Chi è senza peccato mangi la mela
Alla posta si fanno incontri interessanti.
Prendi il numero, centocinquantacinque. Siamo solo al settantatrè. Il venti per cento di batteria del mio iphone mi abbandona prima che mai. Maledizione. Faccio spazio a due signore anziane dai larghi sederi, capelli raccolti, cappotti marroni e pantofole al piede, come nella più classica tradizione partenopea.
“Una puttana” grida una. “Shhhhh” fa l’altra. La metà delle persone si gira a guardare le due signore. La signora Nanninella (ve lo dico adesso, tutti i nomi sono di fantasia) continua imperterrita E, senza alcun briciolo di pudore o imbarazzo, inizia a raccontare che non si sa né per come né perché, una sua nipote di tredicesimo grado, che abita lontano, molto lontano, tipo Avellino, sia andata a trovarla e dopo una ricca mangiata di polpette al ragù, bello stretto stretto come solo lei sa farlo, al momento del caffè, con due cucchiaini di zucchero “che quella già c’è la vita che è amara”, le abbia passato lo smarthphone, dove c’era in bella mostra la figlia di Nanninella – la puttana, per l’appunto. La donna in questione è una signora di cinquant’anni, divorziata da otto e con un figlio grande che fa il commesso al supermercato e tra un anno si sposa. “Che scuorno, che vergogna Concettina mia! Io tutti i giorni vado in Chiesa, tutti i giorni faccio la comunione! Perché a me, perché non è come suo fratello Pasquale. Lui si che è figlio mio. Troppo bello, sempre ben vestito… sì sì, sta sempre nervoso, ma quella è la moglie che non lo cura a dovere. Povero figlio mio, non si merita tanto male“. Allora Concettina, silenziosa, chiede: “Scusasse, ma non per farmi i fatti tuoi, per l’amor di Dio eh, ma mi vuoi dire che stata facendo Carmelina?” “Ma per carità! “- e si fa un segno della croce – “quella stava su questa foto, con una bottiglia in mano, dentro ad una discoteca. Ma ti rendi conto Concettì, una di-sco-te-ca. Una mamma di figli, a cinquant’anni, da sola, con una bottiglia in mano, in una di-sco-te-ca. E rideva. Ti rendi conto rideva? Cos’hai da ridere? Invece di pensare ai problemi della famiglia sfasciata, quella ride. Ma quello io lo so che è successo. Quand’era piccola, il fratello l’ha chiusa in bagno per scherzare, ovviamente, quello il piccolino è sempre stato un simpaticone, e per due ore è rimasta nel bagno a piangere che non si trovava più la chiave. Sarà stato quello. Sono sicura“.
“Mammamia, chissà la gente quante ne dice su quella là“. Secondo segno di croce. Concettina sospira, Nanninella pure. “Comunque, mi stavate dicendo, voi la parmigiana di zucchine, come la fate?”
Già la gente. Come se la gente non avesse altro di meglio da fare. Come se alla gente importasse cosa fa una donna di cinquant’anni che fa la bidella in una scuola, e la sera è sola. So-la.
C’è chi guarda Maria de Filippi, chi legge un libro, chi stira e chi va in di-sco-te-ca. E sorride. Già, benché ci sia un matrimonio fallito alle spalle, un figlio cresciuto praticamente da solo, un lavoro monotono e noioso, la vita va avanti, magari a discapito di vecchie madri che fanno benissimo le polpette ma che non riescono a guardar fuori dalla loro piccola finestra. Però in fondo un po’ hanno ragione anche loro. Avevano il coprifuoco, mangiavano bucce di fava, e hanno perso amici e parenti in guerra. Ma la guerra è finita da un pezzo.
A questo punto però mi chiedo, perchè far vedere una foto di una figlia che si diverte in discoteca ad una mamma anziana e bigotta?
Chi è più nel torto?
1. La mamma attaccata al rosario e che chiama la figlia puttana.
2. La figlia che fa disperare una madre anziana con la sua vita poco casalinga.
3. La nipote senza scrupoli che ha fatto vedere la foto.
Chi è senza peccato mangi la mela.
Quanto sono buone le mele caramellate? Vi insegno a farle.
Prendete le mele a buccia gialla, lavatele ed asciugatele. Pesate 250 g di zucchero, 50 g di acqua , e 20 g di miele, una punta di cucchiaino di colorante rosso, qualche goccia di vanillina. Se vi piace potete aggiungere chiodi di garofano e cannella.
Mettete sul fuoco l’ zucchero con il miele e l’acqua, quando bolle aggiungete il colorante e gli aromi. Aspettate quattro o cinque minuti. Se avete il termometro, aspettate che il caramello arrivi a 150 gradi, altrimenti fate ad occhio, perché la prova dito ve la sconsiglio. Nel frattempo private la mela del picciolo, e infilzatela con uno stecco. Giratela quindi, senza scottarvi nello zucchero fuso e mettetela ad asciugare su carta da forno. Mangiatele una volta tiepide.
Non so Nanninella e company dove andranno, ma io di sicuro mi becco il girone dei golosi.