Meditazione e Mochachocolata
Pronti? Ecco il nuovo episodio di C’erO una volta in America, con la voce esterna che inizia a raccontare mentre si apre la prima scena: “Meditare, dicono, sarebbero in grado di farlo tutti se solo ci provassero”.
In fin dei conti, cosa significa meditare? Concentrarsi profondamente sul nulla per liberare la mente? L’origine latina della parola meditazione – meditatio – farebbe pensare al significato di riflessione. Io se rifletto, ragiono, pensa Lora mentre il maestro di meditazione al Japanese Tea House and Meditation Garden del Mount Holyoke College, introduce la sessione del giorno. Se ragiono come faccio a non pensare? O meglio, mi chiede di liberare la mente da ogni pensiero, ma già mentre penso al non pensare, sto pensando a qualcosa…
La pratica della meditazione ha sempre messo Lora un po’ in agitazione. Ha partecipato a corsi di yoga e pilates, e i minuti dedicati alla meditazione erano la parte che temeva di più. Le persone, riescono realmente a non pensare? Si chiedeva. Un giorno, al centro yoga che frequentava gli anni prima di partire per gli States, aveva partecipato anche ad incontri di meditazione dinamica, per vedere se fosse solo una questione di tenersi in movimento mentre si concentrava sul nulla per riuscire nell’impresa. Nulla. A volte era anche successo che, cercando di pensare al niente, le apparissero davanti agli occhi, rigorosamente chiusi, immagini di volti senza forme delineate, con fattezze modificate quasi fino ad assomigliare a mostri: più che una seduta di rilassamento, sembrava una lezione su come liberare le turbe mentali.
La meditazione dovrebbe aiutarti a migliorare le capacità psicofisiche, a sentirsi attivi e pronti ad affrontare la vita di ogni giorno senza arrancare portandosi dietro il peso del corpo come se fossimo chiocciole striscianti con la casetta sulla schiena. La frustrazione del non riuscire a liberare la mente però, è per Lora un fardello più pesante del suo stesso corpo, tanto che a Mount Holyoke, decide di riprovarci. Qui, non lasciano che le tue paure, i tuoi pensieri, le tue preoccupazioni, ansie ed emozioni interferiscano con il silenzio in cui si è seduti a gambe incrociate. Sistematevi come più siete comode, sentiamo il maestro parlare mentre la teleraccontocamera registra la scena, e cominciamo a respirare profondamente.
Dopo molti minuti passati a respirare a fondo, con respiri rigorosamente di pancia e non di polmoni, alternando la frequenza e la velocità, il corpo è ossigenato e i muscoli ben irrorati di sangue seguono meglio le indicazioni inviate loro dal cervello. Il rilassamento segue a ruota, allineandosi con i suoni degli insetti che arriva dall’esterno della stanza a tasselli di legno, la camera si riscalda con il respiro dei presenti e l’atmosfera si distende. Il maestro inizia a suonare delle campanelline per scandire il ritmo dei inspirazioni ed espirazioni, e le vibrazioni del suono entrano attraverso i padiglioni auricolari rimbombando nella scatola cranica che a questo punto sembra essersi veramente svuotata. Se immagini o pensieri vi sfiorano la mente, lasciateli passare e non prendete paura, guardateli, osservateli con gli occhi dell’anima ma non fermateli. Non preoccupatevi se la mente non è vuota, è normale. Semplicemente, siate spettatori delle vostre riflessioni. Il maestro porta i presenti per mano, Lora capisce che non è un problema se l’immaginazione inizia a sopperire alla mancanza di percezioni data dal silenzio e dagli occhi chiusi, e lascia che la voglia di Mochachocolata che sente salire dall’ipofisi passi davanti a lei mentre le sembra quasi di percepire il profumo di cacao e di caffè, ingredienti della bevanda apparentemente desiderata da una qualche parte del suo corpo senza che lei ne sia pienamente cosciente. Strano come senta profumo di Mocha e non Chai Tea Latte visto che a Mount Holyoke lo beve spesso, ma i misteri del cervello sono infiniti…
E’ il momento di aprire gli occhi e davanti ad ogni studentessa il maestro ha posto un foglio con parole a prima vista incomprensibili. E’ l’ora dell’ OM, per capirci. Insieme si ripetono frasi e suoni che aiutano a concentrarsi solo su quelli in modo tale che il cervello non sia stimolato a creare pensieri. Quasi come preghiere composte da parole sconosciute che senza saperlo ti riportano al centro dell’io, forse anche al centro dell’universo. Chi lo sa. Decorate dalle sonorità delle campane tibetane, che sembrano quasi le melodie suonate sfiorando i bordi dei bicchieri di cristallo.
Passano due ore, forse poco più, ma il tempo a Mount Holyoke sembra essersi fermato. Ci si alza in silenzio ringraziando con un inchino il maestro. Si esce dalla Wa-shin-an, la casa della meditazione, rilassate, in pace con il mondo, diverse dentro. Lora è finalmente riuscita a meditare, a liberare il cervello e a rilassarsi senza scrollare piedi, agitare mani o gambe ininterrottamente nell’attesa del finale di lezione. Per celebrare questa conquista entra in biblioteca dove il piccolo caffè bar resta aperto per le studentesse in periodo pre-esame.
“Una Mochachocolata per cortesia, grazie”.
La teleraccontocamera zooma sulla mano di Lora che lascia il paio di dollari per pagare la bevanda e riceve la tazza di cartone, la appoggia sul tavolino in uscita, ci aggiunge una spolverata di cannella in polvere e vaniglia e la ricopre con il tappo di plastica. Lentamente scompare in lontananza, tornando in camera al dormitorio, con il braccio piegato sorseggiando rilassata, a mente vuota, la sua Mocha.
Fine episodio.