Nel nome del padre
Tra un po’ sarà la festa del papà.
Com’è fatto un bravo papà? Un bravo padre è come quello della pubblicità del Mulino Bianco che prima di uscire ti prepara la colazione con cappuccino ben schiumato e crostatina al cioccolato, nonostante già sia in giacca e cravatta e fuori c’è il grande raccordo anulare ad attenderlo a braccia aperte. E’ fico, un po’ snobbetto con gli occhiali da informatico, e la sciarpa di cotone verde militare che fa tendenza. Aspetta fuori la scuola con un ovetto Kinder tra le mani, che miracolosamente non si scioglie. E’ quello che porta alle giostre i figli, e salta con loro sul tappeto elastico. E’ quello che insegna al figlio a guidare l’auto e che non la lascia mai a riserva… che non si sa mai. E’ quello che nonostante l’abbiocco della domenica pomeriggio si mette intorno al collo la sciarpa della squadra del cuore, esultando e trasalendo con lui per la gioia. Magari è colui che dà consigli e mette il gel sui capelli a spazzola. E’ il primo fidanzato della figlia femmina. O forse quello che invoglia a far sempre meglio. Di certo è forte come capitan Findus, e sicuro come un salmone che risale il fiume.
E’ quello a cui si fregano le prime sigarette, ed è quello che ti insegna a nuotare e che ti lancia in alto, altissimo, quando si tratta di fare i tuffi è il numero uno.
Un papà bravo è quello che ti fa i complimenti anche quando non c’è bisogno, e che scrive le poesie per te. Un papà onesto è colui che, tornando a casa, gioca con i figli per terra, facendo finta di aver voglia di una bella tazza di caffè inesistente in una tazzina di finissima plastica di Capodimonte. Magari è quello fascista, severo di giorno, ma che ti accarezza di notte.
E’ quello lavoratore che si spacca la schiena per darti, forse, un futuro migliore. E’ quello che si incazza perché ha paura che possa succederti qualcosa, e non ti lascia uscire il sabato sera. E’ quello che alza la voce, per il tuo bene, e quello che ti da uno schiaffone, quando al primo concerto della tua vita in uno stadio, a dodici anni, ti alzi e vai a prenderti un pacco di patatine, da sola, senza dir niente a nessuno, perché ha avuto paura. E’ quello che ti porta sulle spalle quando le tue gambe corte non reggono più. E’ quello che ti trasporta, in braccio, dal letto grande a quello piccolo, nella tua cameretta. Un bravo padre è colui che si prende cura di una moglie disabile, sulla sedia a rotelle, dimostrando ai figli che nonostante tutto la vita è meravigliosa. Un bravo padre è quello che mette insieme il pranzo con la cena.
E’ quello con cui vai al Mc Donald’s e mangi le migliori porcate. Un bravo padre è un bel vecchietto che legge il giornale e fa la settimana enigmistica, al quale balla un po’ la dentiera e che ha bisogno di parlare e raccontarti per la centesima volta di quando, in guerra, l’hanno lasciato appeso ad un palo della luce perché sono scappati tutti mentre faceva un collaudo per conto dell’Enel.
E’ colui il quale non fa differenza tra Caino e Abele, tra maschio e femmina, tra primo, secondo e terzo. Un bravo papà è colui che ha lo screen dello smartphone con la foto del suo creato. Un bravo padre è colui che ascolta e che asciuga le lacrime.
Vabbè dai, questo lasciatelo fare alle mamme.
Nell’immaginario fanciullesco e non, un padre è anche un supereroe.
Vi insegno adesso a fare i biscotti per la festa del papà: munitevi di biscotti di pasta frolla tonda, sulla quale applicherete un disco di pasta di zucchero azzurra. Fate un trapezio giallo ad attaccatelo con un po’ di gelatina. Sul trapezio, tramite un cordoncino di pasta di zucchero rosso, fate la scritta DAD e i profili. Date un tocco di nero, con un pennellino sottile e scrivete super.
Sono davvero semplici da fare e i bambini si divertiranno tantissimo.