La signora senza il cagnolino e il mare
“Il mare d’inverno è solo un film in bianco e nero visto alla tivvù.”
La signora senza il cagnolino è andata qualche giorno al mare, non per fare il bagno, faceva freddo e ha sopportato anche la pioggia. Ma il mare era lì a portata di mano. Vicino vicino con le onde che spazzavano via sabbia e pensieri, con un fragore che investiva e lasciava più fragili e incerti sulle gambe. Era scuro e faceva ponte verso il cielo pieno di nubi. Così passeggiando accanto al mare, con il freddo umido nelle vertebre cervicali, la memoria è andata indietro, molto indietro negli anni. La bambina senza il cagnolino era sulla spiaggia con secchiello e paletta, le mani minuscole a cercare di dar forma alla sabbia fredda e le voci delle donne sempre più lontane. Guardare da lontano per vedere meglio, distinguere le forme senza il sole negli occhi, solo qualche passo indietro dovrà fare per vedere il profilo del suo bel castello. Così tentenna e poi indietreggia come un gamberetto sulle gambe inzaccherate di granelli. Vuole fare un castello bellissimo come quello dei vicini di ombrellone, quei ragazzini che col padre hanno fatto tante torri con gli smerli e un grande buco al centro, da cui poi hanno fatto uscire il fumo. Un pezzetto di carta di giornale e il papà con l’accendino ha acceso il fuoco all’interno del castello. Era fantastico, tutti hanno fatto un capannello attorno alla costruzione di sabbia, chi faceva Ohhhhhh e chi stringeva la mano al padre dei ragazzini soddisfatti.
Vuole anche lei una piccola folla attonita attorno alla sua costruzione, sarebbe bello se il suo papà venisse a costruire con lei, fa l’ingegnere e certo ne capisce di tecniche per tirare su palazzi e ponti. Potrebbe fare un fuoco più profondo da cui il fumo s’alzerebbe su fino al cielo e tutta la spiaggia verrebbe a vedere il castello della “bambina senza il cagnolino” come al seguito di un segnale fra tribù lontane chiamate al raduno. Così per stare tutti un poco più vicini, anche la mamma che non toglie mai gli occhiali scuri e ride poco con il costume a gonnellino e le gambe bellissime, anche le sorelline che sono grandi e sanno già nuotare e vanno più lontano dove non si tocca. Lei ha paura dove il mare diventa blu scuro, i piedi ballano e la testa diventa pesante e tira giù come un piombo tutto il resto del corpo. Guarda da lontano, ricercando una prospettiva da cui il sole non ferisca gli occhi e che permetta di vedere il profilo della torre sbilenca che ha appena fatto. Non sembra bellissima; certo con le mani così piccole mica può far miracoli. Indietreggia due tre passi e poi il buio. L’acqua la travolge e perde il secchiello, l’onda la copre e toglie il respiro, la schiuma le riempie la bocca e la gola, si sente morire e forse è questo morire, non riesce più ad alzarsi sulle gambe perché il risucchio è troppo forte e la sospinge all’indietro e cade ancora. Solo un attimo, poi esce con gli occhi gonfi, forse di lacrime forse di mare; vede galleggiare davanti a sé le torri dei ragazzini architetti. E’ proprio bello quel castello pensa, mentre il sale in gola la fa tossire forte, una mano la tira via dall’acqua, è una signora che fa i massaggi sulla riva con i granelli di sabbia sulle gambe abbronzate. La tira su e lei tossisce, barcolla e si getta sul suo castelletto.
La signora senza il cagnolino guarda il mare della costa d’inverno e prova un po’ di nostalgia. Non ha dato le spalle al mare per molto tempo, non è stata capace di voltare le spalle all’infinito dietro di lei, una dimensione che poteva buttarla giù in un attimo. Un giorno poi qualcuno l’ha voltata di spalle e lei per guardare la bellezza negli occhi non se n’è accorta.
Sul lungomare c’è tanta gente che passeggia, chi è fermo e guarda, chi va a pescare, chi chiacchiera. Una ragazza è seduta sul muretto ed è arrabbiata, lui è in ginocchio, e le tiene le mani fra le mani, stanno lì, forse a far la pace dopo che un’onda li ha travolti. Sono belli, pensa la signora, e vorrebbe dirglielo ma la prenderebbero per pazza, dietro le loro spalle le onde scure e a loro non importa proprio niente.