Il buco blu
Da tre giorni sono bloccata con le mani in mano sull’isola di Gozo (Malta).
Il mio primo incarico importante e qui piove, tira vento. Mare mosso forza 4, annuncia il meteo. Ho cinque giorni per portare a casa foto esterne e subacquee, e a parte qualche dettaglio storico-architettonico, non ho nulla di buono in saccoccia.
Se non c’è il sole non posso fare niente, nemmeno in esterna. Me ne resto chiusa in camera a guardare dalla finestra. Mi hanno dato una suite, quale onore! Anche se il panorama è stupendo, e i comfort mi viziano, ho l’umore nero come il carbone.
Nero: lo stesso colore del cielo che sembra stia per precipitare a terra, da quanto è carico di pioggia.
Mi accanisco contro la sorte. Scendo in strada, salto sul primo bus per Victoria e vado in città. Salgo sulle mura del castello e mi guardo intorno. Colline e campagne. Prati in fiore sferzati dal vento.
Le nubi all’orizzonte sembrano un esercito pronto all’attacco. Sono in preda all’ira. Vorrei gridare, ma a cosa servirebbe? A niente. Parole che volano nella tempesta, esattamente come il mio ombrello che nel frattempo si è sfasciato.
Un fulmine squarcia la cortina d’acqua. Traccia un contorno netto scaricandosi a terra, strappando le nuvole in tanti piccoli pezzi, come un foglio di carta.
M’infilo in un bar, un pezzo di formaggio e un bicchier di vino. Mi sento sola e sono sfinita. Torno in albergo e mi addormento a fianco della rassegnazione, pensando: “sarà il mio primo ed ultimo incarico“.
La luce dell’alba mi accarezza il viso dolcemente, il sole ammicca dietro a un velo d’umidità. È come svegliarsi dopo un brutto sogno. Balzo in piedi, non è ancora tutto perduto! Ho ancora due giorni, e se il tempo e il mare tengono duro, posso fare molto.
Con un panino in una mano e una tazza di caffè bollente nell’altra mi presento alla reception: “chiamate il diving, stamattina si va, si deve andare“.
Ermes, la mia guida, mi aspetta sulla Land Rover fiducioso. Non potrò fotografare tutta Gozo e dintorni, ma i luoghi di maggior interesse sì, costi quel che costi.
A tutta velocità ci dirigiamo verso l’Azure Windows. Un arco naturale dalle dimensioni titaniche che ha reso famosa Gozo nel mondo.
La luce è perfetta. Il mare non è una tavola, ma sembrano esserci i presupposti di sicurezza per immergerci.
Il “Blue Hole” è un camino sottomarino, che dal fondo di circa 18m si apre in superficie in modo circolare. È un ambiente quasi chiuso, unica via di comunicazione verso il mare aperto è un arco di roccia la cui sommità affiora in superficie. Un amante dei misteri potrebbe pensare sia stato scolpito dagli extraterrestri!
Discendere la scogliera per arrivare all’accesso del buco blu, con circa 40kg d’attrezzatura indosso, non sarà semplice. Ho la grinta di una leonessa affamata. Al grido: “foto o morte“, sono in acqua.
A parte un poco di sporcizia che galleggia, la visibilità è meglio di quanto credessi.
Da 18 metri di profondità si distingue perfettamente il paesaggio esterno. Un caldo sole pomeridiano scalda la lime stone di cui è costituita la scogliera. Non ci sono pesci all’interno del buco, strano, spero sia solo una questione di stagionalità. Vago su e giù è tutt’intorno. Cerco spunti, ispirazione. Mi serve un primo piano che catturi l’attenzione, che dia un senso a questo panorama subacqueo, bello da togliere il fiato. “Isa libera la mente” continuo a ripetermi, e poi…lampo di genio!
Ermes, in maniera del tutto inconscia, si è messo nel posto giusto al momento giusto. Per lui è finita. Continuo a chiedergli di posizionarsi qua e la. Lo vedo sbuffare, decisamente l’idea di posare per me non gli piace.
Pian piano risalgo verso la superficie. Le onde hanno portato via i pezzi di legno arenati lungo il perimetro del “buco blu”. Continuo a torturare il povero modello, le foto terra/acqua che sto scattando sopiscono ogni mio senso di colpa. Due bambini si arrampicano lungo il bordo del “Blue Hole” a pochi passi dall’acqua. Richiamo la loro attenzione, Ermes sta nuotando nella loro direzione.
Scatto una, due, dieci fotografie. Sono letteralmente seduta su una sporgenza rocciosa con le pinne sospese nel blu. Il modello/guida ligio al dovere, temendo un malore si avvicina. Gli mostro le foto, sgrana gli occhi incredulo: ne vuole ancora!