La metà della mela
LEI è la metà della mela. Posso morire in pace. E’ tutto quello che ho sempre desiderato dalla vita.
Mi giro e guardo indietro, vedo una me, ventiquattrenne appena laureata, con genitori severi e poco permissivi, che aveva ben poco messo il naso fuori nel mondo, o almeno non fin dopo la mezzanotte. Mi fu detto, di fronte alla mia decisione annunciata di sposarmi, che avrei dovuto pensarci bene, che quelli erano gli anni migliori, che li avrei sprecati e che non sarebbero mai più tornati indietro.
Bah sarà. Ma ora io ho lei. E francamente me ne infischio della giovinezza. Giochiamo alla parrucchiera, mi dice che sono la sua migliore amica. Lei è Mia, mia soltanto. Tra di noi c’è un cordone ombelicale grande, quanto una trave, lo so che è così; lo sento. Era ed è così con la mia mamma ed è così, ora, con la mia bambina.
Ho perso un bambino prima del suo arrivo. Ho versato tante di quelle lacrime che solo Dio sa la sofferenza
Poi nel centro storico dell’isola, una sera, tra una pita e un souvlaki, mi sono sentita un po’ strana. In genere digerisco anche le pietre con la cotica fritte nel burro di arachidi. Quella sera proprio no. Così ho capito. Più di un semplice ritardo può la cipolla e lo tzaziki. Tornata in patria e assodato che avevo ragione, tutte le volte che andavo dal mio bel ginecologo, come un rito scaramantico ascoltavo “La costruzione di un amore” interpretata dalla mia adorata Mia Martini e mettevo un paio di orecchini, sì, a forma di farfallina, che avevo acquistato proprio in Grecia. Si sa, i napoletani sono scaramantici.
Durante l’ecografia dei 4 mesi vedo spuntare dal feto, in primo piano, un pisello gigante. Un altro maschio… vabbé dai farà compagnia a Nicolò (il mio primo figlio). Il buon ginecologo non mi smentisce e prosegue la visita. Solo alla fine mi spiega che quel pisello era in realtà il femore di una bella signorina! Mia, (in onore della Martini che mi accompagnava a fare le ecografie) era dentro di me.
Oggi è il suo compleanno. Tre anni. Una donnina. Delicata, sensibile, dolce e premurosa. Mi da i bacetti sulla schiena quando mi vede stanca e mi tiene la mano quando facciamo la spesa, sa perfettamente che i miei biscotti preferiti per la colazione sono i Grancerale, e puntualmente me ne prende un pacco. Mi dice “mamma bella“, anche quando mi sento un cesso, e sceglie per me i vestiti quando non so proprio cosa mettermi. Fa dei balletti di danza classica meravigliosi che la Fracci se li sogna, e mangia delle porcate incredibili (le ho visto spalmarsi un abbondante strato di Nutella tra due crackers e mangiarli come fosse cibo del paradiso).
E’ la mia coperta di Linus, la mia compagnia, la mia radice e la mia foglia. Il mio sole. La mia gioia e la mia tranquillità. E’ me. Solo che lei è biondissima e io nero cozza. Ma è identica. E intanto guardo questo amore che si fa grande come il cielo come se dopo tanto amore ci fosse ancora il cielo
Comunque, dicevo, oggi è il suo compleanno, e solo chi è tortara come me può capire cosa significa preparare la torta per un figlio. Il peggior cliente. Se fai cose belle per chi non conosci, hai idea di cosa sia farla per chi conosci? Ti devi preparare almeno un mese prima. Fai bozzetti, schizzi, prove su prove. Poi alla fine un’illuminazione che mette tutti d’accordo.
Titolo: il delirio.
Tutta la torta non ve la faccio vedere, è segreta segreterrima, fino allo spegnimento delle candeline… ma vi insegno a fare un particolare… ora lei è in fissa con gli Aristogatti.
Avvolgete una pallina di polistirolo con della pasta di zucchero bianca, allungatene quattro parti. Fate un buchetto in alto per le orecchie e incidete le parti laterali per fare il pelo.
Con un po’ di azzurro fate gli occhi, e con il nero le pupille e le ciglia. Date un punto luce negli occhi con il bianco e fate il ciuffetto in testa. Aggiungete i particolari: baffi, fiocchetto rosa, sopracciglia e un tocco di colore sulle gote.
Passate ora al corpo modellandolo come una pera, nel quale inserirete uno stecco, tagliate la parte anteriore del busto con gesti piccoli e poco precisi. Fate le zampe e la coda. Solo alla fine aggiungete la testa
Fate un bel fiocco e Minoù è pronta.
Tutto questo realizzatelo ascoltando a palla lei:
P.S. Quest’articolo si autodistruggerà in trenta secondi, che se mio figlio, il grande, lo legge chiede asilo politico dai nonni. Ma per lui ho un’altra storia. A giugno.