Perché vado a puttane
Non è che accada solo per solitudine, e non è neanche roba da sfigati. Perché come in tutte le cose, anche nel sesso, entrano in gioco mille e mille variabili e generalizzare, o semplificare, mortifica ogni senso critico. Si va a puttane la prima volta per provare, per vedere come si fa, come riesca. Molti ragazzi s’iniziano così al rapporto sessuale, e non sono tutti brutti o sgorbi, o timidi, od obesi. Molti sono ragazzi normali, sì come te; sì, proprio come il tuo ragazzo. Proprio come tuo marito. Tuo padre. Tuo nonno, che fa incetta di pillole blu. Non chiederglielo, difficilmente te lo racconterà.
Molti ragazzi s’iniziano così al rapporto sessuale, e non sono tutti brutti o sgorbi (…) Molti sono ragazzi normali, sì come te; sì, proprio come il tuo ragazzo. Proprio come tuo marito. Tuo padre. Tuo nonno.
I marciapiedi delle metropoli ne son pieni, vedete? E che se ne vuol dedurre? E’ la domanda che genera l’offerta. Lezione zero di macroeconomia. Non si scappa. Se non avessero clienti, semplicemente ce ne sarebbero poche, e costerebbero di meno. E i padri i mariti e i fidanzati che bazzicano gli stessi marciapiedi, di giorno e di notte, tutti i giorni e tutte le notti, a caccia di mercanzia sono centinaia. Tra loro si conoscono pure, e si riconoscono a distanza. Impiegati comunali, politici, medici e vari professionisti. Carabinieri e vigili urbani. Senza distinzioni. Io tra quelli.
Quanto vuoi? Di dove sei? Lo sai che sei carina? Cosa fai? E che volete che faccia. Si inizia sempre così, come fosse un’intervista. Poi si va. In auto, in hotel. Bocca e figa. Due botte e via. E la si pianti di dire che mettere in affitto il corpo mortifica la dignità delle donne. La prostituta esalta in sé l’esser donna, è la quintessenza della femmilità. Fa del piacere uno stile di vita, e sa donarsi come ogni donna dovrebbe saper fare. Il mestiere più antico del mondo è anche il più gratificante, e spesso pure il più remunerativo. Guadagnare e godere. Quale indegnità, quale umiliazione. Che poi non è vero che i papponi le trattano male. Sono datori di lavoro come gli altri, e devo ancora capire perché non è punibile chi sfrutta gli operai che costruiscono i palazzi a mani nude, e senza protezioni, mentre a mandar donne a farsi qualche sana scopata, con ogni precauzione del caso, si rischia la galera.
Il mestiere più antico del mondo è anche il più gratificante, e pure il più remunerativo. Guadagnare e godere.
Per questo vado a puttane quando posso, quando ne ho voglia, e quando le finanze lo consentono: io me la godo e a loro, sfruttate o meno, in fondo piace, perché sono donne, e alle donne piace l’uomo. Inoltre ho l’intima certezza, so, che in ogni contatto umano può esserci della magia, anche se è fatto nudo e crudo, anche e specie in questi casi, dove non c’è spazio per i misteri, dove la schiettezza e la sincerità sono padrone. Mentirai al tuo avvocato, ma non alla tua puttana. Perché l’intimità che può ricavarsi da un incontro tra sconosciuti va oltre e al di là d’ogni immaginazione. E poi vuoi mettere il piacere di provarne quante se ne vuole? Bionde, rosse, more, nordafricane, esteuropee, sudamericane. Un giro al luna park alla scoperta del pianeta donna, al prezzo d’un biglietto. Le prendi in affitto, e fai quello che vuoi, e dei suoi mal di testa non t’importerà un fico secco; come all’autonoleggio, solo che alla fine non devi rifare il pieno. Così la patonza gira.
E poi ognuno per la sua strada. Questo è l’importante. Difatti non le pago perché vengano con me, ma per andarsene subito dopo. Perché non ti assillino di richieste, perché non ti telefonino, perché non abbiano altra pretesa che quei trenta, cinquanta o cento bigliettoni. Due botte e via, poi ognuno per la sua strada.
A casa c’è mia moglie che m’aspetta, avrà già messo tavola.
Ti sembro stronzo? Scusa, sto provando solo a mettermi in un punto di vista diverso dal mio, magari mi convinco. Non ti sembro stronzo? Spiegami perché nei commenti. E se vuoi approfondire, vai a leggere quaggiù la presentazione di questa mia rubrica.