Alfr3d
Sono qui, davanti al monitor, a frugare tra i cassetti impolverati della mia memoria. Un hangover d’alto livello. Penso alle ultime vicende alcoliche che mi sono accadute insieme ad Alfred, la mia scimmia. Stiamo discutendo su cosa scrivere per Cronache Alcoliche, ma lui continua ad aggirarsi sulla mia scrivania rosicchiando le matite dal portapenne. Non è molto concentrato, sta cercando di smettere di fumare. Decido quindi di prendermi una pausa dai miei alcolici racconti per affrontare una tematica che mi sta altrettanto a cuore. Cos’è il 3D?
Alfred: “La smetta BeOne, a nessuno interessa”.
Sempre più spesso, da qualche anno, sentiamo in giro il termine 3D. Lavorando in questo settore, mi capita frequentemente d’imbattermi in una totale disinformazione. Molti di voi ne conosceranno appieno il significato, molti altri penseranno sia un qualcosa che si fa a computer.
Alfred: “Perché non racconta come si è procurato la settimana scorsa quell’enorme cicatrice sull’occhio destro?”.
L’aggettivo 3D, che per inciso vuol dire tridimensionale, viene spesso confuso, stuprato dai pescecani del marketing e associato a qualunque cosa vogliano svecchiare. Cerco brevemente di fare un po’ di chiarezza.
Alfred: “O del primo Maggio a Roma! Sì, quella notte fu indimenticabile, per quel che ricordo…”.
La grafica 3D non ha nulla a che vedere con i film in 3D, la prima riguarda la creazione di modelli tridimensionali, ad esempio Shrek, il cinema 3D è tutt’altro. La conversazione che mi trovo a fare più spesso è la seguente:
Tizio: “Che lavoro fai BeOne?”
BeOne: “Grafico 3D.”
Tizio: “Ah… costruisci gli occhialini 3D o cose simili?”
BeOne: “No. Mmmh, hai presente Shrek? Quello è fatto in 3D”
Di solito, questo basta a regalare un’epifania a chiunque mi chieda che lavoro faccio.
Sicuramente avrete visto al cinema uno dei cosiddetti “film in 3D”, quelli con gli occhialini 3D, seduti sulle poltrone 3D a mangiare Pop-corn 3D. Perfetto. Miracolo della tecnologia? Diavolerie del nuovo millennio? No. Il primo film in 3D non è stato girato da Peter Jackson o da Spielberg, ma da due fratelli in bianco e nero che di cognome facevano Lumiére, e che nel 1920…
Alfred: “Ricorda la notte del primo Maggio? I due cani? Il filo spinato?”.
Dicevo… che nel 1920, con dispositivi rudimentali, realizzarono il primo cortometraggio in 3D “L’arrivo del treno”. E fu talmente realistico che molti spettatori fuggirono dalla sala. “Film in 3D” perché c’è una maggiore percezione della profondità, ma non c’è nulla di tridimensionale in ciò che vedete. La tecnica utilizzata si chiama stereoscopia.
Alfred: “Bla, bla, bla… Stereoblabla”
Ogni scena del film viene ripresa con una telecamera particolare, a doppia lente. Come se fossero due telecamere molto vicine tra loro. Otteniamo così due riprese. Ora, se obblighiamo l’occhio destro a guardare solo una delle due riprese e l’occhio sinistro a guardare solo l’altra, otteniamo un effetto tridimensionale. Come costringiamo i nostri occhi a guardare due cose distinte?
Alfred: “Non lo so e non m’importa!”
BeOne: “Alfred, continua così e sabato ti prendo una cassa di birra analcolica”
Dunque, ho perso il filo… Ah sì.
Come possono i nostri occhi guardare due cose distinte? Tramite gli occhialini 3D. Che di 3D non hanno assolutamente nulla. Le due lenti sono “polarizzate” diversamente. Ciò vuol dire, grossolanamente, che filtrano determinate onde di luce. Una lente ci permette di vedere solo l’immagine di destra e l’altra…
Alfred: “…quella di sinistra, ok. Abbiamo capito. Tutto molto bello, ora vogliamo parlare di ieri?”
Quindi, concludo, sperando di aver fatto un minimo di chiarezza sul cinema stereoscopico che, per me, è una cosa abbastanza inutile, costosa, spesso fastidiosa e che non dà nessun valore aggiunto al mondo del cinema.
Alfred: “E ieri?”
BeOne: “Alfred, non possiamo parlare di ieri!”
Alfred: “Beh, solo quello che ricordiamo!”
BeOne: “Ok, allora. Eravamo a Firenze, dopo cena qualcuno ha stappato una bottiglia di Whisky. Buio. Ci siamo risvegliati alle sette del mattino sulla poltrona del soggiorno con dolori ovunque. Contento?”