Tasse troppo alte? Sacrosanto non pagarle
Ormai mi ritengo un professionista. Avete presente quando il telegiornale annuncia, di solito verso fine d’anno, per mezzo di un’anchorwoman dal piglio serioso “Scovati dalla Guardia di Finanza dieci (venti, cinquanta, cento) evasori totali“, gente completamente ignota al fisco? Bene, io sono uno di quelli. No, non di quelli che hanno scovato – pivelli! Il sottoscritto non lo prenderanno mai.
Il trucco è evadere sempre ed evadere tutto. Fare del nero il proprio colore preferito. Non è una questione di solo risparmio, l’evasione totale è anzitutto ideologica. Un’arte in piena regola, e anche meno facile di quanto s’immagini. Mai una fattura, mai mezzo scontrino, mai una dichiarazione fiscale deve giacere a proprio nome neanche nel più recondito sottoscala degli uffici fiscali. Se fate la partita iva siete fregati per sempre, siete ingranaggio tra gli ingranaggi, parte del sistema e prima o poi vi prenderanno. Si deve invece essere del tutto ignoti, fantasmi di cui non si sappia nulla e di nulla si sia sicuri, nemmeno se siate mai venuti al mondo.
Ciò non toglie che si può anche approfittare delle infinite smagliature del sistema: sono fatte salve le finte autocertificazioni, le firme dietro le impegnative sanitarie, gli Isee taroccati e quant’altro possa darvi nell’immediato un vantaggio economico, un sussidio, un contributo, un emolumento, un una tantum, persino una casa. Non temete: gli enti pubblici tra loro non parlano, hanno litigato irrimediabilmente e mai interloquiranno, perché lo status quo conviene a troppi, e assai più di quanto non convenga a me e tutti voi messi insieme.
Se volete mettervi in società con lo Stato – e poi cosa sarà mai questo Stato – non dovete fare altro che rispondere ad uno soltanto dei suoi innumerevoli solleciti, presentare mezza dichiarazione, pagare una volta nella vita un bollo, un’imposta, un canone. Allora sarete fregati per sempre: ormai sanno che esistete.
Altra regola fondamentale è non intestarsi mai niente. Nonni e nonne servono proprio a questo, e se sono sordi o persino morti tanto meglio: nessuno farà mai caso al fatto che la mia nonna – buon’anima – se fosse ancora viva avrebbe centosei anni, eppure possiede una Serie 5. Non se ne avvederanno gli enti pubblici, e men che mai i privati, a condizione che siano partecipati anche in piccolissima parte dallo Stato: è quella condizione che li rende sistematicamente inefficienti. Anche l’un per mille del capitale sociale in mano allo Stato basterà a imprimere il marchio dell’inettitudine sull’intera azienda.
Arriva la bolletta salata? Acqua, luce, gas? Telefono? Cambiate gestore – che panacea il mercato libero! – e non la pagate, e soprattutto non rispondete mai a nessun sollecito. Neanche uno, neanche alla più grave minaccia. Il nuovo gestore vi accoglierà a braccia aperte e non irriterà mai il nuovo cliente con richieste provenienti dal precedente; costui, per altro verso, nulla potrà contro di voi, anzi contro vostra nonna, perché non siete più suo cliente. Se avete commesso l’errore di fornire un recapito telefonico vi minacceranno in ogni modo, diranno che vi sfondano la porta con l’ascia da boscaiolo e la moglie col boscaiolo medesimo, ma non cedete: presto la pratica passerà al recupero crediti, e un annetto basterà perché il debito venga dichiarato inesigibile, restituendovi verginità e persino la possibilità di ritornare al vecchio gestore in barba all’attuale, se questo non si comporta come Dio comanda.
Le grandi aziende hanno memoria corta, non come il fruttivendolo che se gli dovete un euro per le prugne e non glielo date non lo scorderà neanche quando si vendono le arance.
