Separare i fatti dalle opinioni
Il cronista è perplesso. Guarda la folla che occupa il prato vicino alla canonica. Qualcuno è già assorto in preghiera, altri parlano mentre in un angolo urla un gruppo di posseduti dal demonio. Gridano, vomitano parolacce, tentano di sputare addosso ai volontari, pieni di fede, che li accudiscono. Non è un bolgia dantesca, semmai un incrocio tra un picnic strapaesano e un manicomio d’altri tempi ammantato d’un sentore medievale.
La scienza, la tecnologia, la fede nel progresso ci tengono lontani da certi comportamenti, sì perché si fa fatica a immaginare che la madonna si presenti puntualmente ogni mese, come un pensionato all’ufficio postale, con un’apparizione e una frase misteriosa in una scena che una sola persona vede e sente. Come raccontare tutto questo? Con finto misticismo? Con scetticismo scientista? Con freddezza professionale? E’ difficile, perché quelli che sono lì soffrono davvero, e la loro fede è profonda. Ma basta avere una fede profonda per meritare rispetto, qualunque cosa si creda? E che cosa mai interessa al lettore? La folla, gli invasati, il lato morboso, la medium? Quest’ultima è la più tranquilla di tutti, aspetta l’ora dell’apparizione senza emozioni. Parla del suo ruolo priva d’afflati mistici, è una normalità vedere e ascoltare la madonna una volta al mese. E ricorda come sia stata anche maltrattata dalla chiesa che non è mai stata troppo convinta delle visioni.
Una volta al mese, a un giorno fisso, va in canonica nella stanza vicino alla sacrestia, aspetta la madonna che puntuale arriva e dice la sua frase, una specie di quiz mistico del mese, e scompare. Chi non è miracolato ritenta al giro dopo, tanto si tratta di un mese solo… Resta il problema di come scrivere l’articolo, anche perché non si può fare appello all’opinione del capo, a lui interessano solo le lunghezze. Si potrebbe cominciare con un accenno all’ansia per il divino, oppure all’affannosa caccia ai valori in una società disgregata, oppure meglio puntare sui mille volti della folla, e non sarebbe male neppure incentrare il resoconto sulla salvifica figura femminile, umana o divina che sia. Il cronista è incerto, non sa se cedere alla tentazione di un pezzo di lettura (espressione che cela l’ambizione per un articolo di qualità superiore che spazi oltre la cronaca) oppure decidere per un solido pezzo di cronaca ben intriso di considerazioni sociologiche, non privo di citazioni dal Vangelo di Giovanni (gli altri non se li fila quasi mai nessuno), soprattutto dall’Apocalisse.
Si sta facendo buio, meglio sbrigarsi, è domenica e in redazione si devono occupare dello sport, quindi devono fare presto con le altre pagine. Il cronista poggia il computer su un tavolino della canonica e parte: “Si è svolto ieri il tradizionale appuntamento con il miracolo della apparizione della Madonna che, secondo le rivelazioni delle veggente, indossava una sobria tunica marrone. All’esterno la folla delle grandi occasioni, con fervente animazione di canti e preghiere. A rinvigorire il clima religioso anche un chiassoso gruppo di posseduti dal Demonio”. Si ferma, un attimo di riflessione, rilegge un po’ inorridito. Ma sì, va bene così. E prosegue con il ticchettio leggero.