Road Trip sul Grand Canyon: i preparativi
Eccoci di nuovo a tele-raccontare la storia di Lora, in quel del Massachusetts, tra vallate e college femminili, corsi di psicologia, arte, e insegnamento dell’italiano. Bla bla bla. E’ ora dello Spring Break… Sigla (clicca l’immagine)
I ragazzi americani sono soliti trascorrere la pausa scolastica festeggiando per una settimana in luoghi caldi e posti da sogno. Spesso si spostano negli Stati del Sud, a volte al Nord oltre confine per cambiare aria; i più facoltosi raggiungono le spiagge di Acapulco, il Messico o le isole Caraibiche. L’importante è che vi siano alcol a fiumi, musica a palla, gente schizzata, urla, schiamazzi e tanto, tanto, tanto divertimento, o almeno quello che loro definiscono “divertirsi”. To have fun, letteralmente, non basta. Durante lo spring break è di regola to have a blast, ossia divertimento all’ennesima potenza. In italiano credo possa essere reso con “una ficata fotonica“, permettendo il francesismo alla voce fuori campo.
Lora progetterà qualcosa di diverso. Dopo mesi di neve e freddo, certo, la cosa migliore sarebbe andare in posti caldi, ma non a spaccarsi il fegato. Dopotutto, le ragazzine del college hanno meno di vent’anni o ventuno appena compiuti e quindi il loro fegato ha ancora la capacità di resistere e di rigenerare qualche cellula in più, ma Lora ormai ha passato quella fase di bagordi, raccontati per filo e per segno nel suo epitaffio di Laurea, ed ora è in regola, o quasi, con le cellule dei suoi organi interni. Lo stomaco fa le bizze, ma lì non è colpa sua. E’ il cervello che spinge ai piani bassi quello che non riesce a digerire a livello di pensieri e preoccupazioni. Ok, e arrabbiature. Lora non è famosa per la sua capacità di mantenere la calma.
La tele-racconto-camera la segue mentre, intenta nei preparativi, gira a destra e a manca alla ricerca di una mappa. Sì, una mappa. All’epoca le mappe da navigatore erano prerogativa dei Tom Tom o trabiccoli vari, era faticoso perfino averli sui Nokia perché dovevi caricare le mappe adatte, e non c’era ancora modo di possedere uno smartphone come oggi. Con Emily poi, compagna di viaggio di turno, era rimasta d’accordo che sarebbe stata un’esperienza avventurosa, all’insegna del divertimento per l’anima, alla ricerca della purezza della vita senza dispositivi cellulari, iPod, iPad, iPud, iPid e iPed.
Durante la pausa pranzo di un giorno di fine febbraio si erano incontrate in biblioteca per comprare i biglietti dell’aereo che, da Boston, le avrebbe portate prima a Chicago, per lo scalo, e poi a Las Vegas. Lì, avrebbero noleggiato un’auto, prenotata qualche giorno prima di partire, e per una settimana avrebbero viaggiato in lungo e in largo per Nevada, California del Sud e Arizona, tra il deserto del Mojave, il Grand Canyon e, ovviamente, la mitica Las Vegas. Fino a Boston ci sarebbero arrivate con il Peter Pan Bus, quello che porta in trasferta anche fino a New York, a seconda della tratta, e al ritorno invece, sarebbe andato il padre di Emily a prenderle all’aeroporto di New York. Emily infatti è NewYorkese, figlia di Americani di origine italiana (ma dai…).
Il viaggio è pronto. Un road trip con tenda e sacco a pelo a seguito, nessun cellulare, nessun computer, nessun aggeggio diabolico, solo la macchina fotografica. La mappa cartacea scelta in un negozio di cianfrusaglie perché era la meno costosa di tutte diventerà la loro bussola, e Lora per sei giorni guiderà senza preoccupazioni tra le autostrade deserte con il sole che scioglie l’asfalto.
Ovviamente per i dettagli sul viaggio ci sarà da aspettare la prossima puntata. L’eccitazione sale, l’attesa sta per finire e l’avventura sta per cominciare. Tenetevi pronti. Ne vedremo, o meglio leggeremo, delle belle.
See ya later buddies. Fine episodio.