi come noi continua a bere.
Questo è il tipico momento in cui ci sentiamo madrelingua inglese e iniziamo a parlare con tutti (sempre con caipiriña alla mano), finché formiamo il nostro gruppo, anzi il resto va a dormire, l’italiano, lo spagnolo, i due messicani (brilli da inizio serata), il sudafricano bianco e lo svizzero strano.
Come finisce la serata?
Andiamo a dormire contenti, la vita sociale serve per cancellare la nostalgia di casa e rilassare un po’ il nostro stress da viaggio.
Grazie Uruguay!
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