Altra regola fondamentale è non perfezionare mai i contratti se riuscite a spuntare un’attivazione prima dell’invio della vostra copia originale, cosa di solito non difficile. Alla prima occasione potrete dire che vostra nonna non solo non ha mai firmato, ma a ben vedere non avrebbe neanche potuto, analfabeta com’è e col braccio destro mozzato in guerra da quella maledetta bomba a mano. Che ci facesse poi la nonna con la bomba a mano e perché non l’avesse in mano piuttosto il nonno, e dove si trovasse quest’ultimo mentre la coniuge combatteva impavida al fronte non sarà dato sapere, e servirà a confondere ulteriormente le poche idee dei riscossori del credito. Mia nonna peraltro, figuriamoci, era pure mancina, oltre che insegnante di latino e greco.
Veniamo alle questioni ideologiche. Vi diranno “Ma non ti vergogni ? Non contribuisci al progresso del Paese, vivi sulle spalle degli altri“. Il fatto, vedete, è che se gli altri son coglioni non vedo che posso farci io. Perché è giusto vedere nelle tasse che si pagano l’acquisto di un servizio, anzi di una serie di servizi, quelli che c’insegnano far parte del cosiddetto stato sociale. Provate ad averci a che fare, in Italia, con lo stato sociale.
Quando portate i vostri figli a scuola – e nulla è cambiato rispetto a quando ci andavate voi stessi – dovrete premurarvi di dare il vostro contributo di carta igienica per i cessi comuni. Ma questo è niente: avrete a che fare con insegnanti mediocri quando non pessimi, edifici fatiscenti e infarciti d’amianto, una mancanza di organizzazione endemica che predilige ogni sorta d’incredibile illogicità. Il merito non verrà mai premiato, il talento mai coltivato.
Al Municipio, se e mai avrete bisogno finanche d’un documento d’identità dovrete scontrarvi coi tempi e i modi della pubblica amministrazione, con moduli assurdi e pile di carte da compilare, con impiegati assenteisti, e forse persino a ragion veduta, che è senz’altro meglio stare a casa che andare in ufficio a non fare un cazzo, e anche questo meglio ancora che andarci a fare danno.
E pregate, pregate sempre di non sentirvi male e di non cadere nelle mani della sanità pubblica, coi suoi corridoi traboccanti di barelle addomesticate a posto letto, coi suoi infermieri formati alla scuola serale, coi suoi medici strafottenti almeno quanto arroganti.
E pregate, pregate ancora, snocciolando ogni grano del santo rosario, di non aver mai bisogno della polizia o dei carabinieri o di una qualsiasi delle altre innumerevoli forze di pubblica sicurezza, cinque o sei quando ne basterebbe una che fosse almeno efficiente e rispettosa della dignità delle persone, coi suoi agenti che sbagliano le doppie ed esitano davanti ad un’a con l’acca o una e con l’accento, coi loro modi burberi quando non filonazisti, coi loro trascorsi di pestaggi e d’omicidi e di detenuti caduti così spesso dalle sdrucciolevolissime scale delle carceri, che a ben vedere sarebbero stati anche meno se i secondini fossero stati impiegati quotidianamente, gradino per gradino, in massacranti turni con scopa, cera e lucidatrice.
perché poi fuggire dall’Italia quando si può vivere in barba al sistema, approfittando delle sue debolezze mentre lui vuole sopraffarti con la forza?
Evasione e corruzione, questo il mio consiglio, evasore tra gli evasori e corruttore tra i corrotti, ma con dignità e ideologia, non da ladruncolo ma da brigante, non da furbetto del quartierino ma da partigiano asserragliato tra le montagne, non da ladro di polli ma da guerrigliero alla macchia e in lotta permanente contro il sistema.
Che poi non sapete quant’è bello lavorare e prendere il sussidio di disoccupazione, e quanto spassoso farsi così la Porsche, intestata alla nonna (quella della bomba a mano) e con targa polacca, così le multe non arrivano.
Ti sembro stronzo? Scusa, sto provando solo a mettermi in un punto di vista diverso dal mio, magari mi convinco. Non ti sembro stronzo? Spiegami perché nei commenti. E se vuoi approfondire, vai a leggere quaggiù la presentazione di questa mia rubrica.