Lupi a San Valentino in quel di Amherst, Massachusetts
Sigla. Questa (click). E’ tratta direttamente da un cartone animato chiamato “Happy Tree Friends” dove degli animaletti supercolorati, all’apparenza innocenti e carini, subiscono o infiggono atrocità assurde tra di loro, terminando con una morale a fine episodio in netto contrasto con la violenza appena andata in scena.
La puntata di oggi di C’erO una volta in America, un po’ in stile tragicomico come il cartone animato menzionato sopra, si apre con Lora che rilegge un volantino portato da New York, preso al Museo dei Nativi Americani:
“Fiaba degli indiani Cherokee
Si narra di un vecchio Cherokee seduto davanti al tramonto con il nipote.
“Nonno, perché gli uomini combattono?”
Il vecchio, gli occhi rivolti al sole calante, al giorno che stava perdendo la sua battaglia
con la notte, parlò con voce calma.
“Ogni uomo, prima o poi, è chiamato a farlo. Per ogni uomo c’è sempre una battaglia
che aspetta di essere combattuta, da vincere o da perdere. Perchè lo scontro più
feroce è quello che avviene fra i due lupi.”
“Quali lupi nonno?”
“Quelli che ogni uomo porta dentro di sé.”
Il bambino non riusciva a capire. Attese che il nonno rompesse l’attimo di silenzio che
aveva lasciato cadere fra di loro, forse per accendere la sua curiosità. Infine, il
vecchio che aveva dentro di sé la saggezza del tempo riprese con il suo tono calmo.
“Ci sono due lupi in ognuno di noi. Uno è cattivo e vive di gelosia, rabbia, bugie.”
Il vecchio fece di nuovo una pausa, questa volta per dargli modo di capire quello che
aveva appena detto.
“E l’altro?”
“L’altro è il lupo buono. Vive di pace, amore, generosità, pazienza, tranquillità e calma.”
Il bambino rimase a pensare un istante a quello che il nonno gli aveva appena
raccontato. Poi diede voce alla sua curiosità e al suo pensiero.
“E quale lupo vince?”
Il vecchio Cherokee si girò a guardarlo e rispose con occhi puliti:
“Quello per cui ti impegni di più, alimentandolo con il tuo essere.”
La saggezza dei Nativi Americani…
Le lunghe meditate di Lora… il giorno di San Valentino. Come tutte le feste e le ricorrenze il cui scopo consumistico e convenzionale la disgustano, anche in questo giorno, c’è qualcosa che non quadra. A Mount Holyoke, un college di sole ragazze, la maggior parte delle quali sperimentano la loro sessualità e sviluppano la loro personalità per quattro anni attorniate da mentalità di ogni genere, la figura di Cupido ha i suoi sostenitori ma anche oppositori. C’è chi viene catturato dallo spirito romantico inondando aule e zone comuni con cuori di cartoncino rosso e post-it di tutti i colori appesi agli specchi lasciando frasi smielate e messaggi in codice, chi si rinchiude in camera in segno di rifiuto per una convenzione stupida creata dalla società per continuare a speculare sull’insicurezza delle persone, chi resta indifferente e passa la giornata normalmente come un qualsiasi altro giorno, e chi prende l’autobus e se ne va ad Amherst a fare un giro, presa dall’ispirazione generata dalla lettura della leggenda indiana.
Con la musica nelle orecchie e lo sguardo perso nel vuoto, Lora passeggia per le strade della città sede dell’ Amherst College pensando e ripensando ai temi più disparati. Sentiamo la voce nella sua testa grazie alla tecnica della voce fuori campo, che ci riporta i suoi pensieri, alcuni sconnessi, altri senza senso, altri semplicemente… pensieri.
Ho capito! San Valentino è stato creato da una donna che, stanca di essere sempre quella che pensa le cose carine e a come sorprendere gli altri, mentre la sua metà non sa come fare, un bel giorno si sveglia e inventa la giornata ideale per poter essere viziata e coccolata grazie ai suggerimenti della pubblicità, della “globalizzazione”, e chi se ne frega se è solo in quella ricorrenza. Almeno, per un giorno, qualcuno fa qualcosa per lei. Poi però si accorge che non è così. La delusione è femmina e l’errore è maschio. Forse, stare in un luogo pieno di donne in crescita, con spinte femministe e alternative, sta influendo sulla mia meditazione. La donna che ha inventato la festa è una stolta. Se sapesse come gestire i due lupi all’interno della sua anima non avrebbe di sicuro bisogno di un mazzo di rose in un giorno assurdo dell’anno per sentirsi importante. Noi lo capiamo, lei lo capisce. Ancora però potrebbe farle piacere. Tante volte invece le persone approfittano di questo giorno proprio per nascondere fattacci, per continuare sul filo dell’ipocrisia, e altri ancora boicottano la festa con la scusa del “dovrebbe essere così ogni giorno”, senza poi fare nulla per il resto dei trecentosessantaquattro giorni fino al quattordici febbraio dell’anno successivo. Però a Natale siamo tutti più buoni, quindi ce lo dimentichiamo. Mmm buona quella crèpes. Forse dovrei prendere l’autobus per tornare a Moho. Però prima mi prendo un cioccolatino per San Valentino. Che poi, quando al liceo ho letto Donne che corrono coi lupi di Clarissa Pinkola Estes, non andava tanto distante dalla leggenda indiana. Quando ci arrabbiamo per le attenzioni non ricevute, è perché arrivano momenti in cui è d’obbligo liberare una rabbia che scuota i cieli. Ci siamo lasciate crescere i capelli e li abbiamo usati per nascondere i sentimenti… Ovunque e sempre, l’ombra che ci trotterella dietro va indubbiamente a quattro zampe.”
Lora torna in camera e riapre il suo diario, dove annota citazioni, quelle che rilegge quando le serve “alimentare” uno o l’altro lupo al suo interno. Cerca quella pagina riferita alla Estes, ricopiata qualche anno prima:
I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell’arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi.
Gagliardi. Devoti. In continua lotta con la tradizione e il progresso. Con le convenzioni e l’anticonformismo. Con San Valentino sì, San Valentino no. Il lupo no, quello c’è sempre, e a seconda di quale riceve più “cibo”, anche Lora oscilla prima verso l’uno, poi verso l’altro.
L’episodio termina con la schermata nera e una scritta color rosso porpora scuro rivolta ai tele-racconto- spettatori:
E Voi? Quale lupo alimentate…a San Valentino?
Fine episodio.