Viaggio dal Kurdistan iraniano alla Regione autonoma del Kurdistan in Iraq del nord
Il viaggio da Senna (Sanandaj) a Orumiye procede senza alcun tipo d’intoppo; nella rilassatezza di un comodo sedile di un moderno bus iraniano ripenso ai solenni saluti ricevuti dalla famiglia curda nel momento della partenza dalla città.
Ricordo con commozione gli occhi lucidi della madre che bacia la mia fronte augurandomi un buon viaggio, ricordo le frasi dell’anziano signore dai baffi bianchi riguardo al non scordarsi mai del Kurdistan, delle loro aspirazioni di libertà e rivivo sulla mia pelle quell’abbraccio sentito attorno ad un tappeto imbandito di riso e pollo, dopo la cena d’arrivederci che mai potrò scordare.
Arriviamo all’alba del mattino seguente a Orumiye e ci mettiamo subito alla ricerca di un bus a prezzo economico in direzione Hewler, Kurdistan iracheno.
Dopo una lunga ricerca non riusciamo a trovare niente che non superi i dieci o quindici dollari ciascuno per la traversata, così ci rassegniamo e compriamo un biglietto per un bus in partenza qualche ora più avanti.
Nell’attesa sono fermato da un ragazzo seduto nella sala d’attesa che, dopo avermi chiesto una sigaretta, si lancia in una lunga disquisizione sulla politica iraniana in un inglese un po’ stentato ma comprensibile.
Il ragazzo simpatizza per le aspirazioni indipendentiste del Kurdistan iracheno e per questo vorrebbe raggiungerlo. A suo dire i curdi iraniani che mirano all’indipendenza hanno motivo di temere di continuo per la propria vita.
Benché mi confessi che lui stesso non ama del tutto il Kurdistan iracheno per l’esperienza storica con il quale esso ha conquistato l’autonomia, mi riferisce anche che quella piccola regione rimane comunque un ottimo punto di partenza dove poter esprimere liberamente le proprie idee sulle aspirazioni unitarie e socialiste di gran parte dei curdi nel mondo.
Dopo averlo ringraziato per la chiacchierata e avergli regalato una moneta afghana in ricordo del nostro incontro, mi avvio verso il bus che a breve partirà alla volta dell’Iraq settentrionale, entrando nella Regione Autonoma del Kurdistan iracheno.
Dopo svariate ore di viaggio arriviamo ben riposati al confine tra Iran ed Iraq, dove riusciamo a passare non prima di aver sofferto le pene dell’inferno per esplicare ogni faccenda burocratica. La preoccupazione data dal non facile ingresso in Iran più di dieci giorni prima è del tutto sopita dopo avere ricevuto il timbro d’uscita dal paese; rispondiamo velocemente alle domande della polizia curda in merito alla nostra visita nel territorio autonomo e dopo una stretta di mano ed un saluto di benvenuto siamo finalmente dentro il Kurdistan iracheno.
Non potrò mai dimenticare i profumi della vita pastorale dei monti del Kurdistan iraniano; il sapore del formaggio fatto in casa da un’umile famiglia del villaggio di Palangan e la passeggiata tra i vicoli di quel caseggiato dimenticato dal mondo, ma baciato dalla bellezza tipica delle genti curde e dalla natura che li ospita. Prima di addormentarmi, scorrono nella mia mente le immagini di quelle piccole case color roccia riflesse negli occhi di un bambino del villaggio che, guardingo sulla porta della propria abitazione, ha impresso, con il suo sguardo, un marchio nella mia memoria. L’ esplosione di un sorriso toccante rimane la più perfetta delle sintesi d’un incantesimo che solo le terre curde possono regalarti, stregandoti con la loro essenza unica.