Incredibile paesaggio delle saline di Uyuni (parte 1)
Lasciata l’Amazzonia, i Two Boys One Trip verso La Paz, per proseguire a Uyuni. Ovviamente non fila tutto liscio: a La Paz comincio a sentirmi male, febbre e dolori alla schiena, mentre Ramon sente molta stanchezza. Come già scritto negli articoli precedenti questo malessere sarà dovuto al dengue. Da La Paz a Uyuni dovremo affrontare il tipico viaggio della speranza, dodici ore di bus, tra mille fermate, cambio mezzo di trasporto a metà tragitto, febbre a quaranta e crateri lungo la tortuosa strada.
Unica cosa positiva? I paesaggi, a tratti desertici a tratti verdi, e piccoli paesini a più di tremila metri. Chissà come faranno a vivere a queste altitudini senza riscaldamento e con l’acqua limitata!
Dopo ore ed ore (secoli per noi) arriviamo. Uyuni è il tipico paesino di questi posti, una base per gli esploratori del “Salar”. Non offre molto, solo centinaia di persone che appena vedono un turista gli offrono tour a prezzi economicissimi. Io mi sento in forma, ormai la febbre mi ha lasciato, mentre Ramon continua ad averla alta. Decidiamo di mandare a quel paese il nostro budget e pernottare in un hotel di lusso (per noi), quasi 40,00 euro per una notte, ma almeno dormiamo in letti morbidi, facciamo una colazione come si deve e… abbiamo un po’ di intimità.
Durante il pomeriggio mi dedico alla pianificazione del tour, i prezzi sono quasi tutti gli stessi quindi mi affido a un’agenzia cinese, per 65,00 euro a testa include entrate, ostelli, guida e cibo per tre giorni, ottimo!
Anche il giorno seguente Ramon continua a star male, forti dolori alla pancia e febbre. E la febbre torna anche a me. Non sappiamo più che fare. Saremmo mai andati a visitare questo bellissimo luogo?
Decidiamo di aspettare la notte. Facciamo i conti e ragioniamo sulle nostre condizioni. Nel mio caso si tratta certamente di dengue, ma preso una seconda volta è molto più lieve e posso curarmi con la tachipirina. Non sappiamo però se anche per Ramon si possa parlare di dengue, anche se sembra decisamente scontato. Uyuni non ha una clinica privata o un ospedale dove possono curarlo, ma questo in generale è un problema di tutta Bolivia…
Sopportiamo per due giorni il dolore fino ad arrivare in Cile. Almeno qui, ce l’avremmo fatta a curarci?
Sì, in Cile sì! Ma il Cile è ancora molto lontano. Dunque continuiamo la nostra avventura. Del resto non c’è nessun’altra possibilità, anche se è dura è sempre meglio che rimanere qui.
Partiamo con un fuoristrada sporco e arriviamo a visitare il cimitero dei treni… bellissimo! Treni in disuso nel bel mezzo di un deserto.
Di seguito prendiamo la direzione Salar de Uyuni. Poco a poco abbandoniamo il deserto (o lui abbandona noi) e alla nostra vista si presenta un paesaggio spettrale, bianco, nessuna forma di vita presente, solo il sale.
La guida ci dice che questa salina ricopre circa trentadue chilometri di territorio. È enorme, e il sole molto forte si riflette nel bianco del suolo. Gli occhiali sono d’obbligo. Riusciamo a scattare centinaia di foto nonostante il dengue inizi a insidiare nuovamente Ramon.
Arriviamo in un ostello fatto di mattoni di sale, senza riscaldamento. Saranno delle coperte che ci faranno dormire al caldo. Una pausa e poi la cena. Il nostro gruppo: due coppie mai conosciute realmente, non siamo in forma e abbiamo poca voglia di parlare.
Sveglia alle cinque del mattino, vogliamo morire… Ramon per la forte diarrea non mangia da tre giorni, solo thè per lui. Io mi sento sempre quei fastidiosi decimi di febbre, ma sto meglio. Partiamo per visitare le lagune di Uyuni, ognuna di un colore differente e con i fenicotteri rosa che rendono incredibile il paesaggio montuoso alle spalle.
Siamo totalmente isolati dal mondo e il Cile è a più di trecento chilometri. Ramon decide di ammirare tutto dal fuoristrada. Sta male, non può alzarsi.