Emozioni quotidiane dal Grand Canyon a Mount Holyoke
Nuovo episodio. Fade-in dal nero, ossia immagine in entrata sfocata di una road statunitense e la voce esterna che inizia a raccontare. Benvenuti in questa puntata speciale di C’erO una volta in America. A differenza delle volte in cui vi abbiamo “mostrato” il racconto di Lora nel Nuovo Mondo, oggi chiederemo uno sforzo in più ai nostri teleraccontospettatori. Createvi col pensiero un teleracconto ad immagini fisse che cambiano come in uno slide show mentre le parole di una lettera vengono lette, con la voce della vostra coscienza, mano a mano che compaiono sullo schermo (della mente?) come se fossero scritte da una macchina da scrivere. L’unico suono: il battere dei tasti, tchick, tchick, tchick, e a capo driiin, trrr trrr trrr la rotella che fa alzare il foglio bianco dal tubolare dove poggia…
Dalla lettera numero “N” di Lora a Valentina. Sul road trip di Las Vegas – Deserto del Mojave – Grand Canyon – Las Vegas. “(Omissis) Nel Grand Canyon è stato tutto bellissimo. Non ti racconterò dei problemi che ci sono stati con la tipa, perché ormai non li considero più; Ale, a dire la verità, avendo il mio diario di bordo in mano, potrà raccontarti cosa è successo quasi nel dettaglio se glielo chiederai. Io non dirò che mi sono trovata male, perché adesso vedo quel viaggio sotto quest’ottica: ero sola anche se c’era lei. Mi ha aiutata a sentirmi un pesce fuor d’acqua nel mezzo della natura, ma allo stesso tempo parte di essa. Le negatività raccolte forse, hanno trovato modo di esprimersi quando sono tornata, proprio perché è quello che ti insegna il deserto: quando c’è bisogno di esplodere, si esplode, e arrivano i temporali, i tuoni e i lampi dopo l’arido periodo, annega tutto, ma quello che resiste è quello che crea poi il paesaggio. Il deserto non ha rumori e l’ho trovato bello ma irritante in quanto silente. Mi piace ascoltare, mi piace sentire. Era un disturbo poter usare vista, tatto, olfatto, ma non l’udito, perché non si poteva percepire niente. Poi ho capito. Mi serviva per sentire altro, cioè la mia voce e i miei pensieri al riguardo. A volte sono talmente caotici che devo urlare. Invece il deserto ti insegna a parlare senza farti sentire. In Arizona mi sarei fermata per sempre. Sembrava di essere nella pubblicità della Vigorsol, con il calore che ti scioglie e tu vuoi solo goderti il nulla e far passare il tempo. Williams, la città che fa da entrata al Gran Canyon National Park, è la tipica città che hanno “modernizzato” per renderla attrazione turistica, ma se guardi oltre, è l’entrata del paradiso. Il Grand Canyon è il Grand Canyon, voi ci siete stati, per cui conoscete la sensazione; io l’ho vissuto solo per qualche giorno e purtroppo non ho avuto modo di vedere quelle cose che di solito si possono gustare in estate, come la flora e la fauna. Ci tornerò, forse, un giorno. Per ora ci sono altri miliardi di posti da vedere. E farò sicuramente fatica a partire per cominciare il tour… ma non si sa mai. Ho appena fatto un esame, e ogni volta e’ una liberazione uscire dopo aver consegnato. A Mount Holyoke vige l’honor code che prevede che tu possa fare il compito dove e quando vuoi basta non copiare e non chiedere aiuto a nessuno. (Anche perche’ sono interpretazioni che devi dare a casi psicanalitici mettendo in pratica le tue conoscenze, quindi non e’ che tu possa veramente copiare). Non si poteva lasciare lo stabile, ma io l’ho fatto lo stesso. Ho preso il mio compito e sono andata a farlo nel mio ufficio. Mi sono seduta e con il cuore a mille ho provato a fare questo compito. Ho disubbidito all’honor code, forse, perché non sarei potuta uscire, ma non ho copiato quindi è solo il timore di essermi allontanata. Poi ho pensato: “sono solo cose che fanno gli Americani, perché vedono questioni di onore dove l’onore non c’entra nulla. Non mi sento in colpa! Io, sono onesta e seguo le regole. Fine della storia.” (Omissis) Ad ogni modo, sono in laboratorio a scriverti dopo il mio viaggio lampo per lo Spring Break. Fuori c’è il sole e non voglio chiudermi in camera con il pc. Appena finisco qui vado in centro, da sola, perché delle persone a cui ho scritto, nessuna si aggrega… “sono stanche”! O perché preferiscono andare a fare jogging che camminare per il centro… E io vado lo stesso, mi mangio un gelato, compro un album da disegno, cerco di ricordare quello che ho vissuto in quei posti immensi (in tutti i sensi) e faccio un giro! Bene, per il momento credo sia tutto. Mi sto gustando un chai tea con latte di soia mentre controllo le altre email; poi vado in centro come previsto (centro poi,parola grande, è il finto villaggio che hanno creato dove c’è una libreria, ma a me, basta!).
Fra un po’ torno… manca poco. (Omissis) Ti mando un abbraccio virtuale.”