Giocando con Orlando – Perchè giocare è una cosa seria
Destino, fato, fortuna, chiamatelo come volete, ma spesso le cose belle nascono da una pura casualità di eventi, talvolta apparentemente sfortunati. Esempio pratico di questa mia personale teoria è lo spettacolo “Giocando con Orlando”, come racconta lo stesso regista, Marco Baliani: “Lo scorso luglio ero ad Asti, per la regia della stagione estiva del ‘Furioso Orlando’, ma quel giorno l’attrice – Nina Savary- non è riuscita a prendere l’aereo, le scenografie non erano partite da Napoli e c’erano più di ottocento prenotazioni. Il produttore Marco Balsamo e gli organizzatori erano disperati. Con Stefano Accorsi ci siamo messi a tavolino: siamo andati in scena così, senza costumi e luci, improvvisando. Io, che non conoscevo a memoria il testo, ho recitato le parti femminili e ho riprodotto con il suono della voce tutti i rumori di scena. Lì è nata l’idea di creare una nuova messinscena”.
Un’ardua impresa quella del regista di portare a teatro un’opera classica, che prevede ambientazioni, storie, sentimenti e personaggi complessi. Pensiamo ad Ariosto, in giro per le corti nel lontano cinquecento, da solo, a cantare le proprie rime. Ma non c’è bisogno di una folla, basta Accorsi che interpreta il poeta che interpreta tutti. Semplice no? E Baliani diventa regista/coprotagonista, a volte spalla, altre volte disturbatore. Ciò che si percepisce è che gli attori stiano giocando. Come due bambini raccontano e vivono intensamente la storia usando tutta la loro fantasia e la potenza della nostra lingua, così ricca e musicale. Intorno l’essenzialità del palcoscenico, con dei semplici sostegni ai lati, sui quali gli attori si muovono inscenando battaglie sanguinose, dichiarazioni amorose o estenuanti cavalcate. Alle loro spalle la stupenda scenografia creata da Mimmo Palladino: cavalli in giostra che, in contrapposizione con il resto, danno un forte senso di movimento e leggerezza, in un chiaroscuro visivo che permette di abbandonarsi all’intensa fisicità del racconto senza scene né illustrazioni di alcun tipo. Ogni gesto, parola, suono, musica e rumore è emesso dai corpi affannati e saltellanti dei due attori. Se Accorsi, quindi, è il cavalier narrante è perché Baliani sa essere il suo fedel scudiero. Uno narra l’altro mima, uno spiega l’altro raccoglie e rimanda ai sensi plurimi, rinnovando il repertorio classico della coppia comica che rimescola continuamente i ruoli e la storia, sfuggendo così dall’ordinata linearità del racconto pur rimanendo fedeli al testo originale. L’amore è il filo conduttore degli eventi. Corrisposto, violento, tradito, amaro e passionale. Le vicende delle due coppie principali, Orlando e Angelica, e Ruggiero e Bradamante, si intrecciano e annodano come solo l’estro e il genio dell’Ariosto riusciva a pensare. Un ritmo galoppante che gioca sulla corrispondenza di rime infilate durante l’improvvisazione verbale. Ed è proprio in questa ludica gioia teatrale, in questa vorticosa montagna russa di luoghi e personaggi, che la storia prenderà vita in tutte le sue forme e colori. Giocando con Orlando” è un trionfo dell’epica e sopratutto del teatro, che coglie nel segno riescendo a dare il giusto valore ad un’opera che spesso, purtroppo, passa come “pesante” sui banchi di scuola.
Da mercoledì 26 a domenica 2 marzo 2014-02-28
Napoli, Teatro Nuovo
Nuovo Teatro diretto da Marco Balsamo
In collaborazione con Fondazione Teatro della Pergola di Firenze presenta
Stefano Accorsi e Marco Baliani in
GIOCANDO CON ORLANDO
Liberamente tratto da Orlando Furioso di Ludovico Ariosto
Scene di Mimmo Paladino
Impianto scenico Daniele Spisa
Costumi Alessandro Lai
Disegno luci Luca Barbati
Adattamento teatrale e regia di Marco Baliani
Durata 90’ circa, senza intervallo