Sei felice di essere italiano?
Io non mi sento italiano. Gaber tentennava per due minuti buoni fra il “per fortuna” e il “purtroppo”, terminando poi la sua canzone con un confortante: “ma per fortuna lo sono” .
Come lo definireste il vostro rapporto con l’italianità? Essere degli adepti della buona cucina e avere una peculiare raffinatezza nel vestire fa di noi degli italiani doc?
È un paradosso essere definiti per cose nettamente in contrasto fra loro.
Vivere all’estero mi ha permesso di osservare il mio popolo da una prospettiva diversa. Finché le suole delle mie scarpe non hanno messo radici in un altro paese, ammetto di non essermi sentita particolarmente fiera della mia italianità. Forse semplicemente perché vivendo a contatto con connazionali è difficile intenderne i paradossi e i costumi. In un contesto diverso invece ti salta all’occhio il livello di cottura della pasta e l’alzata sulle punte dei piedi in una fila alla posta, per valutare anche solo inconsciamente un metodo per facilitare l’attesa. E poi è incredibile quanto gli italiani siano riconoscibili.
è incredibile quanto gli italiani siano riconoscibili
Però capita anche a me di percepire l’italianità; di riconoscere dei connazionali fra i passanti casuali … sarà un certo modo di camminare, … una gestualità inconscia e forse innata che ci portiamo dietro insieme alla voglia d’espresso al mattino.
E di questo vado fiera: della nostra maniera elegante di pensare e relazionarci.
Dei nostri spaghetti a tutte le ore del giorno,della nostra mimica facciale,dei nostri sorrisi sentiti e non di circostanza, dell’abitudine di guardare l’altro negli occhi, della prontezza nell’aprire le porte delle nostre case.
Vado fiera della voglia di abbracciare e baciare e della nostra lingua che a tutto il mondo che non la parla suona come una canzone. Più dolce del romantico francese. Per gli stranieri noi italiani comunichiamo con una altalenante e gioiosa filastrocca continua; cantiamo anche quando litighiamo, cantiamo ogni volta che apriamo bocca.
Saremo pure un paese incasinato, ma ha ragione il Signor G., non mi sono mai sentita così italiana.
Per fortuna lo sono. Ascoltiamolo.