Da Moho a Noho, andata e ritorno
Altro martedì, altra puntata di C’erO una volta in America. Come spesso accade per molte serie televisive, anche per questa, ogni tanto, la sigla salta, i nomi dei personaggi appaiono in sovraimpressione durante le prime immagini dell’episodio, e si comincia subito ad essere assorbiti dalla storia raccontata. Oggi Lora è a Northampton, in gergo Noho, come Mount Holyoke, se ricordate, diventa Moho. Si apre la scena con Lora che scende gradino dopo gradino dal PVTA bus, (Hey, non PUTA, quello è il modo simpaticamente scurrile con cui lo chiamano le studentesse di Moho) alla fermata di Northampton, dopo essere passata per Amherst. Il giro dell’autobus è questo:
Non è un problema se per arrivare in questa cittadina trascorre più di mezz’ora in autobus. E’ il tempo giusto per ascoltare qualcosa con l’Ipod o leggere il libro che si porta sempre in borsa. Oggi è una giornata di gennaio come le altre. Il compleanno è passato e si ricomincia con le lezioni. C’è qualcosa di diverso nell’aria e non solo in quella: le nuove materie del secondo semestre sembrano risvegliare in Lora qualcosa che credeva perduto dai tempi del Liceo. Art studio Painting: Pittura. Art Studio Drawing: Disegno. Psicanalisi. Yoga. Perché non avesse scelto queste materie già dal primo semestre non lo capirà mai, alla fine però ci è arrivata e oggi è nella cittadina a qualche miglio di distanza dal campus, per comprare ciò che le servirà per i vari compiti che le verranno assegnati dagli insegnanti Joe Smith – un mentore, un’ispirazione, uno psicologo mancato secondo gli occhi di Lora, che si meraviglia ogni volta in cui il docente legge ed interpreta i suoi disegni – e Nancy Friese, artista in primis e docente per passione, che ha visto crescere in pochi mesi, non solo le capacità reali ma anche quelle potenziali delle sue studentesse.
Servono pennelli, soluzioni liquide, addensanti, colori ad olio, vernici, palette, ma anche carboncini grandi e piccoli, china, matite, album, colla, forbici, e ancora pennellini e spatoline. Un investimento alquanto costoso ma che alla fine ne varrà la pena.
Mentre sale e scende per le scale di Thornes, l’edificio/centro commerciale in centro al paese, la tele-racconto-camera segue Lora zoomando e allontanandosi da ogni dettaglio su cui si sofferma la sua attenzione. Librerie, negozi di saponi e prodotti naturali, caffetterie. Si chiede “Sicura di essere smontata a Northampton e non in Paradiso?”
Per chi masticasse un po’ di inglese, tra una sosta e l’altra della protagonista super entusiasta della trasferta pomeridiana, al ritorno dalla pubblicità il tele-racconto lascia spazio per un excursus video in cui anche solo le immagini parlano da sole, ergo guardatelo anche se non capite le parole. (Cliccate sul logo)
“Sicura di essere smontata a Northampton e non in Paradiso?”
“Quel posto è magico, è strano. E’ quasi dark ma affascinante, è stato ricavato dal tunnel, o galleria, sottostante la linea del treno. Basso, stretto e lungo, sembra non finire mai. Il bancone è il posto più fico su cui bere un drink in compagnia; poi, se ti sedessi nelle poltrone di pelle in stile trono, come abbiamo fatto noi, con il barista in persona che viene a portarti la bottiglia di vino appena ordinata, il tutto incorniciato da discorsoni da post conferenza alleggeriti da qualche battuta scurrile, beh, la serata si conclude in bellezza!”
Si chiudono le porte del Tunnel Bar dietro alle spalle delle protagoniste della serata, e tele-racconto-camera a seguito, si incamminano verso la casa di Anto, dove le giovani TA trascorreranno la notte.
La mattina seguente dopo aver fatto colazione in un altrettanto caratteristico ed interessantissimo locale, dal quale Lora ha preso spunti e appunti per un eventuale locale da aprire in un futuro non troppo lontano (sogni, quanti sogni), le giovani riprendono il PVTA in direzione casa, ossia campus, lasciando che la scritta che da il benvenuto nella città di Northampton scompaia dietro di loro mentre, ciarlando tra i sedili e tra una fermata e l’altra dicono “Non sarebbe poi così male vivere nella vallata”, la Pioneer Valley, in Massachusetts… quasi come lo dice Aaron Lewis degli Staind nel suo album solista “Because I’m home in Massachusetts” … perché sono a casa, in Massachusetts. (Video qui sotto) E con questo pezzo termina anche la nostra puntata. I’ll talk to you later guys.