Missesfits al festival del giornalismo
Metto il mio nome d’arte nel titolo. Non per indicare un pezzo di rubrica, ma perché parlerò di un argomento che ho affrontato tante volte nel mio blog sul precariato, per il quale il nickname è nato. E questo era il tipo di post che scrivevo quando ero supergasata da qualcosa e volevo lanciare al mondo una ventata di speranza e fiducia nel futuro.
Un “Dai, che ce la posso farcela”. Nessun errore di battitura. E’ proprio un “ce la posso farcela” quello che ti viene da dire quando partecipi alla conferenza stampa che presenta l’ottava edizione del Festival Internazionale del Giornalismo. Non riguarda proprio te direttamente. Non è un colloquio andato bene né una deriva imprenditoriale che stai per imbroccare e vincere. Sono vittorie di altri. Ma sono così belle e importanti che te le senti addosso anche tu.
Soprattutto se sei riuscita a raggiungere indenne la conferenza stampa organizzata al centro il giorno che una personcina da nulla, tipo il presidente degli Stati Uniti Barackino Obamino decide di fare il tuo stesso tragitto.
E ancora non ci credo di essere riuscita ad arrivare in orario con i mezzi pubblici, di essere sopravvissuta alle camionette militari sfreccianti dovunque, di aver superato i blocchi con scatti felini e aver agguantato con coraggio e una certa botta di Fortuna l’ultima metropolitana in partenza per il mio ritorno a casa. Nella foto una testimonianza che ciò che dico è vero (poi hanno nascosto lo scherzone dietro le quinte, per paura di “lesa maestà“, ma io la foto per voi ormai l’avevo fatta ndr).
Insomma la conferenza, aperta da Arianna Ciccone, ha i toni goliardici e felici di chi ha rischiato di non farcela. A ottobre 2013 hanno saputo che i contributi statali per l’organizzazione del Festival non sarebbero arrivati. E quindi sì, addio al festival. Internazionale. Del giornalismo. Un’altra delle nostre punte di eccellenza, uno di quegli eventi che porta un po’ di “mondo” nel piccolo universo Italia, zoom Umbria, zoom Perugia. E così, che si fa? Ci pensa Telecom Italia, uno dei main sponsor, e dice: tiè, ecco la piattaforma di crowdfunding. Che, per chi non lo sapesse, è quella bella cosa che esiste da sempre e un tempo si chiamava beneficenza. Oggi ha una ridodanza senza precedenti grazie al web. Telecom Italia collabora con Starteed nel progetto Working Capital per sostenere le startup più innovative nell’ambito del digitale.
quest’ottava edizione che non doveva mai vedere la luce adesso sarà la più ricca di sempre
E così, dice Arianna, in 90 giorni hanno raccolto 115 mila euro. Centoquindici. Che, per la cronaca, sono più dei contributi ricevuti gli altri anni. E quest’ottava edizione che non doveva mai vedere la luce adesso sarà la più ricca di sempre.
Il programma, pieno di ospiti succulenti, potete vederlo sul loro sito: http://www.festivaldelgiornalismo.com. Ci saranno tutti i grandi giornali italiani, più alcuni stranieri. Si parlerà, come mostrano nello spot che vi lascio a fine pagina, di come è cambiato il giornalismo con il web.
E devo dire che mentre ascoltavo gli interventi pensavo: dovremmo andarci anche noi di facciunsalto.it a chiacchierare un po’ con la gente. Perché una delle variabili di cosa fa il web a chi vuole scrivere è esattamente questa che vedete nei nostri post. Anche se questo non è il giornalismo che intendono loro, forse. O forse no. Probabilmente si è aperto come la coda di un pavone questo vecchio e ingessato giornalismo che conosciamo e ha mostrato sfumature che nessuno immaginava.
Ci sono finiti di mezzo anche altri nomi altisonanti come Amazon, che raramente sponsorizza cose di questo tipo, Enel e Tim. Altri sponsor tipo Autostrade per l’Italia, Sky, Nestlè e, rullo di tamburi, persino Google.
Gente che crede nella gente, grazie al cielo. Esistono ancora. E quando sei lì a sentirli raccontare non puoi non pensarlo il “ce la posso farcela“. Perché aspettiamo sempre il cambiamento dall’alto, ci arrabbiamo perché non arriva, perdiamo un sacco di tempo a credere che sarebbe l’unica cosa in grado di rialzare il nostro futuro. E invece no. Invece il futuro le persone lasciate “da sole” se lo guadagnano grazie ad altre persone, che ci credono e hanno voglia di aiutare.
Quindi aiutiamoci! Ci vediamo a Perugia, l’ingresso è libero. Come il festival.