Arancia meccanica chiama, Morgan risponde
Arancia meccanica o si ama o si odia. Io non vi dico da quale delle due parti pendo, ma vi dico che lo spirito con cui affronto questo spettacolo è pieno zeppo di curiosità. Sono curiosa come una scimmia, perché credo sia difficile, anzi difficilissimo, confrontarsi prima con lo scritto di Burgess e poi con un film dal successo mondiale. E’ quello che proverà a fare il regista Gabriele Russo, dal 1 Aprile al Teatro Bellini di Napoli.
A poco più di cinquant’anni dalla prima pubblicazione del romanzo, la teoria del lavaggio del cervello e dell’ indottrinamento del “pensiero unico” è più viva che mai. Forse ai giorni nostri ne siamo semplicemente più consapevoli, rispetto a mezzo secolo fa. Oggi, alle tredici in punto, è iniziata la conferenza stampa di presentazione dello spettacolo. C’è fermento, e tutti i posti sono occupati, anzi molta gente resta in piedi. Prende posto il cast, sul tavolo accanto ai microfoni non ci sono bottiglie d’acqua ma confezioni di “Lattepiù”. Al centro, di fianco al regista si accomoda Marco Castoldi, #InArteMorgan.
In effetti chiudendo gli occhi e facendo un po’ mente locale, chi altri avrebbe potuto curare le musiche dello spettacolo? Come dirà lui stesso durante la conferenza, Beethoven “l’ha sempre saputo“. Lo conosce come “cosa materiale”, come fosse un tavolo od una sedia. E’ concreto e tangibile. Lo ascoltava quand’era ancora nella pancia di sua madre, mentre lei glielo suonava.
Morgan è tutto ciò che ti aspetti. Molto genio, poca sregolatezza, simpaticissimo. Ha una sigaretta tra le dita ma è spenta. E’ un pozzo senza fondo, pieno di cultura e sapere. Gabriele, al suo fianco, è consapevole di aver fatto la scelta giusta. Non c’è nessuno in Italia capace di abbracciare un progetto così complicato, e che possa valorizzarne il contenuto. Morgan ha una base classica incredibile. Sembra spesso che parli esso stesso il “Nadsat“, il linguaggio dei Drughi, quando parla di musica. Ci fa una micro lezione, effonde ed enfatizza le sue conoscenze e non si può che fargli tanto di cappello. La fatica e la difficoltà di far qualcosa di bello che sia simile si all’originale, ma che si discosti dalla visione di Kubrick, non è affatto un’impresa semplice, ma questa sembra essere una squadra vincente.
Ci viene anticipato che i drughi saranno tre, e che i loro costumi saranno diversi da quelli visti in pellicola. Un giovane talento, Chiara Aversano, ha pensato bene di modernizzare le loro uniformi futuristiche trasformandole in qualcosa di moderno e contemporaneo: smoking e pellicce, per enfatizzare ancor di più la brutalità animale che vive nei personaggi. Il protagonista, Alex, è interpretato da Daniele Russo, attore eclettico e camaleontico, che già ho avuto modo di ammirare in un precedente spettacolo, e ciò non fa altro che aumentare le aspettative. Le luci sono affidate a Salvatore Palladino e le scene a Roberto Crea.
Prima di andare via Morgan ci ha svelato un piccolo segreto. Ma i segreti sono segreti e come tali vanno mantenuti.
Il primo di Aprile arriva presto. Bisogna aspettare, con pazienza.
Non perdetevelo e fateci un salto!
Arancia Meccanica
dall’1 al 13 aprile 2014
Napoli, Teatro Bellinidi Anthony Burgess
regia Gabriele Russo
musiche di Morgan